Siamo a colloquio con Dario Pennino, responsabile per le attività commerciali di KSR Group nel Sud Italia. Pennino proviene da altri settori, in particolare quello vitivinicolo dove tuttora segue cantine in Toscana e in Puglia sotto forma di consulenza. Giornalista pubblicista per i suoi trascorsi in un’azienda editoriale, ora è anche impegnato con l’azienda austriaca per un ambizioso progetto di sviluppo. La KSR ha uffici in Italia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Francia, Spagna, Lussemburgo. E distribuisce i suoi prodotti in mezza Europa.
Siamo in Austria, come possiamo definire KSR Group? Un gruppo emergente?
Si, relativamente giovane. E’ un’azienda familiare al 100% , appartiene alla famiglia Kirshenhofer, che ha degli antichi trascorsi industriali sin dall’800 prima di approdare alla produzione di veicoli a motore una ventina di anni fa. Il settore Automotive è molto impegnativo dal punto di vista dei flussi finanziari, richiede un uso ingente di capitali. Siamo a Theiss, una cinquantina di kilometri da Vienna. La nuova sede nella quale ci siamo appena trasferiti, proprio per soddisfare una crescita davvero veloce, che ci vedrà impegnati per i prossimi anni. Nel 2015 abbiamo fatturato 50mio di euro, lo scorso anno circa 70, e chiudiamo il 2017 a 100.
Crescita di questo livello ormai sono una rarità.
Non saprei dirle, so solo che se un’azienda che ha dei progetti validi, una visione, una buona distribuzione, prodotti con ottimo rapporto prezzo/qualità che incrociano il segmento di mercato di appartenenza, in casi come questi si può fare molto anche in tempi duri. Alla base di tutto ci deve essere un marketing valido, dei manager che lavorano con passione e professionalità. Noi ci riuniamo spesso in Austria per decidere, realizzare strategie, avviamo un contradditorio, ed ogni idea è sempre bene accetta dalla proprietà. Ricordo che la parola marketing è abusata, associata genericamente e malamente alle attività di pubblicità. Il mio riferimento al marketing è di tipo tradizionale, nella sua vera accezione: prodotto, prezzo, distribuzione, comunicazione. Aggiungerei, pricepoint e rotazione.
Come nasce il suo rapporto di collaborazione con KSR?
Per un mero caso. Io provengo, dove continuo ad operare, dal settore vitivinicolo, dove ho acquisito una esperienza internazionale nelle attività di marketing sia strategico che operativo. Ma le moto sono la mia passione da ragazzino. Ho conosciuto Michael Kirschenhofer a Monaco di Baviera, ad inizio del 2016, e mi ha comunicato la volontà di introdurre la sua azienda nel meridione d’Italia. E’ così è stato. Sono andato a Krems, dove era situata la vecchia sede, ho sostenuto tredici colloqui in inglese con tredici responsabili di funzione (gli austriaci sono molto esigenti), ed eccomi qui. Ora, abbiamo circa trenta concessionari (plurimarche) tra Campania, Puglia, Calabria, Basilicata. La Sicilia non fa parte del mio territorio.
Cosa vendete?
Il successo di KSR Group è legato alla sua doppia veste, di produttore e di distributore. Produciamo moto e scooter – al momento 125 cc e 50, ma già all’Eicma (Esposizione Internazionale del ciclo e motociclo di Milano) del prossimo novembre presenteremo motorizzazioni di più elevate cubature – . Progettazione, design, tutto in Austria. Alcuni modelli sono il frutto della collaborazione con Gerald Kiska, il designer di KTM. Le produzioni avvengono negli stabilimenti asiatici di QJ, un colosso. I nostri ingegneri, abbiamo circa 35 dipendenti in Asia tra Cina e Taiwan, seguono i processi del controllo di qualità. I nostri standard produttivi sono rigorosi, le recenti omologazioni euro 4 esigenti, per cui tutto viene realizzato a regola d’arte.
La Brixton è un vero caso di successo.
Sì, ha spaccato il mercato delle 125. Stiamo realizzando numeri significativi, che ridefiniscono le cifre delle stesse immatricolazioni della categoria 125 in Italia. Il suo stile classic-modern, il suo motore dinamico, pulito ed affidabile, un sound corposo ed accattivante, ciclistica precisa, insomma la moto è piaciuta molto al pubblico dei giovani, e dei meno giovani, coloro che usano piacevolmente un 125 in città, per le gite fuoriporta, oppure come seconda moto. E vediamo quarantenni e cinquantenni risvegliare la loro passione per le moto, passando dagli scooter alla Brixton, perché l’hanno vista ed amata al primo colpo.
Al prossimo Eicma di novembre, la Brixton 250, vero?
Sì, stiamo già raccogliendo ordini in base alle programmazioni dei nostri dealers. Faremo numeri importanti.
Però, però…ad Eicma c’è qualcos’altro?
Eh, qui non posso e non voglio dire molto (sorride n.d.r.). Posso annunciare che abbiamo acquisito il marchio Lambretta. E’ stato un processo lungo e tortuoso, ma alla fine ci siamo riusciti. Stiamo già producendo le Lambrette. Avranno motorizzazioni 50, 125 e 200cc. Ho visto nei nostri uffici delle foto in anteprima, stupenda, sarà desiderata e amata da molti.
Veicoli elettrici?
Certo, noi produciamo il TTX, con batterie e ricarica tradizionali, mentre invece è da due mesi circa che abbiamo ufficializzato la distribuzione in Europa e in Italia del rivoluzionario NIU, batterie a litio estraibili. Un prodotto eccellente. Voglio ricordare che distribuiamo anche i quad della coreana Explorer.
Pennino, ma se dovesse esprimere un sogno, un desiderio?
Non è difficile nel mio caso: tutti su due ruote! Se lo scooter risponde ad esigenze di mobilità cittadina, o di stile di vita come sarà il caso della Lambretta, la moto è un sogno, un vero oggetto del desiderio, qualunque cilindrata o prezzo che sia.
Il futuro dell’Automotive?
Appena annunciato: veicoli puliti, poco inquinanti, affidabili, belli da vedere, da toccare, da guidare, da ascoltare nel loro sound, dal prezzo corretto e in linea con il posizionamento di mercato. A proposito, ma lei ce l’ha una Brixton?
Ecco, il manager Dario Pennino che a fine intervista vuol vendermi una moto, non si arrende mai…