L’imprenditorialità trasformativa e il moltiplicatore del rispetto

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Il Bazar delle Follie è il paradiso dei beni posizionali, quelli che acquistano i ricchi proprio perché espongono un cartellino con prezzi così alti da escludere la gente ordinaria. Dall’altronde, non è proprio il Bazar il paese a più alto tasso di ineguaglianza di ricchezza e reddito? Estranea al Bazar è l’inclinazione all’altruismo e alla reciprocità (l’altruismo ricambiato). Tanto più alta questa propensione, tanto più il rispetto moltiplica le occasioni di scoperte, invenzioni e innovazioni che poi genereranno imprenditorialità trasformativa. 
 
L’apprendista rilegatore
David Bodanis nel suo libro sulla famosa formula di Albert Einstein (E=MC2: Biografia dell’equazione che ha cambiato il mondo) ci fornisce tre esempi illuminanti circa le motivazioni e le emozioni sottostanti all’altruismo. A seguito del dono ricevuto da un oscuro apprendista rilegatore, motivato dall’eccitazione dell’omaggio e preso da stupore il chimico e inventore inglese Humphry Davy (1778-1829) aprì a quell’apprendista le porte della scienza: un’occasione che fece di Michael Faraday (1791-1867) uno dei più grandi scienziati del suo tempo. Le sue scoperte nei campi dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica ebbero formidabili ricadute sull’imprenditorialità. Dati i loro caratteri rispettivamente di discrezionalità e transitorietà, motivazioni ed emozioni si presentano come grandezze volatili. Così – ci ricorda Bodanis – lo stesso Davy anni dopo, quando Faraday aveva dimostrato le sue doti che lo avrebbero portato al successo, gli ritira il sostegno accusandolo di plagio. 
 
L’insegnante di Einstein
L’essere sociali e affermativi verso gli altri, guardandoli dentro, spinse un’insegnante a suggerire ad Einstein (1879-1955) la scuola anticonvenzionale da frequentare. Quel comportamento fu un piccolo ma importante colpo che contribuì a spingere il fisico tedesco in avanti lungo il sentiero della sua rivoluzionaria teoria della relatività. 
 
Il matematico scontroso
Al contrario, non motivato dal bisogno di realizzare qualcosa che lo avrebbe portato verso l’ignoto che gli faceva paura, il grande matematico francese Jules Henri Poincaré (1854-1912) fu scontroso nei confronti di Einstein.