La guerra dei poteri, molto più inquietante di quella dei mondi immaginata da Orson Welles, da lui diffusa via radio

in foto Orson Welles

In Italia si sta compiendo qualcosa di estremamente delicato, grave e, soprattutto, pericoloso. Si tratta dell’ennesimo scontro tra Governo e Magistratura, questa volta quella contabile, particolarmente cruento, tanto da poter essere paragonato a quelli all’arma bianca. È successo che l’ Esecutivo ha sollevato ex lege quella parte della Magistratura dall’ esercizio del controllo in corso d’opera di quanto è da realizzare in esecuzione del Pnrr. In premessa è importante ribadire che l’elaborato della Commissione Affari Costituzionali e Lavoro è stato approvato poche ore dopo che si erano conclusi gli incontri dei vertici di quella Commissione con gli omologhi della Corte di cui sopra. Come ammazza caffè ciascuno dei due organismi aveva offerto all’altro una fetta dello stesso pasticcio, cioè aveva addotto che la volontà dichiarata da parte di entrambi era protesa all’ accelerazione degli adempimenti per l’incasso dell’ intero ammontare stanziato dalla EU quale provvista finanziaria per la realizzazione del PNRR. Per quanto paradossale possa sembrare, le motivazioni addotte da ciascuno di quei poteri sembrano avere pari validità, sufficiente per essere accettate. È altrettanto importante aggiungere che, se entrambi i protagonisti non faranno un passo indietro, nel senso di concordare ad horas di rivedersi subito intorno a un tavolo di trattative, la situazione degraderebbe ancor più. Si assisterebbe alla rottura conclamata di un equilibrio diventato precario già da un pò di tempo, che con molta probabilità creerebbe un precedente pesante per la stabilità dell’ordinamento della Repubblica, di cui proprio ieri è ricorso il 77° anniversario.
È facile immaginare che l’ argomento possa prendere la strada della fantapolitica o di qualcosa che le possa somigliare. Più in particolare si può immaginare che tale strada solo di fantasia passi sotto una serie di gallerie di lunghezza diversa. Ogni volta che quei poteri dello Stato percorrono una di esse, più o meno oscura, all’ uscita si trovano arricchiti o sminuiti di alcuni dei loro elementi peculiari. La vicenda ha riportato immediatamente
una eco pari a un forte tuono, di quelli che seguono i lampi in successione breve. Questo evento accade quando il fulmine va a scaricare la sua potenza in un luogo vicino a chi possa ascoltare. Meglio lasciare, non fosse altro che per scaramanzia, queste analogie ai meteorologi e passare oltre. Certo è che il contrasto che si è creato ormai da tempo, all’incirca dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica, è una presa di posizione che va oltre quella che potrebbe essere definita una frizione, seppure forte. La questione mai esplicitata ma che ha già avuto una serie di manifestazioni concrete e quindi palesi di proporzioni più che rilevanti, ha fatto capire in maniera evidente che la vicenda sia andata ben oltre le dimensioni di una querelle. Senza voler ledere alcuna maestà, si può affermare che i toni assunti dal vero e proprio scontro da quei due poteri dello stato ricordano da vicino, con spirito animalista, quelli che si verificano in un pollaio dove sono più di uno i galli che pretendono di averne il comando. Cosi si sfidano a colpi di canto fin quando la loro ugola resiste, all’ incirca quando il giorno è schiarito. In quello successivo quel concerto riprende daccapo e così per gli altri a venire. Fino a quando non ne resta solo uno di essi, o perché qualcuno ha acquistato gli altri componenti del coro o perché l’allevatore li ha cucinati. In due parole, sono stati eliminati. Da ciò la gente dei campi ha derivato il modo di dire che, se i galli che cantano in un pollaio sono due o più, la luce del giorno tarderà a arrivare. Con il riguardo che meritano quei pennuti, anche gli animalisti convengono che le due situazioni, quella umana e quella bestiale, hanno diversi punti in comune. C’è, o almeno dovrebbe esserci, una grande differenza del q.i. dei soggetti messi a confronto: nei volatili quel requisito manca del tutto, negli esseri umani dovrebbe, anche se in quantità diverse, essere sempre e comunque presente. Con l’augurio che tanto non venga smentito dai fatti, non si può mai sapere.