Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 17 aprile, all’interno della rubrica “Spigolature“.
di Ermanno Corsi
Come sempre avviene (libri, giornali, servizi televisivi) il titolo da sùbito, in estrema sintesi, l’idea della materia di cui si intende raccontare o parlare. La “due giorni” sorrentina del “Forum Ambrosetti” (studio attivo dal 1965 come consulente di gruppi e imprese multinazionali), ha avuto il merito di fare il punto, senza se e senza ma, sulla “questione meridionale” come grande, e da troppo tempo insoluto, problema italiano-europeo: soprattutto il merito di aver indicato alcune vie d’uscita che si presentano oggettivamente di grande rilevanza mediterraneo-internazionale. Ecco perché sarebbe stato forse preferibile, nel titolo, integrare il generico “verso” Sud (semplice indicazione di un cardine geografico) con l’articolo determinativo verso “il” Sud (direzione territoriale socio-economica ben precisa che, dati anche i tempi, appare oggettivamente senza alternative).
PRESENZA DELLO STATO. Nel giro di poche settimane, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita Procida: piccola isola mediterranea che ha meritato l’ambìto e gratificante titolo di capitale della cultura; poco dopo, il 25 aprile, è invece ad Acerra (medaglia d’oro al valor civile) per celebrare l’anniversario della Liberazione e ricordare come qui, nel 1943, il nazismo ha compiuto una feroce azione criminale massacrando 88 persone. A metà maggio è presente ai lavori di Sorrento (accanto il presidente della Camera Roberto Fico) . Lo stesso premier Mario Draghi è venuto a Napoli per firmare il patto che tira fuori la Città dallo sprofondo rosso in cui era precipitata; a Sorrento batte molto sul punto che il Sud è strategico per quel nuovo sviluppo di cui c’è drammatico bisogno essendo giunto il momento di dire basta con i “pigri pregiudizi” del passato. Tra i numerosi ministri intervenuti, particolare il ruolo di Mara Carfagna fermamente attestata sulla linea della “coesione nazionale” (è lei la mente che ha pensato il meeting sorrentino).
OCCHI SUL MEDITERRANEO. Don Lorenzo Sturzo -siciliano di Caltagirone, fondatore nel 1919 del Partito popolare da cui nacque la Democrazia cristiana- definì il “mare tra due terre” un “ponte gettato dalla natura tra Europa, Africa e Asia”. Di quel “ponte” ora si avverte l’assoluta necessità (mentre non sembra potersi dire altrettanto, visti i costi preventivati, per quello che dovrebbe collegare la Calabria con Messina). Da tempo anche Adriano Giannòla, presidente Svimez, considera “il” Sud “ponte” dell’Europa per i Paesi dell’Africa mediterranea dall’Algeria alla Libia. Una visione particolarmente strategica (lo ribadisce la Carfagna) specie ora che dall’est Europa non soffiano venti favorevoli e tranquillizzanti dopo l’aggressione putiniana all’Ucraina. Inevitabili le sanzioni adottate dall’Unione europea, ma di vitale importanza è approntare rapidamente fonti energetiche sostitutive dei gasdotti bloccati per ritorsione dalla Russia.
UN SECONDO MOTORE. E’ quello che va attivato nel Sud del nostro Paese come “porta” per far entrare in Europa l’energia nuova, non inquinante e rinnovabile connessa con il sole, le pale eoliche, la geotermia come calore naturale della Terra. Già previsto un maggiore utilizzo dei rigassificatori (gas liquido del nord Africa trasformato in aeriforme), mentre non si esclude l’aumento di produttività per il Gasdotto Trans-Adriatico che dall’Azerbaijan è arrivato, dopo tante polemiche e perfino azioni di sabotaggio, a Melendugno nella pugliese provincia di Lecce (coloro che a suo tempo -ambientalisti negazionisti per immorale elettoralismo e presidente della Regione Michele Emiliano per motivi di schieramento partitico- si opposero pervicacemente all’impianto, dovrebbero oggi mangiarsi le mani…).
LE CONDIZIONI DI DRAGHI. Il Sud è a una svolta decisiva. Lo Stato c’è. Ma molto dipende anche dagli imprenditori privati, dagli amministratori e tecnici di Regioni e Comuni, dalla efficienza e progettualità della politica, dal contrasto serrato a illegalità e malavita organizzata. Il premier ha dato tempi per una prima verifica degli impegni presi. Villa Zagara, “gioiello tra i panorami e le scogliere del golfo”, lo attende con fiduciosa apprensione. Mentre lui prendeva la via per Roma, sembra che gli abbiano fatto ascoltare la stupenda canzone (dei fratelli Ernesto e Giambattista De Curtis), “Torna a Surriento, nun te scurdà”.