Inflazione: Istat, prezzi congelati o deflazione in 10 grandi città

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Prezzi congelati o deflazione in 10 grandi città – Dieci grandi città italiane a gennaio mostrano un indice dei prezzi che oscilla tra lo zero e il segno meno. Guardando al dato annuo, secondo le tabelle diffuse dall’Istat, sono a ‘zero’ Milano, Firenze, Perugia, Palermo, Reggio Calabria e Ravenna, mentre possono essere classificate in deflazione Bari (-0,3%), Potenza (-0,2%), Trieste (-0,2%) e Verona (-0,1%). Quindi, nonostante il rialzo dell’indice generale, sul territorio restano aree (Comuni capoluogo o con oltre 150 abitanti) con listini congelati o in negativo.

L’inflazione a gennaio aumenta dello 0,3% su base annua (era +0,1% a dicembre). Lo rende noto l’Istat, confermando la stima preliminare. L’Istituto parla quindi di “lieve rialzo”. In termini congiunturali i prezzi al consumo diminuiscono invece dello 0,2%.

Il rincaro del cosiddetto carrello della spesa a gennaio frena: l’aumento su base annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si ferma a 0,3% da 0,9% di dicembre. Lo rende noto l’Istat, registrando un calo dello 0,2% congiunturale. Si annulla così la forbice tra l’inflazione rilevata per il carrello della spesa, di solito più ‘salato’, e quella generale.

Tornano a salire prezzi computer e tablet  – Si riscaldano i prezzi di computer, portali e tablet. I listini del settore, che l’Istat raggruppa nella tipologia ‘Apparecchi per il trattamento dell’informazione’ hanno di solito sempre mostrato il segno meno. A gennaio invece l’indice dei prezzi nel comparto rialza la testa, come non avveniva dall’agosto del 2012, quindi da tre anni e mezzo, se si guarda il tasso tendenziale, arrivato a +6,3%. E in aumento risulta anche il dato mensile (+5,0%).

Prezzi congelati o deflazione in 10 grandi città – Dieci grandi città italiane a gennaio mostrano un indice dei prezzi che oscilla tra lo zero e il segno meno. Guardando al dato annuo, secondo le tabelle diffuse dall’Istat, sono a ‘zero’ Milano, Firenze, Perugia, Palermo, Reggio Calabria e Ravenna, mentre possono essere classificate in deflazione Bari (-0,3%), Potenza (-0,2%), Trieste (-0,2%) e Verona (-0,1%). Quindi, nonostante il rialzo dell’indice generale, sul territorio restano aree (Comuni capoluogo o con oltre 150 abitanti) con listini congelati o in negativo.

L’inflazione a gennaio aumenta dello 0,3% su base annua (era +0,1% a dicembre). Lo rende noto l’Istat, confermando la stima preliminare. L’Istituto parla quindi di “lieve rialzo”. In termini congiunturali i prezzi al consumo diminuiscono invece dello 0,2%.

Il rincaro del cosiddetto carrello della spesa a gennaio frena: l’aumento su base annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si ferma a 0,3% da 0,9% di dicembre. Lo rende noto l’Istat, registrando un calo dello 0,2% congiunturale. Si annulla così la forbice tra l’inflazione rilevata per il carrello della spesa, di solito più ‘salato’, e quella generale.

Tornano a salire prezzi computer e tablet  – Si riscaldano i prezzi di computer, portali e tablet. I listini del settore, che l’Istat raggruppa nella tipologia ‘Apparecchi per il trattamento dell’informazione’ hanno di solito sempre mostrato il segno meno. A gennaio invece l’indice dei prezzi nel comparto rialza la testa, come non avveniva dall’agosto del 2012, quindi da tre anni e mezzo, se si guarda il tasso tendenziale, arrivato a +6,3%. E in aumento risulta anche il dato mensile (+5,0%).