Il presidente della Bce, Mario Draghi, compie oggi 70 anni. L’uomo che ha giurato di essere pronto a fare “qualunque cosa sia necessaria” (“whatever it takes”) in un celebre discorso tenuto il 26 luglio 2012 a Londra che rimarrà nella storia, festeggia il suo settantesimo compleanno a circa sei anni dal conferimento del suo incarico alla guida della Banca centrale europea. Un altro evento ha segnato il mandato del ‘custode dell’euro’. Il 22 gennaio 2015, infatti, il banchiere centrale ha imbracciato quello che è stato definito il ‘bazooka’, dando il via a un quantitative easing senza precedenti nell’eurozona per difendere la moneta unica dall’attacco degli speculatori. Proprio sul programma di acquisti di titoli di Stato, la Bce potrebbe dare un segnale di disimpegno con la riunione di politica monetaria di giovedì prossimo. Il mandato di Draghi alla guida della Bce è stato caratterizzato dal confronto, a tratti aspro, con il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, capo dei ‘falchi’ dell’ortodossia monetaria in seno al consiglio direttivo dell’Eurotower. Draghi, invece, in un contesto di bassa inflazione ha portato avanti una politica da ‘colomba’ abbassando i tassi di interesse fino ai minimi storici: il tasso chiave a zero, quello sui depositi a -0,40%. L’ex governatore della Banca d’Italia è stato anche protagonista di un curioso siparietto, quando, nell’aprile 2015, una manifestante ex del gruppo ‘Femen’ ha interrotto la sua abituale conferenza stampa a Francoforte ed è salita sul tavolo della presidenza prendendosela contro la “dittatura della Bce”. Sotto il suo mandato, inoltre, la Bacna centrale dell’euro ha deciso di adottare decisioni di politica monetaria ogni mese e mezzo, allineandosi alla Fed statunitense rispetto alla predente scadenza mensile, e ha iniziato a diffondere i verbali delle riunioni, nell’ambio di un processo per arrivare a una maggiore trasparenza.
