Italia: indice di fiducia delle imprese in aumento a maggio, ma le dinamiche settoriali dipingono un quadro contrastato

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L’indice complessivo di fiducia delle imprese è salito da 102,7 a 103,4, innalzando la media del secondo trimestre a 103,05 (1,4 punti sopra quella del 2015 T1). L’aumento dello IESI contrasta però con dinamiche settoriali tutte di segno opposto: la fiducia cala nella manifattura da 102,7 a 102,1, nei servizi da 107,4 a 107,9, nel commercio da 101,9 a 100,9 e nelle costruzioni da 121,2 a 120,4. L’anomalia è giustificata da Istat con l’approccio di aggregazione ora in uso.

Tra le imprese manifatturiere, il giudizio sul livello degli ordini è ulteriormente peggiorato in maggio, toccando il minimo da inizio anno a -15. Responsabili del calo sono gli ordinativi esteri, più che quelli domestici. L’unico aggregato che non registra un peggioramento è quello dei beni strumentali, dove però il deterioramento era già avvenuto nel primo trimestre e questo mese sono calate le attese di produzione. Queste ultime sono stabili e positive, invece, per beni di consumo e beni intermedi. La flessione dell’indice di fiducia per la manifattura rafforza il timore (ispirato dal contrasto fra il calo del PMI per l’Eurozona a fronte di aumenti per Germania e Francia) che il PMI manifatturiero dell’Italia risulterà debole in maggio.

Nelle costruzioni, il calo dell’indice di fiducia risulta dal peggioramento nel comparto dell’ingegneria civile e dei lavori specializzati, solo in parte compensato dal miglioramento nella costruzione di edifici. Per quest’ultima, riteniamo che la situazione fondamentale sia in miglioramento.

Anche nei servizi di mercato si sono riscontrate dinamiche per comparto divergenti: il calo ha riguardato esclusivamente i servizi turistici, eccezionalmente volatili negli ultimi mesi, mentre sono saliti gli indici per trasporto e magazzinaggio, comunicazioni e informazione, servizi alle imprese. Servizi e costruzioni mostrano tendenze mediamente più positive rispetto alla manifattura nel passaggio fra il primo e il secondo trimestre.

Nel commercio al dettaglio, a un giudizio invariato sulle vendite correnti si contrappone una valutazione meno positiva sulle vendite future, in particolare nella grande distribuzione.

In calo la fiducia dei consumatori, passata da 114,1 a 112,7. In questo caso, il deterioramento riguarda il giudizio sull’economia in generale, nettamente peggiorato in maggio, ma non quello sulla situazione personale, che migliora da 104,8 a 105,4.

L’andamento dell’indice generale di fiducia delle imprese è coerente con una crescita del PIL sostanzialmente invariata nel secondo trimestre, anche se la dinamica settoriale (in particolare per la manifattura), mostra un andamento un po’ meno confortante – e sicuramente incompatibile con qualsiasi attesa di accelerazione della ripresa nel breve termine. Cautela è anche consigliata dall’andamento negativo della produzione industriale nel bimestre febbraio-marzo, che lascia al secondo trimestre un trascinamento negativo di -0,3% e, in generale, dalla debole dinamica degli ordinativi e dei flussi commerciali italiani negli ultimi mesi.