Ad un anno dall’insediamento di Pasquale D’Avino come nuovo ambasciatore d’Italia ad Astana, un altro napoletano ottiene gradimento particolare sll’estero in ambienti diplomatici e la cosa è stata sottolineata dalla Farnesina, citando il gradimento del Governo interessato. D’Avino nasce nel 1956 a Napoli, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1979. Entra in carriera diplomatica nel 1982, ed inizia il suo percorso professionale alla Farnesina presso la Direzione generale per le Relazioni Culturali. I suoi primi incarichi all’estero sono in Arabia Saudita, prima a Gedda nel 1984 e poi a Riad dal 1985. Nel 1987 diventa primo vice console a New York, poi confermato nella stessa sede con funzioni di console aggiunto. Nel 1989 diventa primo segretario commerciale, poi consigliere commerciale, ad Addis Abeba. Rientrato a Roma nel 1992, presta servizio alla Direzione generale Affari politici. Dal 1995 reggente del consolato generale a Chicago, è confermato quale console generale nel 1999. Nel 1999 si trasferisce a Bruxelles, dove assume come primo consigliere alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue. Rientra a Roma nel 2004, alla Direzione generale per i Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente, mentre tra il 2005 e 2006 presta servizio presso la presidenza del Consiglio dei ministri quale direttore del Servizio affari internazionali del dipartimento del Cerimoniale di Stato. Nel 2006 prosegue la sua carriera all’estero in qualità di ministro consigliere alla Rappresentanza permanente presso le Organizzazioni internazionali a Ginevra. Nel 2011 assume invece le funzioni di ambasciatore a Praga. Dal 2014, rientrato alla Farnesina, è alle dirette dipendenze del Direttore generale per l’Unione Europea, poi del Direttore generale per gli Affari politici e di sicurezza dal 2017. È nominato capo della Task Force Osce dal 26 maggio 2017 al 30 gennaio 2018. L’ambasciatore D’Avino è stato insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica nel 2012. Un cultore e rappresentante dell’ autorità geopolitica come Domenico Letizia afferma in un suo editoriale:“Innumerevoli e continue sono le novità geopolitiche provenienti dal Centro Asia. Il Kazakistan nelle ultime settimane è stato al centro dell’attenzione politica per i nuovi scenari istituzionali e per i cambiamenti politici che hanno riguardato i vertici del paese. Il neo presidente del paese Kassym-Jomart Tokayev è atterrato oggi all’aeroporto internazionale Islam Karimov di Tashkent e ha iniziato la sua visita ufficiale in Uzbekistan. Stando alle notizie riprese da “Agenzia Nova” e dall’agenzia stampa “Kazinform”, il neo presidente è stato accolto dal ministro degli Esteri uzbeko, Abdulaziz Kamilov, e dal sindaco di Tashkent, Jahongir Ortikhodjaev. Tokayev ha in programma una serie di incontri con l’altro protagonista della regione del centro asia, il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, con cui discuterà una serie di questioni geopolitiche pressanti sul piano regionale ed interregionale, ribadendo l’importanza e il futuro della cooperazione bilaterale in ambito economico, commerciale, sociale, umanitario e dei trasporti. Secondo quanto riportato da “Kazinform”, la visita si concluderà con la firma di una serie di accordi bilaterali e con la partecipazione dei due presidenti alla cerimonia organizzata per l’inaugurazione dell’Anno del Kazakhstan in Uzbekistan. Il protagonismo delle due nazioni, che invogliano la comunità imprenditoriale internazionale ad investire nei propri paesi, appare confermato anche dalla recentissima classifica «Worldwide Cost of Living Report» che monitora prezzi di oltre 160 prodotti e servizi, tra cui scuole private, attività ricreative, costi per i trasporti e cura della persona all’interno delle più importanti città. Tra le città meno costose e più appetibili per sviluppare affari compaiono Tashkent (Uzbekistan) e Almaty (Kazakhstan) insieme a Bangalore (India) e Karachi (Pakistan). Tali nazioni ricoprono un forte protagonismo dal punto di vista geo-strategico nell’Asia centrale, sia per la propria collocazione geografica che per le immense risorse naturali, soprattutto energetiche, di cui sono dotate. Il Kazakhstan è il principale partner economico della Cina nell’Asia centrale, ruolo che ricopre soprattutto grazie alla ricchezza dei suoi giacimenti petroliferi. L’Uzbekistan ha già nella Cina il suo principale partner economico. Il contributo uzbeko al mercato cinese non si esaurisce solo agli idrocarburi. Il paese fornisce fibre di cotone, fertilizzanti minerali, gas naturale, metalli non ferrosi e altri beni, circa il 13% dell’export uzbeko è diretto verso la Cina. L’Unione Europea e l’Italia dovrebbero avere un protagonismo più diretto in questa regione geografica, soprattutto perché tali paesi chiedono alla nostra penisola maggiore collaborazione e cooperazione e solo in tale modo è possibile sottrarre il primato geopolitico nella zona alla Cina. Il Kazakistan dopo l’Expo chiede collaborazione energetica con il nostro paese anche in termini tecnologici e di innovazioni, mentre l’Uzbekistan sta diversificando la propria economia a partire dal cotone e dal baco da seta. L’anno scorso nei locali dell’Ambasciata dell’Uzbekistan a Roma si è svolto un briefing dedicato allo sviluppo contemporaneo del settore della seta in Uzbekistan e ai progetti bilaterali e commerciali, reciprocamente vantaggiosi, opportunità d’investimento tra Italia e Uzbekistan. L’evento è stato presieduto dal presidente del Consiglio dell’associazione “Uzbekipaksanoat” responsabile dell’intera industria della seta dell’Uzbekistan, Bakhrom Sharipov, che nel suo intervento ha riservato una particolare attenzione agli aspetti riguardanti l’organizzazione delle visite d’affari per gli imprenditori italiani interessati al settore della seta, delle produzioni congiunte e alla modernizzazione degli impianti in Uzbekistan “.
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