Italia-Iran alla scoperta di santuario

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(ANSA) – TEHERAN, 15 MAR – Un santuario a terrazze risalente a oltre duemila anni fa, sorvegliato da una fortezza e da due fortilizi. Una città funeraria sparsa per oltre cinquanta ettari, con tombe contenenti preziosi oggetti, collegate l’una all’altra da un reticolo di sentieri. E’ l’enigmatico sito, risalente all’epoca degli imperi dei Seleucidi e dei Parti (II sec. a.C. – II d.C.), che una missione archeologica congiunta tra Italia e Iran sta riportando alla luce nella splendida valle di Shami, nella regione del Khuzestan, in Iran, non lontano dal confine iracheno.
    L’avventura per l’archeologo italiano Vito Messina, dell’Università di Torino, e per il suo collega iraniano, Jafar Mehr Kian, è cominciata alcuni anni fa. “La valle di Shami rappresenta quasi un luogo mitico per noi studiosi” – racconta all’ANSA il prof. Messina, a Teheran per illustrare in un convegno internazionale i risultati degli scavi in corso.
   

(ANSA) – TEHERAN, 15 MAR – Un santuario a terrazze risalente a oltre duemila anni fa, sorvegliato da una fortezza e da due fortilizi. Una città funeraria sparsa per oltre cinquanta ettari, con tombe contenenti preziosi oggetti, collegate l’una all’altra da un reticolo di sentieri. E’ l’enigmatico sito, risalente all’epoca degli imperi dei Seleucidi e dei Parti (II sec. a.C. – II d.C.), che una missione archeologica congiunta tra Italia e Iran sta riportando alla luce nella splendida valle di Shami, nella regione del Khuzestan, in Iran, non lontano dal confine iracheno.
    L’avventura per l’archeologo italiano Vito Messina, dell’Università di Torino, e per il suo collega iraniano, Jafar Mehr Kian, è cominciata alcuni anni fa. “La valle di Shami rappresenta quasi un luogo mitico per noi studiosi” – racconta all’ANSA il prof. Messina, a Teheran per illustrare in un convegno internazionale i risultati degli scavi in corso.