La Fed non sorprende e resta prudente sugli sviluppi internazionali

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A cura di Antonio Arricale La Federal Reserve ha lasciato fermo il costo del denaro, confermando una banda di oscillazione dei Fed Fund fra lo zero e lo 0,25%. Tutto da A cura di Antonio Arricale La Federal Reserve ha lasciato fermo il costo del denaro, confermando una banda di oscillazione dei Fed Fund fra lo zero e lo 0,25%. Tutto da copione, dunque, con la conferenza di ieri sera, nel corso della quale è stato anche confermato che l’economia statunitense sta progredendo sotto vari aspetti: mercato immobiliare, mercato del lavoro e via dicendo. Quel che però preoccupa la banca centrale americana restano gli shock esterni alla sua economia, prima il crollo del prezzo del petrolio, citato recentemente fra le variabili che alimentano i rischi legati alla forza della ripresa, poi le fibrillazioni dei mercati finanziari, che sono emerse di recente e sono legate alla tenuta dell’euro ed alla questione greca. Naturalmente, la Fed non ha citato fattori specifici, ma ha confermato che avrà “pazienza” sulla tempistica di un eventuale aumento dei tassi di interesse, esprimendo ancora “preoccupazione per gli sviluppi internazionali”, ultima variabile entrata nel pool di quelle cui è legata la guidance della banca centrale statunitense (oltre alla disoccupazione ed all’inflazione). Quanto ai tassi di interesse, che restano ai minimi storici, scompare la formula “lasso considerevole di tempo”, che sembra confermare uno scenario probabile di rialzo dei tassi a metà 2015, al più tardi in autunno, come ampiamente atteso (e scontato) dai mercati. In conclusione: i mercati americani hanno chiuso un’altra seduta in forte ribasso con perdite attorno all’1%, risentendo del clima generale di incertezza presente sui mercati finanziari internazionali ed accogliendo con un certo nervosismo le notazioni della Fed, benché questa abbia preso ancora tempo per una vera e propria exit strategy. Borse asiatiche Passo indietro per il Nikkei che questa mattina ha ceduto un punto percentuale attestandosi in chiusura di scambi a 17606 punti. Deboli anche le altre principali piazze azionarie asiatiche con Hong Kong che cede l’1,1%, Seoul che ha chiuso in flessione dello 0,54% e Shanghai che arretra di un punto e mezzo percentuale. Le parole della Federal Reserve che ha parlato di nuovi rischi per l’economia americana derivanti da fattori esogeni, hanno indotto molti operatori alla cautela ed al conseguente arretramento dei listini. Tra le singole società da segnalare il forte ribasso di Komatsu che ha ceduto più di 8 punti percentuali e Hitachi Construction dopo che gli analisti di Nomura Holding hanno detto che le società produttrici di macchinari per il movimento terra e per le costruzioni potrebbero conseguire utili annuali inferiori alle stime. In controtendenza invece Chugai Pharmaceutical che ha guadagnato il 5% dopo che G oldman Sachs ha innalzato il target price sul titolo. In forte calo Nintendo che mercoledì dopo la chiusura del Nikkei ha presentato risultati relativi ai primi nove mesi dell’esercizio segnati dal balzo degli utili da 10,2 a 59,52 miliardi di yen (da 76 a oltre 440 milioni di euro), contro attese degli analisti per 49,82 miliardi (circa 370 milioni di euro). Performance trainata dalle positive vendite di videogiochi, ma soprattutto dall’indebolimento dello yen. In contemporanea il produttore di videogiochi ha alzato da 20 a 30 miliardi di yen (da 150 a 220 milioni di euro) l’outlook in termini di utili per l’anno fiscale in chiusura in marzo e ha però rivisto al ribasso da 590 a 550 miliardi di yen (da 4,4 a 4,1 miliardi di euro) le stime di vendite nette. Secondo gli analisti, però, i dati positivi sono esclusivamente legati ai corsi dello yen, mentre