Infrastrutture: Mit sollecita aggiornamento opere incompiute

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Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la Direzione generale per la regolazione e i contratti pubblici, ha scritto a tutti i Ministeri, le Regioni, le Province autonome, l’Anci, l’Upi e gli altri enti ed istituti nazionali, regionali e locali, invitandoli ad assicurare l’aggiornamento, il più possibile completo ed esaustivo, degli elenchi anagrafici delle opere incompiute entro il 31 marzo 2016. Lo si legge in una nota del Ministero.

Gli enti pubblici dovranno, a loro volta, sensibilizzare le stazioni appaltanti sulle quali svolgono attività di vigilanza per garantire l’inserimento delle opere incompiute di competenza. Sulla base dei dati ricevuti il Ministero, unitamente alle Regioni ed alle Province autonome, ciascuno per le sezioni di rispettiva competenza, pubblicheranno entro il 30 giugno 2016 le graduatorie delle opere pubbliche incompiute aggiornate al 31 dicembre 2015, secondo i criteri imposti dalla legge.  

Dal 2013, infatti – ricorda la nota -, il Mit ha attivato un sistema di rilevazione nazionale per le opere pubbliche incompiute, SIMOI, il sistema informativo di monitoraggio delle opere incompiute accessibile dal sito del Servizio Contratti pubblici (www.serviziocontrattipubblici.it) con la finalità di creare, a livello informativo e statistico, una banca-dati costituita da appositi elenchi-anagrafe delle opere incompiute di competenza delle amministrazioni statali, regionali e locali. In questi anni è incrementato il numero delle stazioni appaltanti iscritte al SIMOI e, conseguentemente, delle opere pubbliche incompiute inserite nella banca dati: si è passati dalle 571 opere incompiute registrate nel 2013, a 689 opere monitorate nel 2014 ed a 868 opere nel 2015.

Con l’entrata in vigore del nuovo ‘Codice dei contratti pubblici e delle concessioni’ – sottolinea il Ministero – si profila l’obbligatorietà per ogni amministrazione pubblica della ricognizione delle opere incompiute in occasione di predisposizione dei piani triennali degli investimenti. In quella occasione le amministrazioni dovranno svolgere approfondimenti sui casi rilevanti e valutare se ci sono le condizioni per procedere con il completamento, oppure l’eventuale riutilizzazione, anche ridimensionata, una diversa destinazione d’uso, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera, oppure la vendita o, da ultimo, la demolizione. 

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la Direzione generale per la regolazione e i contratti pubblici, ha scritto a tutti i Ministeri, le Regioni, le Province autonome, l’Anci, l’Upi e gli altri enti ed istituti nazionali, regionali e locali, invitandoli ad assicurare l’aggiornamento, il più possibile completo ed esaustivo, degli elenchi anagrafici delle opere incompiute entro il 31 marzo 2016. Lo si legge in una nota del Ministero.

Gli enti pubblici dovranno, a loro volta, sensibilizzare le stazioni appaltanti sulle quali svolgono attività di vigilanza per garantire l’inserimento delle opere incompiute di competenza. Sulla base dei dati ricevuti il Ministero, unitamente alle Regioni ed alle Province autonome, ciascuno per le sezioni di rispettiva competenza, pubblicheranno entro il 30 giugno 2016 le graduatorie delle opere pubbliche incompiute aggiornate al 31 dicembre 2015, secondo i criteri imposti dalla legge.  

Dal 2013, infatti – ricorda la nota -, il Mit ha attivato un sistema di rilevazione nazionale per le opere pubbliche incompiute, SIMOI, il sistema informativo di monitoraggio delle opere incompiute accessibile dal sito del Servizio Contratti pubblici (www.serviziocontrattipubblici.it) con la finalità di creare, a livello informativo e statistico, una banca-dati costituita da appositi elenchi-anagrafe delle opere incompiute di competenza delle amministrazioni statali, regionali e locali. In questi anni è incrementato il numero delle stazioni appaltanti iscritte al SIMOI e, conseguentemente, delle opere pubbliche incompiute inserite nella banca dati: si è passati dalle 571 opere incompiute registrate nel 2013, a 689 opere monitorate nel 2014 ed a 868 opere nel 2015.

Con l’entrata in vigore del nuovo ‘Codice dei contratti pubblici e delle concessioni’ – sottolinea il Ministero – si profila l’obbligatorietà per ogni amministrazione pubblica della ricognizione delle opere incompiute in occasione di predisposizione dei piani triennali degli investimenti. In quella occasione le amministrazioni dovranno svolgere approfondimenti sui casi rilevanti e valutare se ci sono le condizioni per procedere con il completamento, oppure l’eventuale riutilizzazione, anche ridimensionata, una diversa destinazione d’uso, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera, oppure la vendita o, da ultimo, la demolizione.