Intelligenza artificiale e questioni morali. Verso il transumanesimo?

Viaggiando nel sistema solare e arrivando ad esplorare l’eliosfera (racchiudente i pianeti) l’intelligenza artificiale si adatterà prendendo decisioni che gli consentano di svolgere il proprio lavoro. Tante persone nel campo dell’astrobiologia sono favorevoli alla cosiddetta visione del cosmo post-biologico. È a causa del desiderio di conquista dello spazio che noi umani stiamo seminando i semi della nostra distruzione a favore dell’intelligenza artificiale? O stiamo inconsciamente seguendo una sorta di piano generale in cui gli esseri in carne ed ossa sono destinati a estinguersi e a essere ibridati da silicio e materiali sintetici. Quanto alla mente, alla memoria, alla coscienza potrebbe esserci un posto anche per gli umani nel cervello di un robot? E nel caso i nostri gusci mortali fossero sostituiti da qualcosa di più robusto e duraturo nel tempo potremmo ancora considerarci umani?
A riprova di ciò ci sono una serie di esperimenti piuttosto recenti che sembrano suggerire come i robot potranno non solo acquisire la coscienza umana ma anche riprodurla. Ottawa, Canada, giugno 2017: il Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale della Carlton University, ha annunciato lo sviluppo di una tecnologia che rivoluzionerà il futuro dei viaggi spaziali. Gli ingegneri sperano di creare una stampante 3D che un giorno sarà in grado di costruire strutture sulla luna utilizzando solo minerali di quei luoghi: però forse ancora più sconvolgente è il fatto che avrà facoltà di autoreplicarsi.
Mentre l’uomo va sempre più lontano tentando di colonizzare lo spazio, si sta sviluppando – come detto – una tecnologia attraverso la quale una stampante 3D può autoreplicarsi utilizzando materiali raccolti sulla superficie di un determinato corpo celeste. In questo modo le stampanti potranno raddoppiare il numero di volta in volta: questo vorrebbe dire che utilizzando intelligenza artificiale e stampa 3D, si possono creare installazioni e basi su corpi celesti, compresi satelliti, pianeti e asteroidi.
Sebbene esistano forti dubbi che l’uomo possa sviluppare in tempi brevi una tecnologia che renda le macchine capaci di autoreplicarsi, c’è un progetto noto come RepRap che va avanti dal 2005 per la progettazione di una stampante 3D in grado di realizzare oggetti di uso quotidiano e creare anche alcune parti di ricambio. La stampa 3D rappresenta un enorme passo in avanti per lo sviluppo del progresso scientifico. Però l’aspetto ancora più incredibile è che questo tipo di stampanti è capace di riprodursi, per cui ci troviamo di fronte a una tecnologia in grado di superare il suo stesso fine e che sarà anche abile di costruire macchine migliori più veloci e più potenti.
Negli anni Quaranta – più di vent’anni prima che l’uomo mettesse piede sulla luna – lo scienziato ungherese John von Neumann (1903-57) – uno dei più grandi matematici della storia moderna e fra le personalità scientifiche preminenti del XX secolo, ed ideatore della teoria dei giochi – reputava che le macchine autoreplicanti avrebbero permesso all’uomo di avventurarsi oltre il nostro sistema solare per poter esplorare l’intera galassia.
Afferma l’astrofisico di origine giapponese Michio Kaku – laureato summa cum laude all’Università di Harvard:: «L’uomo è portato a credere che per poter esplorare le stelle ci sia bisogno di un enorme astronave: ma non è così. Il modo più efficace per esplorare la galassia con così tanti pianeti è inviare una piccola sonda come quella di John von Neumann».
La sonda di von Neumann è una macchina autoreplicante che esplora lo spazio e utilizza materiali raccolti nell’universo per creare copie identiche di se stessa. Ad esempio, se si invia una sonda su Giove, una volta arrivata a destinazione raccoglierà materiale di quel pianeta per dar vita alla prossima generazione di se stessa; a quel punto la nuova sonda proseguirà il viaggio verso altri mondi, e una volta giunta a destinazione, raccoglierà a sua volta materiale per autoriprodursi e ancora. In questo modo le possibilità di arrivare sino ai confini dell’eliosfera aumenteranno in maniera esponenziale. Molti ritengono che uno degli ostacoli di un viaggio spaziale interplanetario sia rappresentato dal tempo che impiegherebbe un veicolo spaziale per trasferirsi da un luogo all’altro. Però – a prescindere dall’aiuto della propulsione a curvatura e dei wormhole (viaggi superluminali secondo la teoria del ponte Einstein-Rosen) – a questo punto invece di astronavi piene di umani non si potrebbe esplorare e popolare l’universo con delle sonde come quella di von Neumann? Ormai sappiamo bene che le persone in carne e ossa non sono adatte ai viaggi spaziali. Gli studiosi di esplorazioni stanno lavorando da decenni al progetto di trasformazione del genere umano in esseri meccanici o transumani per poter creare un’intera razza clonata di robot.
