Italia al palo negli ultimi 10 anni
Campania: flussi giù del 29 per cento

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Sembra di sentire una di quelle maestre alle prese con uno studente brillante e intelligente ma con nessuna voglia di studiare: “E’ bravo ma non si Sembra di sentire una di quelle maestre alle prese con uno studente brillante e intelligente ma con nessuna voglia di studiare: “E’ bravo ma non si applica abbastanza“. Non sorprende ma lascia l’amaro in bocca la pagella degli ultimi 10 anni dell’Italia turistica, molto dotata ma incapace di ottenere i risultati che potrebbe raggiungere e non in grado reggere il passo con le concorrenti, che pur non potendo vantare un ventaglio di offerte che va dal Colosseo ai Sassi di Matera, dal Cervino a Taormina, da Venezia ai bronzi di Riace, hanno ottenuto rilevanti indici di crescita nelle presenze turistiche. Emerge dalla ricerca “L’Italia turistica ferma al palo – i tassi di crescita del turismo regione per regione 2003-2013” condotta dalla società di consulenza turistica Jfc attraverso l’elaborazione di dati ufficiali Istat ed Eurostat. L’Europa corre L’Italia nel decennio ha visto incrementare i flussi solo dell’8,6% mentre la Francia segna un +52,4%, la Grecia +40,7%, la Croazia +45,3% e la Spagna +11,8%. Ma anche altre nazioni, non bagnate dal mar Mediterraneo, hanno indicatori positivi: la Germania segna un +17,5%, la Gran Bretagna +16,2% e l’Austria +14%. “Mentre il resto d’Europa cresce a ritmi anche sostenuti – afferma Massimo Feruzzi, responsabile della ricerca – l’Italia resta al palo. La differenza è ancora più rilevante se si considera che, mentre in questo periodo in Italia l’offerta ricettiva – i posti letto – sono aumentati del +12%, in Francia hanno subito una riduzione del -10,5%“. Un altro fattore di rilevo, sempre a livello nazionale, è la riduzione dei flussi interni, quindi dei clienti italiani, che in dieci anni diminuiscono del 6,7%, mentre crescono gli stranieri del 24,4% e ora valgono il 49% del totale rispetto al 40,5% del 2003. “Il tasso di sviluppo del turismo – afferma Feruzzi – può essere analizzato solo confrontando incremento delle presenze ed aumento dei posti letto.” Si salvano solo 5 regioni Emerge così che nel decennio 2003/2013 solo cinque regioni hanno visto un’effettiva crescita dei flussi, e tra queste è la Calabria (che ha un tasso di Growth Tourism Rate del +12,2%) a segnare i dati più positivi seguita da Piemonte (+12%), Trentino Alto Adige (+11,1%), Lazio (+2,5%) e Veneto (+0,8%). Tutte le altre regioni hanno dati in negativo, ed è il Molise la regione che segna i risultati peggiori (nel decennio è andata in decremento del 37,3%) seguita da Umbria (-29,1%), Sicilia (-29%), Campania (-28,9%), Valle d’Aosta (-14,5%) e Liguria (-13,7%). Per quanto riguarda i mercati esteri, le migliori performances di crescita – sempre nel decennio – sono state effettuate da Sardegna e Puglia; i risultati peggiori da Molise, Basilicata e Marche”. Guardando i posti letto la Sicilia ha avuto il maggior incremento di offerta ricettiva nel decennio: +39,2%, passando da circa 146 mila posti letto ad oltre 204mila. Nel 2013 la regione con maggior capacità ricettiva è il Veneto con 712.655 posti letto (era al primo posto anche nel 2003 con circa 642mila posti letto), seguita dalla Toscana (532.774) ed Emilia Romagna (452.750). Per le presenze è il Piemonte la regione che ha ottenuto le migliori performance nel decennio, passando da circa 8 milioni 940mila a oltre 12 milioni 690mila (+41,9%). Nel 2013 a ottenere i migliori risultati assoluti in termini di presenze il Veneto (61 milioni 530 mila) seguita dal Trentino Alto Adige (44 milioni 490 mila) e Toscana (42milioni 690 mila).