Indagine Ance: in crescita fatturato all’estero

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Le imprese di costruzione italiane continuano a consolidare la propria posizione all’estero, con una crescita consecutiva di fatturato per 11 anni che nel 2015 ha raggiunto quota 12 miliardi di euro, più 286% rispetto al 2004. Un dato molto significativo se confrontato con il calo registrato nello stesso periodo sul mercato nazionale. E’ il quadro tratteggiato dall’Ance nel Rapporto 2016 presentato stamane alla Farnesina alla presenza del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e del vice presidente Ance, Giandomenico Ghella. Come si sottolinea nel documento, il peso della componente estera del fatturato rispetto all’attivita’ globale delle stesse aziende e’ passato dal 31% del 2004 a ben il 70% nel 2015, un valore mai raggiunto prima. In particolare, nel 2015 le imprese di costruzione italiane hanno aperto 231 nuovi cantieri all’estero per un totale di 17,2 miliardi di euro e un fatturato che raggiunge i 12 miliardi (più 14,5% rispetto all’anno precedente). Sono 89 i Paesi in cui le imprese italiane sono attive, con 11 nuovi mercati, e contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di euro. Forte in particolare l’aumento della presenza italiana sui mercati piu’ sviluppati, con 7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse che rappresentano il 42% del totale dei contratti sottoscritti nel 2015. Il 50% delle nuove commesse e’ concentrato in Europa, ma e’ cresciuto notevolmente anche la quota in Medio Oriente (dal 5,3% del 2014 al 20,6% del 2015), grazie soprattutto ai nuovi lavori in Qatar. Complessivamente, a detenere la leadership nel portafoglio lavori e’ il Sud America (23,1%), mentre e’ il settore ferroviario la tipologia di opera maggiormente realizzata dalleimprese italiane (24,2%), seguita da opere stradali e idrauliche. Per quanto riguarda i contratti di concessione, nel 2015 le imprese italiane hanno partecipato a 22 progetti all’estero per un valore complessivo di 33,8 miliardi, con una quota predominante di autostrade, seguita da ospedali e generazione e distribuzione di energia elettrica. Infine, il capitolo della cooperazione internazionale, nel quale l’Italia spende ancora poco, con uno stanziamento dello 0,19% del Pil, valore sensibilmente inferiore ala media europea.