Il transumanesimo è un movimento filosofico e intellettuale che sostiene il miglioramento della condizione umana sviluppando e rendendo ampiamente disponibili tecnologie sofisticate che possono migliorare notevolmente la longevità e la cognizione. Prevede anche l’inevitabilità di tali tecnologie in futuro.
In sostanza si potrà caricare la nostra coscienza (sotto forma di informazioni digitali) su un computer e trasmettere i dati in un determinato luogo dello spazio, come meglio vedremo in seguito.
Nel XVII secolo il filosofo francese Cartesio ha sviluppato il concetto di dualismo mente-corpo, secondo cui la coscienza umana non è prodotta dal corpo, ma è ben distinta da esso: corpo e mente di un essere umano, quindi, non interagiscono fra loro perché sono due cose separate. L’autore inglese Samuel Butler (1835-1902) osservando con perplessita i progressi e gli orrori della rivoluzione industriale, ha scritto il 13 giugno 1863 sul quotidiano «The Press» di Christchurch (Nuova Zelanda), una lettera profetica al direttore intitolata: « Darwin tra le macchine» (Darwin Among the Machines), in cui fra le altre cose affermava con lungimiranza più che secolare:
«Le visioni della macchina che stiamo così debolmente indicando suggeriranno la soluzione di una delle più grandi e misteriose questioni del giorno. Ci riferiamo alla domanda: che tipo di creatura sarà probabilmente il prossimo successore dell’uomo nella supremazia della terra? Abbiamo sentito spesso questo dibattito; ma ci sembra che siamo noi stessi a creare i nostri successori; aggiungiamo quotidianamente nuovi aspettu alla bellezza e alla delicatezza della loro organizzazione fisica; ogni giorno diamo loro maggiore potere e forniamo con ogni sorta di ingegnoso espediente quel potere autoregolante e autoreferenziale che sarà per loro ciò che l’intelletto è stato per la razza umana. Nel corso dei secoli ci ritroveremo come razza inferiore. Inferiori nel potere, inferiori nella qualità morale dell’autocontrollo, li considereremo l’apice di tutto ciò a cui l’uomo migliore e più saggio possa mai osare mirare. Nessuna passione malvagia, nessuna gelosia, nessuna avarizia, nessun desiderio impuro turberà la serena potenza di quelle gloriose creature. […]. Riteniamo che quando sarà giunto lo stato di cose che abbiamo prima tentato di descrivere, l’uomo sarà divenuto per la macchina ciò che il cavallo e il cane sono per l’uomo. Continuerà ad esistere, anzi a migliorare, e probabilmente starà meglio nel suo stato di addomesticamento sotto il benefico governo delle macchine che nel suo attuale stato selvaggio. […].Giorno dopo giorno, tuttavia, le macchine stanno guadagnando terreno su di noi; giorno dopo giorno diventiamo più sottomessi a loro; più uomini sono quotidianamente vincolati come schiavi per custodirli, più uomini dedicano quotidianamente le energie di tutta la loro vita allo sviluppo della vita meccanica. Il risultato è semplicemente una questione di tempo, ma che verrà il momento in cui le macchine manterranno la vera supremazia sul mondo e sui suoi abitanti è ciò che nessuna persona con una mente veramente filosofica può mettere in dubbio per un momento. La nostra opinione è che la guerra all’ultimo sangue dovrebbe essere immediatamente proclamata contro di loro. Ogni macchina di ogni tipo dovrebbe essere distrutta dal benefattore della sua specie. Non ci siano eccezioni, nessuna pietà deve essere mostrata; torniamo subito alla condizione primordiale della razza umana. Se si afferma che questo è impossibile nelle attuali condizioni delle cose umane, ciò dimostra subito che il male è già compiuto, che la nostra servitù è iniziata sul serio, che abbiamo allevato una razza di esseri che è al di là delle nostre possibilità distruggere, e che non solo siamo schiavi, ma siamo assolutamente accondiscendenti alla nostra schiavitù» (Samuel Butler, A First Year in Canterbury Settlement With Other Early Essays, A.C. Fifield, London 1941, pp. 182-185: The views of machinery which we are thus feebly indicating will suggest the solution of one of the greatest and most mysterious questions of the day. We refer to the question: What sort of creature man’s next successor in the supremacy of the earth is likely to be. We have often heard