Italia in crescita sul mercato globale Assocamerestero: ma serve una nuova strategia

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Saldo al netto dell’energia che sfiora gli 85 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto al 2012); tassi di incremento secondi solo alla Germania negli ultimi tre anni (e nel 2013 la performance è addirittura superiore: +0,1% contro il -0,2%); incidenza Saldo al netto dell’energia che sfiora gli 85 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto al 2012); tassi di incremento secondi solo alla Germania negli ultimi tre anni (e nel 2013 la performance è addirittura superiore: +0,1% contro il -0,2%); incidenza dell’export sul Pil in costante crescita dal 2010 (fino a raggiungere il 25%): questi i numeri dell’Italia che conquista i mercati esteri.


Cosa succede nelle politiche di promozione quando ci si accorge che non esiste un solo “made in Italy” e che magari il prodotto originale potrebbe avvantaggiarsi anche di quello che in gergo chiamano “Italian sounding”? Servono effettivamente più risorse o magari bisogna riorganizzarle seguendo una diversa strategia, che non favorisca solo l’ingresso delle imprese italiane su nuovi mercati ma anche il loro effettivo radicamento? Che significa avere un approccio realmente internazionale sui mercati per un nuovo made in Italy? Solo due meridionali nell’Advisory Board di Assocamerestero – A questi interrogativi vuole provare a rispondere l’Advisory Board di Assocamerestero – l’Associazione delle 81 Camere di Commercio Italiane all’Estero presenti in 55 Paesi – grazie al contributo di 20 imprenditori del made in Italy, appartenenti a importanti aziende del manifatturiero, dei servizi e della finanza – che hanno espresso il loro punto di vista ai rappresentanti del mondo delle istituzioni italiane presenti alla riunione di insediamento tenutasi ieri a Milano. Nel Board sono solo due i capitani d’indisria provenienti dal Mezzogiorno: Marco Zigon, numero uno di Getra e Carlo Palmieri, amministratore delegato di Pianoforte Holding (Carpisa-Yamamy). Promozione 2.0 – Diverse esperienze imprenditoriali sui mercati mondiali che condividono un’unica esigenza: la necessità di un approccio alla promozione che non sia italo-centrica, ma recepisca e metabolizzi gli stimoli della domanda mondiale. Non possiamo più generalizzare: il made in Italy non è solo “amusement” ma soprattutto grande capacità di produrre e offrire soluzioni personalizzate, innovative ed efficienti per i consumatori e le imprese estere, come dimostrato dal fortissimo incremento delle vendite all’estero da parte della meccanica strumentale, il cui attivo arriva quasi a toccare i 50 miliardi di euro nel 2013 (ben il 58% del surplus extra-energetico). Gli Italy Followers: nuova risorsa di business – Soluzioni personalizzate e creative che richiedono politiche promozionali che valorizzino le diverse competenze di ciascun soggetto e favoriscano la mediazione con gusti e culture dei mercati esteri. È sulla domanda di Italia e non sull’offerta di Italia che si deve costruire un nuovo modo di promuovere il nostro Paese nel mondo. La politica del ’“one fits all” non paga sul mercato globale, il consolidamento della presenza italiana passa per chi “vuole fare l’italiano”, ama i prodotti “fatti all’italiana”, in sintesi gli Italy followers, una comunità che, se stimolata, può rappresentare una risorsa di nuovo business. La rete delle Camere di commercio nel mondo – Questo significa lavorare sull’immaginario, ma anche sui fatti e su quello che l’Italia offre in termini di prodotti, di servizi, di know-how. È questo il lavoro nelle corde delle reti italiane nel mondo, di quelle comunità d’affari che possono veicolare un nuovo concetto di “made by” piuttosto che di “made in” Italy. Comunità di cui fanno parte i 1.300 amministratori-imprenditori delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) e che sono un importante fattore di diffusione presso le altre imprese del nuovo volto del prodotto italiano. Non servono nuove risorse ma una nuova organizzazione – E qui anche un messaggio al Governo: probabilmente non servono più risorse per la promozione nel mondo, ma una loro diversa organizzazione, valorizzando le specificità di ciascun soggetto e coinvolgendo le imprese e il mercato nella realizzazione delle iniziative e facendo crescere il peculiare contributo delle CCIE, cui i loro stessi “utenti”, le imprese, riconoscono un valore continuando a investire affinché le azioni e i servizi vengano realizzati, perché si tratta di un network che realizza progetti coniugando bisogni delle imprese e opportunità dei mercati che presidiano.  


COMPONENTI ADVISORY BOARD ASSOCAMERESTERO Ornella Barra, Amministratore Delegato Pharmaceutical Wholesale Division, Alliance Boots Piero Bassetti, Presidente Globus et Locus Ronni Benatoff, Presidente Fiideco S.p.A. Mario Boselli, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana Mario Erba, Vice Direttore Generale Banca Popolare di Sondrio Filippo Ferrua, Vice Presidente Ferrero S.p.A. Carlo Palmieri, Amministratore Delegato Pianoforte Holding S.p.A. Edoardo Pollastri, Past President Assocamerestero/Presidente Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria e Agricoltura di San Paolo Cesare Puccioni, Presidente Puccioni S.p.A. Giuseppe Recchi, Presidente ENI Marcello Sala, Vice Presidente Esecutivo Intesa Sanpaolo S.p.A. Leonardo Simonelli Santi, Presidente Assocamerestero Giorgio Trevisi, CEO Oxicar Carlo Edoardo Valli, Presidente Valli Arredobagno Gianni Zonin, Presidente Casa Vinicola Zonin S.p.A. Marco Zigon, Presidente Gruppo Getra