Ischia, dobbiamo investire sul futuro

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1.
Un’ “orgia” di parole, spesso in totale libertà. Con buona pace della Ragione, il cui spazio va sempre più restringendosi. Un grande dolore, una profonda tristezza per le due donne decedute. Un destino crudele: trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Solo la Fede potrà lenire il dolore della famiglia, a cominciare da quella della signora Balestrieri: era davanti alla Chiesa per testimoniare la Parola di Cristo. E poi i mille piccoli, grandi, gesti eroici e la gioia immensa per la salvezza dei tre bambini. E fra di loro l’eroe Ciro ed il suo gesto di amore verso il fratello insieme all’accorato: “Non vogliamo morire. Vi voglio bene”. Con la corresponsione tenera dei suoi salvatori, bravi e tenaci. Nelle tante, troppe calamità che colpiscono, con cadenza puntuale, il nostro Paese, gli Italiani sempre danno esempio e prova di atti generosi ed eroici. Di cui forse faremmo volentieri a meno, solo se sapessimo custodire e mantenere meglio questa nostra impareggiabile patrimonio, di cui madre Natura ci ha fatto dono. Certo, adesso seguiranno conseguenze, anche pratiche, con l’augurio che questo tragico, e triste, campanello di allarme venga utilizzato al meglio per mettere, dopo accurate verifiche, in sicurezza le nostre scuole, le nostre case e le nostre strutture ricettive. Intanto si tratta di pensare a recuperare le fiducia di coloro che amano questa terra, di coloro che l’hanno amata ma se ne sono allontanati perché non la hanno più riconosciuta nella sua antica identità. La paura ha un fondo di irrazionalità. Lo verifichiamo ogni giorno su noi stessi. Spesso su me stesso. Così mentre sono felice di sentire, solo per fare qualche nome, che Sabrina Ferilli e Rocco Barocco non sono andati via né intendono andare via per il futuro, non mi sento di criticare Lina Sastri, che ha confessato la sua paura. Ecco, si tratta di testimoniare la fiducia in questa terra, che, comunque nel tempo lungo della storia non ha mai nascosto la tragicità che conteneva il suo sottosuolo: non a caso Padre Giove aveva pensato di “animarlo” con il Gigante Tifeo e con i suoi “strepiti”, sempre carichi di conseguenze tragicamente ricordevoli. Epperò la bellezza di quest’Isola, che la “mano” dell’uomo ha appena scalfito, la sua ricchezza, la sua storia, che affonda le radici nella memoria di prima Colonia Greca dell’Occidente, ha sempre attratto i grandi della cultura, a cominciare da Vittoria Colonna per arrivare ad Ibsen, a Truman Capote, ad Auden, ad Henze, fino a Luchino Visconti. Ho invitato i tanti amici che hanno telefonato per manifestare la solidarietà e la vicinanza alla nostra comunità, ed alla nostra famiglia, a venire a “trovarci”, all’insegna di uno “slogan”: Io vado ad Ischia. Sono gli amici di sempre, che sono venuti da noi ed hanno avuto modo di conoscere questa terra: da Romano Prodi a Fausto Bertinotti, da Ornella Vanoni a Sergio Chiamparino. Solo per elencarne qualcuno.

Si tratta, a mio avviso modesto, di riconvertire l’offerta turistica da quella chiassosa ed affollata, per non dire altro, in altra di diversa e migliore qualità alla quale offrire le risorse “neglette” , finora, dagli stessi operatori turistici. I tesori di Villa Arbusto ed il suo “unicum” della Coppa di Nestore, gli Scavi, irresponsabilmente chiusi, di Santa Restituta, dovuti alla passione di don Pietro Monti, per arrivare alla straordinaria tradizione dei nostri vini e della nostra agricoltura. Con una archeologia rurale, anche essa unica: le parracine, le fosse della neve, le case di pietra, i Pizzi Bianchi, una flora lussureggiante. Sotto lo sguardo severo del Monte Epomeo e dell’Eremo di San Nicola. Dobbiamo investire sul futuro, sulle nostre nuove generazioni, sulle nostre risorse antiche eppure sempre attuali.

2.
Ermanno Olmi ha fatto un film-documentario sulla vita e sul Magistero del Cardinale Martini dal titolo “Vedete, sono uno di voi”. Un personaggio affascinante che ha segnato il suo tempo, ma che sa parlare anche a noi. Il nostro indimenticato Vescovo Filippo Strofaldi era amico del Cardinale Martini, di cui auspicava, ma non era il solo, la elezione a Papa, lo ospitò più volte sulla nostra Isola. Lo vidi una volta mentre passeggiava sul porto di Ischia: sono rammaricato di non aver chiesto a Padre Strofaldi di consentirmi di conoscerlo personalmente. Sarei stato certamente arricchito dalla sua umanità diretta e dalla sua parola. Padre Filippo Strofaldi, che seppe convincere Papa Giovanni Paolo II, ormai Santo, a venire sulla nostra Isola e che seppe “intrigare” il Cardinal Martini a frequentarla è da ricordare, oltre che per la sua spiritualità gioiosa, anche come autentico promoter di questa terra e delle sue ricchezze. Di quelle che abbelliscono lo spirito.