Italia-Russia: accordo Confindustria-ministero Industria

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Il ministero dell’Industria e del Commercio russo e Confindustria in Russia hanno firmato oggi un memorandum di cooperazione così da istituire una ‘cabina di regia’ e accompagnare le società italiane che vogliono delocalizzare la loro produzione in Russia. Il ministro Denis Manturov ha rappresentato la parte russa mentre il presidente di Confindustria Russia, Ernesto Ferlenghi, quella italiana.

    “Per noi – ha detto Ferlenghi – era fondamentale stringere questo accordo e reggere così la ‘concorrenza’ dei nostri colleghi francesi e tedeschi. I tedeschi, in particolare, hanno prima di altri scommesso sul modello delle joint venture e negli ultimi due anni ne hanno create 3mila: l’Italia solo 150”. Ecco perché era fondamentale recuperare terreno e avere una ‘finestra’ al ministero che renda possibile individuare i partner migliori per le aziende italiane – Manturov ha indicato i settori dell’ingegneria e della farmaceutica come particolarmente “promettenti” per il sistema-Italia – che vogliono entrare nel mercato russo. Dove, per l’appunto, si sta puntando sempre di più alla cooperazione con le aziende estere – e dunque la produzione in loco – piuttosto che la semplice importazione di beni e servizi.
    “La sinergia a livello umano è alla base di tutte le nostre iniziative”, ha detto il ministro incontrando la stampa, anticipando che nella sua visita in Italia (prevista a maggio) incontrerà il ministro dell’Economia e con lui discuterà lo sviluppo di “nuovi strumenti” per incoraggiare gli investimenti.

    A questo proposito, Ferlenghi ha sottolineato quanto sia importante per le aziende italiane la revisione della legge che impone alle aziende pubbliche russe – e dunque, ad esempio, il grosso del settore oil&gas – di accordare contratti solo e unicamente attraverso appalti. Che per natura, nella logica dei ribassi, tende a non considerare l’apporto alla filiera locale offerto magari da una delle aziende in gara. Ecco, questo dovrebbe cambiare.

    Il prossimo contratto d’investimento – per cifre superiori a 750 milioni di rubli, ovvero circa 10 milioni di euro – dovrebbe infatti prevedere un percorso “agevolato”, con consistenti sgravi fiscali, per le aziende che vogliono portare il loro know-how in Russia, e un “vantaggio competitivo” nell’assegnamento degli appalti per chi si localizza.
   

Il ministero dell’Industria e del Commercio russo e Confindustria in Russia hanno firmato oggi un memorandum di cooperazione così da istituire una ‘cabina di regia’ e accompagnare le società italiane che vogliono delocalizzare la loro produzione in Russia. Il ministro Denis Manturov ha rappresentato la parte russa mentre il presidente di Confindustria Russia, Ernesto Ferlenghi, quella italiana.

    “Per noi – ha detto Ferlenghi – era fondamentale stringere questo accordo e reggere così la ‘concorrenza’ dei nostri colleghi francesi e tedeschi. I tedeschi, in particolare, hanno prima di altri scommesso sul modello delle joint venture e negli ultimi due anni ne hanno create 3mila: l’Italia solo 150”. Ecco perché era fondamentale recuperare terreno e avere una ‘finestra’ al ministero che renda possibile individuare i partner migliori per le aziende italiane – Manturov ha indicato i settori dell’ingegneria e della farmaceutica come particolarmente “promettenti” per il sistema-Italia – che vogliono entrare nel mercato russo. Dove, per l’appunto, si sta puntando sempre di più alla cooperazione con le aziende estere – e dunque la produzione in loco – piuttosto che la semplice importazione di beni e servizi.
    “La sinergia a livello umano è alla base di tutte le nostre iniziative”, ha detto il ministro incontrando la stampa, anticipando che nella sua visita in Italia (prevista a maggio) incontrerà il ministro dell’Economia e con lui discuterà lo sviluppo di “nuovi strumenti” per incoraggiare gli investimenti.

    A questo proposito, Ferlenghi ha sottolineato quanto sia importante per le aziende italiane la revisione della legge che impone alle aziende pubbliche russe – e dunque, ad esempio, il grosso del settore oil&gas – di accordare contratti solo e unicamente attraverso appalti. Che per natura, nella logica dei ribassi, tende a non considerare l’apporto alla filiera locale offerto magari da una delle aziende in gara. Ecco, questo dovrebbe cambiare.

    Il prossimo contratto d’investimento – per cifre superiori a 750 milioni di rubli, ovvero circa 10 milioni di euro – dovrebbe infatti prevedere un percorso “agevolato”, con consistenti sgravi fiscali, per le aziende che vogliono portare il loro know-how in Russia, e un “vantaggio competitivo” nell’assegnamento degli appalti per chi si localizza.