La forza dell’immagine contemporanea, energia creativa a Castel dell’Ovo

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Nella spettacolare atmosfera di Castel dell’Ovo la mostra, organizzata da Annella Prisco con il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania e inaugurata sabato 18 febbraio, propone un’originale lettura dell’arte visiva italiana attraverso 140 opere di pittori, scultori, fotografi selezionati dal critico d’arte Nadia Celi. Un’occasione per fare il punto sul pluralismo di stili, forme, ispirazioni che, per molti esperti, impedisce “di parlare di arte moderna come fenomeno specifico, come lavoro collettivo.”
 
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Ogni tentativo si scontra con il suo opposto così che i teorici d’arte sono costretti a concentrarsi su specifici movimenti, mode, o sull’opera di singoli artisti.  Le sperimentazioni si susseguono, si mescolano e s’intrecciano con rapidità e intensità a volte straordinarie.  Fil Rouge di questa collettiva è il tema dell’immagine. “L’arte del passato non esiste più nelle forme in cui esisteva un tempo. La sua autorità si è persa. Al suo posto vi è il linguaggio delle immagini. Ciò che conta ora è chi usa questo linguaggio e a quali fini” ha scritto John Berger. La dimensione visuale ha ormai conquistato un ruolo importante nei diversi ambiti del sapere e del fare. II linguaggi visivi occupano un posto di primo piano, non solo perché veicoli necessari per agevolare l’informazione ma soprattutto come medium operativo nel concepimento delle idee. Proprio alla ricchezza propositiva ed eterogenea di questo momento culturale è dedicata questa mostra, che si offre come una carrellata della varietà degli aspetti di questa vivacità artistica.  L’esposizione, aperta fino al 4 marzo, presenta, sala dopo sala, in una serrata successione, le molteplici linee di ricerca di alcuni autori italiani, ricrea un mondo fatto di forme, figure e racconti originali, spesso provocatori e ironici. Un’arte fatta di passione che mostra tramite differenze e assonanze, in un continuo scambio e dialogo, quel melting-pot del linguaggio artistico contemporaneo dal quale è ormai impossibile sottrarsi.
 
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