La Bcp di Torre del Greco vola nonostante il Covid. Nel III trimestre attivo di 5,3 mln (+8,6% sul secondo)

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In foto Felice Delle Femine, direttore generale della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco

“Il risultato del terzo trimestre conferma ancora una volta il grande impegno della nostra Banca ed il forte legame con le Imprese e le famiglie del territorio”: ad affermarlo è Felice Delle Femine, direttore generale della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, Nella nota diffusa ieri dal Cda della Bcp si annuncia infatti che il Consiglio di amministrazione dell’Istituto “ha esaminato e approvato i dati al 30 settembre 2020 che, nonostante il contesto impegnativo condizionato dall’emergenza Covid-19, registrano un risultato positivo di 5,3 milioni evidenziando nel terzo trimestre una crescita del margine di interesse pari a + 8,6% rispetto al secondo trimestre”.
“Tale risultato – prosegue lil comunicato -, rispetto al settembre 2019, tiene conto del peso delle prudenziali rettifiche per il rischio di credito, cresciute del 12% a/a resesi opportune per mantenere la solidità aziendale in previsione del peggioramento dello scenario macroeconomico caratterizzato da un grado di incertezza straordinario, dovuto alla nota emergenza”. Insomma, osserva con soddisfazione il Cda,”l’andamento economico al 30/9, al netto di tali attività prudenziali, nonostante la riduzione delle attività nel periodo di lockdown, conferma la sostenibilità della Banca in termini di modelli di business, grazie all’opportuna flessibilità coerente con la straordinarietà del momento. Rafforzato ulteriormente il posizionamento patrimoniale al 30/9 con l’indicatore TCR pari al 14,95%”.
Riguardo all’eccezionale contingenza economica determinata dalla pandemia, si legge ancora, “la Banca di Credito Popolare, riaffermando la consueta attenzione alle esigenze finanziarie della propria clientela, ha da subito posto in essere tutte le misure previste dai provvedimenti normativi emanati nel tempo per trasferire liquidità alle imprese e alle famiglie del territorio colpite dagli effetti economici negativi della pandemia”. “Le moratorie concesse al 30 settembre 2020 in ambito DL Cura Italia e accordi Abi – precisa la nota – hanno raggiunto le 2.301 unità per complessivi 372,5 milioni di controvalore in termini di debito residuo (di cui Euro 268 milioni relativi a imprese) alla data di attivazione della sospensione; al 30 settembre 2020 le scadenze delle prime moratorie sono state, in assenza di esplicita richiesta della clientela, prorogate normativamente al 31 gennaio 2020 per una % media pari al 58% del debito residuo riferibile alle imprese. Nell’ambito del Decreto Rilancio sono stati erogati n. 3.251 finanziamenti, per Euro 228,7 milioni circa, con garanzia dello Stato (di cui n. 2.914 finanziamenti fino a Euro 30 mila per complessivi 60,1 milioni) e n. 3 finanziamenti, per Euro 15 milioni, con garanzia Sace. Nell’ambito del Decreto Cura Italia si rilevano inoltre n. 169 finanziamenti a breve termine prorogati, per Euro 11 milioni”.
Grande la soddisfazione del direttore generale Felice Delle Femine, il quale fa notare come “in una situazione di difficoltà derivante dall’incertezza del contesto esterno, il risultato del terzo trimestre conferma ancora una volta il grande impegno della nostra Banca ed il forte legame con il territorio”. “Siamo ben consapevoli – dichiara – della responsabilità nei confronti dei nostri stakeholder, e siamo pronti ad affrontare la complessità del momento mettendo in campo iniziative concrete a sostegno del territorio e proseguendo nel ruolo di motore al servizio della crescita inclusiva e sostenibile. Le preoccupazioni per l’evoluzione della pandemia colmano di incognite le prospettive per i prossimi mesi, ma l’efficienza dimostrata nella gestione operativa, le soluzioni innovative che stiamo mettendo in campo e le conferme positive che ci arrivano dalle famiglie e dalle imprese del territorio, ci rendono sicuri per l’ultimo scorcio d’anno dove contiamo di continuare a crescere in modo sostenibile”

