Inizia col tracollo il 2016 delle borse asiatiche

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Borsa italiana in forte ribasso: il Ftse Mib segna -1,99%, il Ftse Italia All-Share -1,93%, il Ftse Italia Mid Cap -1,52%, il Ftse Italia Star -1,43%. Debutto negativo per Ferrari (-3,89%, asta di volatilità) dopo lo scorporo da FCA (+1,4%): il titolo della rossa sospeso per eccesso di ribasso.

Mercati azionari europei pesante flessione: DAX -3,4%, CAC 40 -3%, FTSE 100 -1,5%, IBEX 35 -1,8%.

Future sugli indici azionari americani in ribasso dell’1,4-1,6 per cento.

Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,94%, Nasdaq Composite -1,15%, Dow Jones Industrial -1,02%. In forte calo Tokyo con il Nikkei 225 a -3,06%.

Crollano le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a -7,02%, a Hong Kong l’Hang Seng a -2,68% circa.

Euro in netto recupero contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0930. Inizio seduta positivo per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente cede 5 bp all’1,55%, quello del Bund scende di 7 bp allo 0,57%. Lo spread si incrementa di 2 bp a 98.

 

Borse asiatiche
Inizia nel peggiore dei mondi il 2016 delle Borse asiatiche sulla spinta ribassista in arrivo dalla Cina. Sul fronte macroeconomico, in dicembre è calata a sorpresa l’attività manifatturiera di Pechino, che resta sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione per il decimo mese consecutivo. La lettura finale relativa allo scorso mese del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Caixin si è attestata infatti a 48,2 punti contro 48,6 punti di novembre (48,3 in ottobre). L’attesa degli economisti era invece per un progresso a 48,9 punti.

Il giorno di Capodanno l’Ufficio nazionale di statistica aveva comunicato di dato ufficiale di Pechino sul manifatturiero, il cui indice aveva segnato un progresso in dicembre a 49,7 punti (in linea con il consensus di Reuters) dai 49,6 di novembre (49,8 punti in ottobre e settembre) che avevano rappresentato la lettura più debole degli ultimi tre anni.

La volatilità è però anche guidata dalle aspettative per un’accelerata delle Ipo con l’inizio del nuovo anno. Scadrà infatti il prossimo 8 gennaio lo stop di sei mesi ai collocamenti imposto in estate in reazione al pesante sell-off abbattutosi sui listini. Il risultato è stato un tracollo per i mercati cinesi. Shanghai e Shenzhen hanno terminato le contrattazioni con largo anticipo, intorno alle 7 italiane, dopo che lo Shanghai Shenzhen Csi 300 ha brevemente toccato una perdita superiore al 7% (livello che porta all’automatica interruzione degli scambi per il resto della giornata). Lo Shanghai Composite ha chiuso quando era in declino del 6,85% mentre è arrivato a perdere oltre l’8% lo Shenzhen Composite. Declino che si è trasferito anche sulla piazza di Hong Kong: l’Hang Seng avvicinandosi alla chiusura è in declino di circa il 2,5% (decisamente peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica, che perde oltre il 4%).

Il sentimento negativo, per i timori sul perdurare del rallentamento dell’economia cinese, ha condizionato anche gli altri principali mercati della regione. A Tokyo, il Nikkei 225 ha registrato una flessione del 3,06% con perdite ampie che vanno dai titoli del chimico a quelli di grande distribuzione e beni di largo consumo. Sul fronte macroeconomico, continua a restare in espansione il manifatturiero in Giappone, rimanendo sopra alla soglia di 50 punti che separa crescita da recessione per l’ottavo mese consecutivo. La lettura finale dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei relativa a dicembre è risultata infatti invariata ai 52,6 punti registrati in novembre, livello più elevato dal marzo del 2014, contro i 52,5 punti della lettura preliminare (52,4 punti in ottobre).

A Seoul, il Kospi ha registrato una perdita del 2,17% al termine delle contrattazioni.

L’anno si era chiuso in flessione per Wall Street, con i tre principali indici Usa che avevano perso circa l’1% nella seduta del 31 dicembre (solo il Nasdaq è riuscito a segnare un progresso nell’intero 2015). Sul fronte valutario, perdono significativamente terreno nei confronti del dollaro Usa tutte le principali valute asiatiche, mentre il petrolio è in deciso recupero a causa delle tensioni emerse nel weekend tra Iran e Arabia Saudita (il 2015 si era chiuso con un declino del 30% per i corsi del greggio). E di riflesso i titoli del settore energetico sfiorano un progresso del 3% a Sydney (Santos chiude in rally di oltre il 4%), permettendo all’S&P/ASX 200 di limitare i danni: la perdita dell’indice è infatti di “appena” lo 0,48% alla chiusura degli scambi.

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta dell’anno in ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,02%, l’S&P 500 lo 0,94% e il Nasdaq Composite l’1,15%. Da gennaio a dicembre 2015 il Dow Jones ha lasciato sul terreno il 2,2%, l’S&P 500 lo 0,7% mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato il 5,7%. Male il comparto energetico (S&P settoriale -23,5%) a causa del crollo del petrolio (il Wti ha perso nell’anno il 30%.

Tra i titoli del settore il peggiore è stato Chesapeake Energy (-77%). Hanno invece brillato Netflix (+134%) e Amazon (+118%). Tra i titoli del Dow Jones la performance annuale maggiore è stata di Nike (+30%).

Nella seduta del 31 dicembre il mercato azionario Usa ha risentito del calo delle quotazioni del greggio e del deludente dato macroeconomico pubblicato in giornata.

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata lo scorso 26 dicembre sono aumentate a 287 mila unità da 267 mila della settimana precedente e le 270 mila indicate dal consensus.

 

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta del 2016 in netto ribasso a causa del deciso calo delle Borse asiatiche. Il Dax30 di Francoforte cede il 3%, il Cac40 di Parigi il 2,7%, il Ftse100 di Londra l’1,5% e l’Ibex35 di Madrid il 2%.

Italia
Piazza Affari parte in forte ribasso: il Ftse Mib -1,99%. In calo soprattutto gli industriali, penalizzati dai dati inferiori alle attese degli indici PMI manifatturieri cinesi. L’indice EURO STOXX Industrials segna -2,8% circa, a Milano Finmeccanica -3,4%, CNH Industrial -3,4%, STMicroelectronics -3,4%, Trevi Finanziaria Industriale -3,8%.

In netta controtendenza Fincantieri (+3,4%) dopo il memorandum d’intesa con Carnival per la realizzazione di quattro navi da crociera per complessivi 2,5 miliardi di euro.

Debutto negativo per Ferrari (-3,89%, asta di volatilità) a Piazza Affari dopo lo scorporo da FCA (+1,4%): il titolo della rossa viene sospeso per eccesso di ribasso. Il crollo dei mercati asiatici fa scattare le vendite sui titoli del comparto risparmio gestito con Banca Mediolanum (-4,5%), Anima Holding (-2,8%) e FinecoBank (-3,1%) sotto pressione.

 

I dati macro attesi oggi
Lunedì 4 gennaio 2016

02:35 GIA Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

02:45 CINA Indice Caixin PMI manifatturiero dic;

09:15 SPA Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

09:45 ITA Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

09:50 FRA Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

09:55 GER Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (finale) dic;

10:30 GB Indice credito al consumo nov;

14:00 GER Inflazione (prelim.) dic;

15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero (finale) dic;

16:00 USA Indice ISM manifatturiero dic;

16:00 USA Spesa in costruzioni nov;

23:30 USA Intervento Williams (Fed).