Infarti e Ictus, da Napoli parte la “Road Map” per la prevenzione 3.0

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Sottolineare l’importanza della prevenzione per arginare lo tsunami di morte e disabilità correlato a infarti e ictus in Italia. Una vera e propria ‘call to action’ diretta a tutti gli attori: Governo, Regioni, classe medica, operatori sanitari, giornalisti, che possono aiutare a sottolineare quanto sia importante impegnarsi nella prevenzione, e non solo nella cura delle malattie. E’ l’obiettivo di 10 tra società scientifiche ed enti di ricerca italiani che scendono in campo contro le malattie cardiovascolari, e lo fanno siglando il primo ‘Documento di consenso e Raccomandazioni pratiche di prevenzione cardiovascolare’, coordinato da Massimo Volpe, presidente della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), e presentato oggi a Napoli. Nel 2014 in Italia si sono registrati 220 mila morti per malattie del sistema circolatorio, di cui quasi 70 mila per infarto acuto del miocardio e sindromi coronariche acute (35.714 negli uomini e 33.939 nelle donne) e 57.230 per malattie cerebrovascolari (ictus cerebrale, 22.609 negli uomini e 34.621 nelle donne). “Le malattie cardiovascolari – ricorda Volpe – rappresentano la prima causa di mortalità e morbilità nel mondo e in particolare nei Paesi occidentali; nelle economie come quella italiana determinano un carico enorme, dal punto di vista sociale e individuale, ma anche dal punto di vista della sostenibilità economica e strutturale. Ritengo che l’unica strategia possibile per fronteggiare nei prossimi anni e per garantire la tenuta del nostro sistema sanitario sia di investire fortemente nelle politiche di prevenzione delle malattie cardiovascolari”. E per metterle a punto ‘a dovere’, gli esperti danno le loro indicazioni scientifiche.
I fattori di rischio da combattere sono quelli tradizionali: l’ipertensione, il più diffuso e letale in Italia, che interessa il 10% dei bambini, il 37% degli adulti e il 55% dei soggetti dall’età media a quella avanzata; colesterolo alto, di cui in Italia soffrono il 68% dei maschi e il 67% delle femmine adulte; diabete, che affligge l’11% dei maschi e l’8% delle femmine adulte; obesità e sovrappeso, che riguardando un italiano su 4; il fumo, abitudine che nel 2015 riferivano il 24,6% dei uomini e il 15% delle donne. A questi ne va aggiunto uno emergente e sempre più impattante, la sedentarietà, che interessa il 32% dei maschi e il 42% delle femmine. E all’orizzonte se ne profilano altri, come le alterazioni del microbioma intestinale, ancora appannaggio del mondo della ricerca: al momento – sottolineano infatti gli esperti – non esistono supplementi o probiotici in grado di proteggere dall’aterosclerosi, né dall’obesità o dal diabete. Ma ecco le indicazioni dei medici. La battaglia contro le malattie cardiovascolari – evidenziano le società scientifiche – si combatte in primis a tavola, con una dieta sana ed equilibrata come quella mediterranea, e facendo attività fisica regolare che va ‘prescritta’ alla stessa stregua di un farmaco (dai 60 minuti al giorno nei ragazzi ai 150 a settimana per gli adulti). Ma nei soggetti ad alto rischio è necessario ricorrere anche a strategie farmacologiche, contro il colesterolo, la pressione alta, il diabete. E grazie ai farmaci del Terzo millennio e a quelli già ampiamente collaudati nei decenni precedenti (magari ‘rivisitati’ in chiave di poli-pillola), è oggi possibile costruire una strategia di prevenzione realmente su misura. All’epoca del farmaco blockbuster, buono per tutti, sta dunque subentrando quella della medicina di precisione, che consente di definire il trattamento più adatto, anche in prevenzione, disegnandolo sulle esigenze e il livello di rischio del singolo paziente.
Le 200 pagine del documento di consenso, presentate a Napoli in occasione del congresso della Siprec, mirano a essere di stimolo per compiere i passi necessari nella giusta direzione e disegnano una ‘road map’ per una prevenzione cardiovascolare a tutto tondo. Un messaggio per la classe politica italiana e un esempio di compattezza del mondo scientifico che spera di reclutare presto nuovi attori ‘laici’. Hanno siglato il documento Siprec, Simi (Società italiana di medicina interna), Sid (Società italiana di diabetologia), Siia (Società italiana dell’ipertensione arteriosa), Sisa (Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi), Sif (Società italiana di farmacologia), Cnr (Consiglio nazionale della ricerca), Fmsi (Federazione medico sportiva italiana), Gicr-Iacpr (Gruppo italiano di cardiologia riabilitativa-Italian Association for Cardiovascular Prevention, Rehabilitation and Epidemiology) e Siti (Società di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica).