Iocisto, al Vomero la libreria di tutti nata “per disperazione”

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Ci sono librerie storiche che chiudono schiacciate dalla crisi del mercato lasciando il posto a una panineria e altre che nascono sull’onda della “disperazione”. Quasi come una forma di resistenza civile. Attività promosse dal basso, da cittadini che non si rassegnano alla desertificazione culturale dei loro quartieri. E che non restano inermi di fronte alle serrande abbassate delle librerie. E’ quello che è successo al Vomero, quartiere della buona borghesia napoletana, dove, negli ultimi anni, hanno chiuso i battenti la storica Fnac, la libreria Giuda e la Loffredo. Un colpo al cuore per questa zona della città al quale hanno reagito i lettori rimasti “orfani” delle loro librerie. Dando vita, sulla base dell’azionariato popolare, a ‘Iocisto’, una libreria creata sulla spinta del contributo e del lavoro di oltre 1.500 soci nel corso di tre anni.
Nel 2014, racconta all’Adnkronos Alberto Della Sala direttore di ‘Iocisto’, “il Vomero, il quartiere napoletano a più alto tasso di lettori e più orientato alla lettura, dal momento che vi risiedono studenti e professionisti della media e alta borghesia, si trovò senza neanche una libreria. Un post su facebook – continua Della Sala – segnalava questa anomalia. Provocatoriamente chiedevamo: ‘Perché non apriamo noi una libreria?”‘. Una proposta, spiega, lanciata “dove il tessuto delle librerie indipendenti è ricco. A Milano ora ce ne sono qualcosa come 200-250 a Napoli solo 10”. In poche ore “arrivarono 200 ‘like’. Dal lancio velleitario dell’iniziativa all’azione il passo è stato breve”, ricorda Della Sala.
“Subito -sottolinea il direttore – si cominciò a parlare di azionariato diffuso o di micro azionariato. Insomma, i ‘like’ cambiarono pelle e si trasformarono in ‘Iocistò’. I primi 150 soci fondarono, appunto, l’associazione ‘Iocisto'”. La libreria, che è stata aperta il 22 luglio del 2014, “si basa su due elementi fondamentali: sull’associazionismo, la quota annuale è minima, di soli 50 euro, e sul volontariato. C’è uno staff di oltre 60 persone che ogni giorno permette che la libreria venga aperta”. Nel corso dei tre anni di vita della libreria, “i soci che hanno detto ‘Iocisto’ sono stati oltre 1.500 e al momento sono circa 700. Siamo la libreria indipendente più grande di Napoli. Abbiamo oltre 9mila titoli. Il nostro patto fondativo – dice Della Sala – ruota intorno a un accordo stretto con gli editori minori che qui hanno grande visibilità”.
La libreria nel tempo è diventata anche un luogo di aggregazione culturale visto che ci sono state “oltre 700 presentazioni in questi 2 anni, 5 a settimana in media, e a volte 7. Da noi sono passati 2.500 ragazzi che hanno partecipato a laboratori, incontri con gli autori, reading, laboratori di origami, marionette e riciclo. Abbiamo realizzato anche una casa editrice che ha quattro titoli al suo attivo, la ‘Iocisto edizioni’. Fiore all’occhiello della casa editrice è l’ultimo volume ‘Ho sete ancora. 16 scrittori per Pino Daniele’. Si tratta del “regalo che 16 scrittori napoletani, tra cui Maurizio De Giovanni e Francesco Durante, hanno fatto a ‘Iocisto’ scrivendo un racconto ispirato al verso ‘Ho sete ancora’ che compare nella canzone di Pino Daniele ‘Quando'”. Quella della libreria ‘Iocisto’ è “una battaglia quotidiana”, affrontata senza il sostegno delle istituzioni visto che, sottolinea il direttore, “non riceviamo aiuti e non abbiamo partiti politici alle spalle”. La nostra libreria, conclude Della Sala, “è femmina. Il presidente dell’associazione è una donna, Claudia Migliore così come il vicepresidente che è Federica Flocco. La libreria è donna nel 75% dei soci ed è donna nel 98% del mio staff”.