Italia-Egitto, ripartono gli affari
In prima linea la Getra di Zigon

48

Superata la grande paura legata agli imprevisti sviluppi della Primavera araba, le grandi aziende italiane tornano a riaffacciarsi in Egitto, il Paese mediterraneo che ha registrato, nell’ultimo Superata la grande paura legata agli imprevisti sviluppi della Primavera araba, le grandi aziende italiane tornano a riaffacciarsi in Egitto, il Paese mediterraneo che ha registrato, nell’ultimo decennio, la maggiore crescita di investimenti italiani (30 per cento) grazie a 880 imprese che realizzano, sulle sponde del Nilo, un fatturato annuo complessivo di oltre 3,5 miliardi e ocupano circa 30 mila persone. Tra esse, in u ruolo di primo piano, c’è Getra (leader mondiale nei sistemi di trasporti, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica) che, proprio in Egitto, spiega il patron del Gruppo campano, Marco Zigon, “punta ad ampliare la sua presenza con la partecipazione ai progetti energetici annunciati dal presidente Abd al-Fattah al-Sisi” nell’incontro svoltosi martedì scorso a Roma, con il capo del Governo italiano. “Il settore energetico, peraltro – aggiunge Zigon – è un asset di primaria importanza per entrambi i paesi”. Non a caso Zigon è tra i componenti del consiglio del Business Council, svoltosi a porte chiuse al St. Regis Grand Hotel nelle stesse ore in cui si teneva il vertice intergovernativo. Nato nel 2006 il Business Council ha per scopo quello di agevolare i rapporti commerciali tra i due Paesi (l’Italia è all’11° posto per investimenti stranieri in Egitto e il quarto paese nella classifica delle importazioni egiziane): una cooperazione economica che soltanto nel 2013 ha generato 902 progetti d’investimento e scambi per 4,7 miliardi di dollari (+6,5% nella prima metà del 2014). “l Business Council – spiega ancora Zigon – consiste in un confronto di alto livello su temi di carattere strategico e punta a rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo delle relazioni economiche tra i due Paesi”. Ostacoli che, a giudicare dalle rassicurazioni fornite dal Presidente egiziano, sarebbero in via di superamento. Uno studio recente di Srm sulle aspettative economiche dell’Egitto conferma che il Cairo “ha deciso di dare avvio a nuovi mega-progetti di investimento concentrati prevalentemente nelle infrastrutture, nell’ottica di favorire maggiori investimenti interni e dall’estero come ad esempio il Raddoppio del Canale di Suez; opere che potenzialmente attireranno imprese italiane”. Sempre secondo Srm queste ultime possono contare, in Egitto, su un sistema finanziario e bancario più efficiente che in altri Paesi dell’area (come la Turchia) e che presenta un elevato livello di concentrazione ( l’attivo delle prime 5 banche egiziane copre il 68,2% di quello totale dell’intero sistema creditizio nazionale). Il Gruppo campano, che opera anche in Europa e America Latina, ha interessi strategici proprio in Africa e Golfo Persico. E proprio all’espansione di questi ultimi mercati (oltreché di quelli tradizionali continentali e oltre-atlantici) è finalizzato il programma di ampliamento dei suoi stabilimenti in Campania: 25 milioni di euro di investimenti entro il 2016 per realizzare un incremento strutturale delle capacità produttive capace di sostenere, per l’appunto, l’espansione del Gruppo nei nuovi mercati dell’energia.