La BCE archivia il QE e prepara il primo rialzo dei tassi. Ma l’incertezza è sovrana

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di Anna Maria Grimaldi*

La riunione BCE di dicembre chiude il QE che ha salvato la zona euro dalla stagnazione e dal rischio deflazione. Nelle parole di Draghi il QE è stato il principale motore della ripresa euro zona e resterà nel tool box della banca centrale europea che ormai può contare su strumenti assai simili a quelli di altre banche centrali.
La BCE ha preparato le mosse per il 2019 con le nuove stime macro che mostrano la crescita del PIL ancora al di sopra del potenziale fino al 2021 (1,7% nel 2019 – 2020 e 1,5% nel 2021) e l’inflazione in rialzo all’1,8% nel 2021. Mentre le nostre stime di inflazione sono allineate con quelle della BCE, siamo meno ottimisti sul quadro macro e pensiamo che la crescita possa tornare al potenziale (1,5%) già dal prossimo anno.
La valutazione dei rischi per lo scenario è ancora bilanciata ma si riconosce che stanno aumentando i rischi verso il basso a causa dell’incertezza sullo scenario globale, la minaccia protezionistica, la vulnerabilità degli emergenti e un possibile aumento della volatilità sui mercati.
Il Consiglio non ha discusso quando modificare la guidance sui tassi né quando dare avvio al ciclo di rialzi. Draghi ha riconosciuto un maggior grado di incertezza e in qualche modo sembra aver apprezzato le attese di mercato più caute sui rialzi dal momento che ha dichiarato che gli operatori hanno ben compreso la reazione di reazione BCE.
La novità è che la BCE ha specificato che la politica di reinvestimenti andrà avanti a pieno fin dopo l’avvio del ciclo di rialzi e in ogni caso fin quando necessario. Il Consiglio ha, quindi, adottato una strategia simile a quella della FED che nel 2014, nel dettagliare l’uscita dalle politiche non convenzionali, indicò che avrebbe ridotto i riacquisti solo dopo l’avvio dei rialzi dei tassi di policy.
La BCE non ha discusso cosa si intende “per riacquisti fin quando sarà ritenuto necessario” ma ci aspettavamo che questa formulazione sarebbe stata mantenuta dal momento che il Consiglio in questa fase vuole ragionevolmente lasciare aperte tutte le opzioni dato l’elevato grado di incertezza sullo scenario macro.
I dettagli tecnici sui riacquisti pubblicati alle 15 e 30 hanno aumentato la volatilità sui periferici ed in particolare sui governativi italiani, dal momento che indicano che nel medio periodo i riacquisti verranno eseguiti tenendo conto delle nuove quote capitale.
Il Consiglio non ha discusso cosa fare con le aste a lungo termine. Pensiamo che per marzo prossimo la BCE possa annunciare un’ultima asta ponte della durata di due anni a condizioni meno agevolate, indicizzata al Refi anziché al tasso sui depositi, per consentire alle banche, ancora in difficoltà, di tornare alla normalità, considerate anche le modifiche regolamentari in corso.
Riteniamo probabile che la BCE estenda l’assegnazione piena nelle aste di rifinanziamento fino all’ultimo periodo di mantenimento di riserva 2021. L’eccesso di liquidità sistemico,resterà significativo anche dopo lo scadere delle TLTRO II perché legato alla dimensione del bilancio BCE gonfiato dal portafoglio APP. Si aggiunga che il tasso (pre) Ester che sostituirà l’EONIA da ottobre 2019 scambia sotto il tasso sui depositi. In questo contesto sarà difficile riprendere il controllo del corridoio dei tassi.
Nel 2019, verrà a scadenza il mandato di tre su sei membri del comitato esecutivo: Praet a maggio, Draghi a ottobre e Coeure a dicembre. Gli equilibri potrebbero cambiare significativamente, dal momento che Draghi e Praet sono su posizioni assai moderate, e Coeure è stato generalmente su posizioni neutrali. La guidance sui tassi e riacquisti è una delle eredità della BCE di Draghi. Sarà da verificare se il nuovo comitato vorrà rispettare la formulazione attuale della guidance. Il Comitato Esecutivo e il nuovo Presidente della BCE potranno contare su una gamma di strumenti di politica monetaria non convenzionali che grazie alla guida di Draghi, la BCE ha saputo darsi in questi otto anni post crisi.

*senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo