Istat: Italia ancora in deflazione. Napoli tra le città che fanno eccezione, prezzi su dello 0,3%

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Anche se l’Istat ha confermato per agosto una inflazione in ribasso annuo dello 0,5%, non tutte le città e regioni sono in deflazione: 4 regioni e 4 capoluoghi registrano rialzi dei prezzi che, per quanto contenuti, “risultano gravi vista l’emergenza che sta attraversando il Paese”. Lo sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori che vede in testa alla classifica Trento, che, scalzando il primato storico di Bolzano, con un’inflazione pari a +0,7%, ha la maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente, per una famiglia media, a 163 euro. Al secondo posto Bolzano, dove il rialzo dei prezzi dello 0,5% determina un aggravio annuo di spesa pari a 159 euro, terza Perugia, dove il +0,5% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 119 euro. Chiude la classifica delle città non in deflazione, Napoli, +0,3% e 66 euro. Il dato Istat è comunque per Massimiliano Dona, presidente Unc “una buona notizia. Se la causa della deflazione è negativa, il crollo drammatico della spesa delle famiglie per via dell’emergenza Covid, gli effetti sono positivi, dato che la riduzione dei prezzi aiuta le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, contenendo la caduta del potere d’acquisto dovuta dalla riduzione del reddito disponibile. Insomma, non vanno confuse le ragioni della deflazione con le sue conseguenze, positive per la casalinga di Voghera che va tutti i giorni a fare la spesa” . “Per una coppia con due figli la deflazione consente un risparmio di 220 euro su base annua, anche se il carrello della spesa a +0,9% incide ancora sugli acquisti di tutti i giorni, che segnano un aumento di 95 euro, comunque inferiore a luglio quando era pari a a 117 euro” conclude Dona.