this debated; but it appears to us that we are ourselves creating our own successors; we are daily adding to the beauty and delicacy of their physical organisation; we are daily giving them greater power and supplying by all sorts of ingenious contrivances that self-regulating, self-acting power which will be to them what intellect has been to the human race. In the course of ages we shall find ourselves the inferior race. Inferior in power, inferior in that moral quality of self-control, we shall look up to them as the acme of all that the best and wisest man can ever dare to aim at. No evil passions, no jealousy, no avarice, no impure desires will disturb the serene might of those glorious creatures. […]. We take it that when the state of things shall have arrived which we have been above attempting to describe, man will have become to the machine what the horse and the dog are to man. He will continue to exist, nay even to improve, and will be probably better off in his state of domestication under the beneficent rule of the machines than he is in his present wild state. […]. Day by day, however, the machines are gaining ground upon us; day by day we are becoming more subservient to them; more men are daily bound down as slaves to tend them, more men are daily devoting the energies of their whole lives to the development of mechanical life. The upshot is simply page a question of time, but that the time will come when the machines will hold the real supremacy over the world and its inhabitants is what no person of a truly philosophic mind can for a moment question. Our opinion is that war to the death should be instantly proclaimed against them. Every machine of every sort should be destroyed by the well-wisher of his species. Let there be no exceptions made, no quarter shown; let us at once go back to the primeval condition of the race. If it be urged that this is impossible under the present condition of human affairs, this at once proves that the mischief is already done, that our servitude has commenced in good earnest, that we have raised a race of beings whom it is beyond our power to destroy, and that we are not only enslaved but are absolutely acquiescent in our bondage).

John Von Neumann ha sostenuto di essere partito dalla teoria di Cartesio e dalle asserzioni di Butler per arrivare ad affermare che per poter esplorare altri pianeti è necessario utilizzare macchine autoreplicanti. Però il rabbino Ariel Bar Tzadok afferma: «Se dovessimo creare una forma di vita artificiale e se questa si sviluppasse, si evolvesse, crescesse, potrebbe diventare superiore all’uomo moderno. Questo porterebbe un problema di ordine morale, dal momento che l’essere umano tende ad adorare ciò che ritiene sia più grande di sé».
Siamo forse vicini a una nuova fase dell’evoluzione umana durante la quale diventeremo transumani? Risponde il Prof. Kaku: «Penso che entro la fine del secolo saremo in grado di digitalizzare la coscienza. Tutto ciò che si conosce dell’uomo come personalità, ricordi, emozioni, e persino le vie nervose sarà digitalizzato. A cosa servirà? A collocare la nostra coscienza su un raggio laser ed indirizzarla verso il cielo: in un secondo la coscienza umana arriverà su un determinato corpo celeste dove sarà scaricata in un sistema centrale e poi inserita in un avatar meccanico. Io lo chiamo trasferimento tramite laser».
Se la tecnologia del transumanesimo avrà successo presto il contenuto del nostro cervello si potrà archiviare nel cloud.
Per cui mentre la civiltà umana si prepara alla fase successiva della sua evoluzione, coloro che consideriamo esseri umani si estingueranno o diventeranno transumani? Ossia dotati di intelligenza sviluppata in corpi cibernetici guidati da IA. Numerosi studiosi negano questa eventualità, sostenendo che un essere umano è qualcosa di più che un insieme di carne e ossa. Uomo vuol dire pensiero, idee e specialmente sentimenti che lo rendono un essere diverso da ogni suo simile e da tutte le altre creature viventi nell’universo. Questa consapevolezza dovrebbe rassicurarci e motivarci mentre ci prepariamo per compiere il destino ultimo dell’umanità: trasformarci in una generazione futura che esplorerà mondi per ora a noi lontani.

5. fine