Inps, Loy attacca Boeri

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Roma, 14 feb. – (AdnKronos) – “Il presidente dell’Inps Tito Boeri sui media sostiene l’opposto di quanto scrive nei documenti ufficiali dell’Istituto”. E’ quanto afferma il presidente del Civ dell’ Guglielmo Loy che in un’intervista all’Adnkronos esprime “forte preoccupazione per l’impatto sull’istituto delle importanti novità di natura previdenziale e assistenziale che l’Istituto si troverà ad affrontare nel corso del 2019”.

“La cosa che più lascia perplessi – sottolinea Loy – è la dicotomia tra quello che si afferma sui media è quello che formalmente si approva con atti decisionali come la Determinazione 171 del 19 dicembre 2018 denominata ‘Modello di distribuzione dei servizi e delle attività produttive in funzione Utentecentrica’. Ebbene nelle premesse del documento (firmato dal presidente dell’Inps) con il quale si intende avviare la sperimentazione di un nuovo modello si afferma, con nettezza, che si è in presenza di un ‘peggioramento dei tempi di effettiva erogazione delle prestazioni’ e di una ‘relazione con gli utenti dispersiva, a basso valore aggiunto e scollegata dalla produzione’. Ed ancora ‘disorientamento degli utenti e uso incontrollato della multicanalità e se non bastasse si riscontra una ‘dicotomia front Office/ baca Office’ oppure ‘divario tra capacità produttiva e valore percepito dagli utenti’”.

Di fronte ad una denuncia così netta, si chiede Loy, “quale dovrebbe essere la priorità per chi dirige un Istituto che ha come mission la erogazione di prestazioni a grande valore sociale? Non certo quella di stabilire ciò che dovrà fare chi arriverà dopo di lui, né tantomeno continuare a propalare una situazione dell’Istituto che non corrisponde alla realtà che lo stesso Boeri raffigura nei documenti ufficiali dell’Inps. Semmai dovrebbe interrogarsi sul perché i tempi di erogazione delle prestazioni sembrerebbero peggiorati negli anni della sua presidenza”.

Per il presidente del Civ comunque, è opportuno ricordare che “quota 100 ed accesso pensionistico anticipato sono prestazioni che si aggiungono alla già complessa attività di erogazione di pensioni di varia natura (anticipata, vecchiaia, assegni sociali, invalidità, ape ed ape social). Quindi un afflusso di utenti consistente e aggiuntivo alle oltre 1,2 milioni di nuove pensioni e assegni sociali liquidati ogni anno”.

Inoltre, si chiede Loy, “come si evolve lo strumento di contrasto alla povertà che, con il reddito di cittadinanza, vedrà l’Inps essere il soggetto che valuterà le condizioni soggettive dei richiedenti, valutare l’aspetto reddituale incrociando i dati con altre amministrazioni e poi autorizzare la spesa. Quindi un bacino potenziale di oltre un milione di richiedenti interessati. Attività in aggiunta alle già complesse azioni che vedono coinvolti 40 milioni di cittadini tra assicurati, pensionati, imprese”.

Per Loy, dunque, il tema, come segnalato recentemente da numerosi documenti del Civ, è “quali innovazioni organizzative si adottano per fermare la perdita di efficienza dell’istituto”… E in tal senso rivendica “il diritto-dovere di chi rappresenta cittadini, lavoratori ed imprese che versano 230 miliardi di euro ogni anno per garantire adeguate pensioni, integrazioni al reddito, segnalare il rischio di inefficienza”.

Una situazione che, ad avviso di Loy, ha diversi responsabili e che tuttavia Boeri non ha contrastato adeguatamente: “Pur consapevoli che spesso il legislatore si è adagiato su una metodologia con la quale ad aumento delle competenze (nuovi ammortizzatori, diverse pensioni, bonus bebè e tante altre) affidate all’Istituto non ha corrisposto una adeguata strumentazione non si può sottolineare come lo stesso istituto, e chi lo rappresenta, non abbia reagito con sufficiente forza a questo trend che ha, nel tempo, indebolito la struttura dell’Istituto. In sostanza l’autonomia, termine caro al presidente. Boeri si dovrebbe misurare non tanto nel sindacare sulle scelte (naturalmente sempre opinabili) del decisore politico ma nel rivendicare il diritto/dovere di denunziare gli effetti delle stesse scelte legislative sulla esigibilità o meno dei diritti sociali”.