Infrastrutture, il ministro Giovannini: Pronti a sbloccare 7 miliardi di euro, 4 destinati ai porti

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in foto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e Mobilità

“La sostenibilità è un tema centrale anche per Europa. Il mondo imprenditoriale vede sostenibilità economica e ambientale come l’unica strada per lo sviluppo”. Ad affermarlo è Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e Mobilità intervenendo all’evento Alis “Trasporti, logistica, sostenibilità: green e blue economy per la ripartenza”, in corso presso l’Hilton Sorrento Palace. “Green Deal non significa solo fondi ma cambiamento, soprattutto per quel che riguarda i trasporti – aggiunge Giovannini -. Per capire quando la sostenibilità impatti sullo sviluppo basta dare uno sguardo ai dati Istat: le imprese che prima della pandemia già adottavano modelli sostenibili sono quelle che hanno superato bene la crisi e sono le uniche a creare occupazione”.
“Imprese, associazioni, politica, enti locali devono collaborare per poter realizzare la conversione green e digitale – prosegue il ministro – Stiamo programmando i fondi per il periodo 2021/2027 e il nuovo Piano di Coesione, per i quali il ruolo degli enti locali diventa centrale. Nei prossimi giorni sbloccheremo 7 miliardi per mobilita, intermodalità, connessioni tra porti e aeroporti, ferrovie regionali. Ai porti destineremo 4 miliardi per azioni di sviluppo”.
Per le infrastrutture, dice Giovannini, “il 54% dei fondi vanno al Sud. E’ giusto chiedere rapidità di esecuzione delle opere pubbliche, ma il punto cruciale è lavorare in partnership. Abbiamo bisogno di cooperazione più che di burocrazie. Anche perché l’Europa pagherà in base agli stati di avanzamento. Servono tempi certi”.
“ZES e retroporti è un altro tema caldo – prosegue il ministro -. Il vero nodo è definire cosa mettiamo nei retroporti. Per lo sviluppo delle ZES dobbiamo guardare a cosa accade nel mondo. Italia e Sud possono diventare luogo di partenza delle merci. E’ per questo che i retroporti devono diventare zone produttive, con insediamenti manifatturieri. Solo così creiamo un vantaggio competitivo”.
“L’ultimo piano nazionale logistica e trasporti – dice Giovannini – è del 2001 e adesso proviamo a scriverne uno nuovo. Gli scenari sono cambiati. Per esempio se ci sarà un’accelerazione della crescita economica in Africa noi non saremo più punto di arrivo delle merci, come nel caso dell’Asia, ma punto di partenza”. “Sulle opere pubbliche – aggiunge il ministro – abbiamo velocizzato le procedure mediante il rilascio dei pareri in parallelo da parte degli uffici pubblici. Commissariamenti e cambiamento delle norme devono viaggiare di pari passo”. “La logistica sarà sottoposta a diverse riforme, sulla digitalizzazione del settore siamo molto indietro – conclude il ministro -. Motivo per cui abbiamo difficoltà nello sviluppo della logistica integrata. I porti si stanno organizzando per conto proprio, anche perché oggi l’interscambio di dati è molto più facile da realizzare”.