Italia in deficit di democrazia

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A cura di Pietro Funaro Lavorarono molto i Padri fondatori della Repubblica sul finire del secondo dopoguerra per incardinare nella Carta costituzionale tutti i principi giuridici per realizzare in Italia la democrazia A cura di Pietro Funaro Lavorarono molto i Padri fondatori della Repubblica sul finire del secondo dopoguerra per incardinare nella Carta costituzionale tutti i principi giuridici per realizzare in Italia la democrazia compiuta. Volevano che le libertà degli italiani fossero garantite al massimo così come gli strumenti di partecipazione alla vita pubblica attraverso un sistema elettorale che fosse esercitato dal popolo sovrano. Dovevano essere i cittadini a scegliere quale partito e quali uomini dovessero governare, a tutti i livelli, dagli enti locali allo Stato. Un sistema per sostenere la piena partecipazione degli italiani alla vita della Repubblica e contribuire, in tal guisa, a concretizzare, nei fatti, la democrazia reale e vissuta. Un meccanismo che ha contribuito anche a colmare, almeno in buona parte, il vuoto esistente tra Paese reale e Paese legale. Un dato positivo sancito dall’ampia partecipazione, in termini percentuali, degli elettori alle varie consultazioni che si sono succedute per un cinquantennio. Ma, i nuovi padroni, esponenti maximi delle forze politiche della seconda Repubblica nel 2005 ritennero, evidentemente, gli italiani incapaci di scegliere i loro parlamentari ed introdussero il voto bloccato: si poteva scegliere la lista da votare ma non gli eletti che sono stati designati dai vari capipartito novelli taumaturghi della politica italiana. Oggi, in nome delle grandi riforme annunciate, un nuovo scippo al popolo sovrano, il Senato sarà composto dagli eletti dai consiglieri regionali. Casta per casta, potentato per potentato. In barba alla auspicata democrazia compiuta. E il tutto con la complicità dei partiti di maggioranza e quello di finta opposizione del fu cavaliere Berlusconi. Il cosiddetto patto del Nazareno tra il rottamatore Matteo Renzi ed il fidanzatino della giovane Francesca Pascale, il vecchio leader di Forza Italia, continua a sacrificare sull’ara del leaderismo le libertà degli italiani. Tutto questo mentre l’Europa continua a pressare l’Italia affinché vari riforme strutturali in tema di finanza pubblica per abbassare il deficit del Paese che continua a crescere. Ma non era più urgente e utile per il Paese fare “patti” che consentissero la ripresa economica e restituissero un minimo di serenità agli italiani oramai arrivati al limite della sopportazione? Possibile che il vero problema sia rappresentato dalla riforma del Senato? Interrogativi che provocano riflessioni inquietanti ed attendono risposte che molto probabilmente non arriveranno mai. Continua ad imperare l’interesse di pochi a danno dei moltissimi! Con buona pace dei Padri fondatori della Repubblica e di tutti gli italiani.