I dettagli sui principali indicatori

Le masse intermediate si portano a 4,3 miliardi, in crescita di 272 milioni circa (+6,7%) rispetto ai 4 miliardi di fine 2019. Le erogazioni complessive di finanziamenti a m/l termine dei nove mesi 2020 sono risultate pari a 401 milioni (di cui 265 milioni per misure Covid), in crescita di 197 milioni (+96% a/a) rispetto alle erogazioni dei nove mesi del 2019 ed includono 94 milioni circa di mutui erogati a privati (+3,7% a/a).
Anche nel terzo trimestre 2020 è proseguita incessantemente l’attività di rafforzamento patrimoniale attraverso la generazione interna di capitale che ha permesso di conseguire al 30 settembre 2020 la misura, mai raggiunta dall’Istituto, del 14,95% (+95 bps rispetto al 14% di fine 2019) dell’indicatore TCR che, come noto, esprime il principale profilo di solidità aziendale di una banca.
Il Texas ratio (incidenza dei crediti deteriorati lordi sui fondi propri e fondi di svalutazione di crediti deteriorati) risulta anch’esso in netto miglioramento, attestandosi al 90% al 30 settembre 2020 in riduzione di 510bps rispetto al 94,90% di fine 2019.
Migliora infatti anche il profilo qualitativo dei crediti alla clientela i cui crediti deteriorati lordi, pari a 328,2 milioni, si riducono ancora del 6% rispetto alle consistenze di fine 2019, beneficiando anche delle cessioni effettuate nel primo trimestre 2020, ed attestandosi al 17,4% dei crediti alla clientela lordi, stimando per la fine del corrente anno un valore inferiore al 14% pro-forma tenendo conto della cessione massiva pro-soluto di circa 75 milioni di sofferenze, in corso di definizione nell’ambito del progetto consortile POPNpls 2020 per il tramite della Luzzatti Scpa, che si prevede di realizzare entro dicembre. Il default rate (rapporto tra ingressi lordi di nuovi crediti deteriorati e consistenze iniziali di crediti performing lordi) scende all’1,9% contro il 2,7% del 2019 (-80bps).
In punto reddituale i proventi operativi, beneficiando anche di un positivo contributo dell’area finanza (+40% a/a), salgono a 75 milioni circa, evidenziando una sostanziale tenuta (-0,2% a/a) rispetto al valore registrato alla fine del periodo di raffronto. Tenuta dei proventi operativi di lettura lusinghiera se si considerano i circa 4 mesi di forte rallentamento dell’operatività tradizionale durante il periodo di lockdown del primo semestre 2020.
L’indicatore cost income ratio (incidenza degli oneri operativi sui proventi operativi), nonostante i maggiori costi sostenuti in relazione all’emergenza sanitaria, si conferma inferiore al 62%, in fase con l’obiettivo del 63% previsto dal Piano Industriale per l’esercizio 2020.
Il costo del rischio di credito si porta a 164bps su base annua (contro gli 84bps del 2019 misurati al netto dei costi di cessione), condizionato dalle maggiori rettifiche occorse per adeguare prudenzialmente la riserva collettiva dei crediti in bonis al contesto Covid-19, in coerenza con il già citato scenario prospettico macroeconomico più sfavorevole, come nel prosieguo meglio descritto. Al netto dell’effetto Covid, che al 30 settembre 2020 ha inciso per circa 3,4 milioni in termini di maggiori rettifiche su base collettiva, il costo del credito annualizzato sarebbe risultato pari all’1,35%.
Il ROE (return on equity), indicatore espresso dal rapporto tra utile netto di periodo ed il patrimonio netto escluso l’utile netto di periodo, si attesta al 3,72% su base annua.