le vendite, in particolare quelle della consolle portatile 3DS, restano deboli. Motivi che hanno spinto a fondo il titolo. Nintendo ha infatti sfiorato una perdita del 9%. Samsung Electronics ha presentato risultati relativi al quarto trimestre segnati dal crollo degli utili del 27% a 5.350 miliardi di won (4,34 miliardi di euro). Performance negativa condizionata dal declino della profittabilità; nel segmento dei terminali mobili, con la rivale Apple che, tra l’altro, è stata leader di mercato in Cina nel periodo grazie al lancio dell’iPhone 6. Il crollo degli utili è stato comunque inferiore a quello del 49% registrato nel trimestre precedente, grazie alle solide vendite di chip. L’utile operativo è calato del 36% a 5.300 miliardi di won (4,3 miliardi di euro) a fronte della flessione dei ricavi dell’11% a 52.700 miliardi (42,71 miliardi di euro). Sul listino di Seoul, Samsung Electronics ha perso l’1,31% sottoperformando il Kospi in flessione dello 0,54%. Sul fronte macroeconomico secondo quanto comunicato dal ministero giapponese di Economia, Commercio e Industria, le vendite al dettaglio in dicembre sono cresciute di appena lo 0,2% contro la lettura relativa a novembre rivista a un progresso dello 0,5% (+1,4% in ottobre) e a fronte di attese degli economisti per una crescita dello 0,9%. Per il quarto trimestre il progresso è stato pari allo 0,7% mentre per l’intero 2014 il dato segna un incremento dell’1,7%. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,13%, l’S&P 500 l’1,35% e il Nasdaq Composite lo 0,93%. La Fed ha ripetuto che adotterà un atteggiamento “paziente” per quanto riguarda un eventuale rialzo dei tassi di interesse ed ha definito “solide” le prospettive di crescita dell’economia malgrado le turbolenze in alcune parti del mondo. Sul fronte societario forti vendite sui titoli petroliferi (ExxonMobil -3,3%, Chevron -4,19%). Le quotazioni del greggio (WTI) sono tornate sotto i 45 dollari al barile. Boeing +5,63%. Il colosso aerospaziale ha chiuso il quarto trimestre 2014 con un utile per azione adjusted di 2,31 dollari su ricavi per 24,47 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 2,11 dollari su ricavi per 23,93 miliardi. L’utile netto è aumentato a 1,47 miliardi da 1,23 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Per il 2015 la società stima profitti compresi tra 8,20 e 8,40 dollari per azione su ricavi per 94,5-96,5 miliardi. Apple +5,65%. Il gruppo di Cupertino ha annunciato una trimestrale migliore delle attese. L’utile nel primo trimestre è aumentato a 18 miliardi di dollari (3,06 dollari per azione), in crescita rispetto a 13,1 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono cresciuti del 30% a 74,6 miliardi mentre le vendite di iPhone si sono attestate a 74,5 milioni di unità. Gli analisti avevano previsto un Eps di 2,60 dollari, ricavi per 67,7 miliardi e vendite di iPhone a quota 66,5 milioni. Yahoo -3,19%. Il gigante internet ha annunciato lo scorporo della partecipazione in Alibaba. La newco “SpinCo” deterrà le 384 milioni di azioni della società e-commerce cinese dal valore di 40 miliardi di dollari. Nel quarto trimestre l’utile per azione adjusted è calato a 0,30 dollari da 0,46 dollari di un anno prima. Il dato è poco sopra il consensus (0,29 dollari). Electronic Arts +12,81%. Il produttore di videogame ha registrato nel terzo trimestre il ritorno all’utile (1,22 dollari per azione) contro la perdita di 1,26 dollari dello stesso periodo di un anno prima. Il dato è anche superiore alle attese (consensus 0,92 dollari). Meglio del previsto anche il giro d’affari, sceso del 9% a 1,43 miliardi (consensus 1,29 miliardi). Facebook +0,61% in attesa della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre. Gli analisti si attendono un utile per azione di 0,48 dollari. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta negative. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,3%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,8% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,6%. Perdono terreno in particolare i titoli petroliferi; l’indice Stoxx oil & gas cede oltre due punti percentuali. Nokia -1%. Il gruppo finlandese ha annunciato un dividendo inferiore alle attese (0,14 euro per azione, consensus 0,16 euro). Vallourec -8%. Il produttore di tubi ha annunciato svalutazioni tra 1 e 1,2 miliardi di euro nel 2014. Deutsche Bank +2%. La banca tedesca ha chiuso a sorpresa il quarto trimestre in utile per 253 milioni di euro. Gli analisti si attendevano una perdita di 83 milioni. Infineon +1%. Il produttore di semiconduttori ha rivisto al rialzo l e stime annuali. I ricavi sono ora attesi in crescita tra il 10% e il 14% mentre il margine operativo lordo è stimato tra il 14% ed il 15%. Royal Dutch Shell -3%. Il gigante petrolifero ha annunciato una diminuzione degli investimenti nei prossimi tre anni a 15 miliardi di dollari. Diageo -0,5%. Le vendite del gruppo delle bevande alcoliche nel primo semestre sono state inferiori alle attese. Italia Il Ftse Mib segna -0,73%, il Ftse Italia All-Share -0,76%, il Ftse Italia Mid Cap -0,73%, il Ftse Italia Star -0,67%. Piazza Affari ieri ha chiuso in ribasso in scia alle continue tensioni sulla Borsa di Atene, che ha archiviato la seduta in forte ribasso. Le vendite non accennano placarsi dopo la vittoria di Syriza alle elezioni politiche. Tensioni che si riversano anche sul mercato obbligazionario dove il rendimento del bond decennale ellenico ha sfondato la soglia del 10%. Il nuovo governo di Alexis Tsipras ha deciso di stoppare il piano di privatizzazioni deciso dal vecchio esecutivo. Sul listino milanese è entrata nel vivo la stagione dei conti del 2014 con la pubblicazione dei risultati da parte di FCA. Il Tesoro italiano ha collocato 7 miliardi di euro di Bot a 6 mesi con un rendimento in calo allo 0,16% dal precedente 0,297%. Domani sarà il turno dei Btp a 5 e 10 anni. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,81% a 20.478 punti. Vendite sui titoli delle banche, ad iniziare dalle popolari dopo la dura presa di posizione di Assopopolari contro il decreto del Governo sulla trasformazione in Spa: Banco Popolare ha ceduto l’1,82% a 11,32 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,42% a 6,04 euro, Ubi Banca il 3,06% a 6,175 euro. Pesante Mps (-5,08% a 0,459 euro) nel giorno in cui è scaduto il termine per le vendite allo scoperto sul titolo in vigore dallo scorso ottobre. Finmeccanica (+2,38% a 9,24 euro) protagonista dopo l’approvazione del nuovo piano industriale, che si concentra sul rafforzamento del core business, e dopo aver alzato le stime sui risultati attese per l’esercizio 2014. Dopo una decisa virata in negativo subito dopo la pubblicazione dei conti, FCA ha rialzato la testa chiudendo con un –0,17% a 11,56 euro. Il gruppo ha chiuso il 2014 con un utile di 632 milioni di euro e ricavi in crescita a 996,1 miliardi, oltre le stime della società che erano per 93 miliardi.


I dati macro attesi oggi Giovedì 29 gennaio 2015 00:50 GIA Vendite al dettaglio dic; 08:00 GB Indice Nationwide (prezzi abitazioni) gen; 09:00 SPA Vendite al dettaglio dic; 09:55 GER Tasso di disoccupazione gen; 09:55 GER Variazione n° disoccupati gen; 10:00 EUR M3 dic; 11:00 EUR Indice fiducia consumatori gen; 11:00 EUR Indice fiducia industria gen; 11:00 EUR Indice fiducia servizi gen; 11: 00 EUR Indice fiducia economica gen; 11:00 ITA Indice fiducia consumatori gen; 11:00 ITA Indice fiducia imprese gen; 12:00 GB Indice CBI vendite realizzate gen; 14:00 GER Inflazione (prelim.) gen; 14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione; 16:00 USA Indice Pending Home Sales (mercato immobiliare) dic.