Sono molto variegate le sfumature e tanti i sinonimi di possibile utilizzo per definire la portata di uno scontro violento tra popoli.
Da Sun Tzu sei secoli prima di Cristo in Cina a von Klausevitz due secoli fa in Prussia, l’argomento guerra, questa la definizione più usata e più precisa che rappresenta quel confronto fisico violento, ha fornito stimolo a trattare i suoi aspetti a diversi autori. Ciò conferma che il comportamento litigioso fa parte del corredo genetico di tutte le popolazioni e è diffuso almeno in tutto il mondo animale. La precisazione è necessaria perché, anche nel mondo vegetale, molte piante “lottano” tra di loro per affermarsi sul territorio: un solo esempio, i rovi. Al momento la società in genere è alle prese, tra le altre, con una falsa novitá: la degenerazione di una “azione militare speciale”, espressione che altro non definisce se non un vero e proprio conflitto. Esso e combattuto con rara efferatezza dall’esercito russo contro quello ucraino e non sta risparmiando la popolazione civile. Circa la definizione adoperata per camuffare qualcosa di non piacevole con una definizione più salottiera, comportamento da qualche anno piuttosto ricorrente nel Paese dove il si suona, come definire uno sciocco “diversamente intelligente”, si deve credere che abbia messo piede anche all’ interno del Cremlino. Particolare importante: una galleria degli orrori diventa al confronto un paesaggio bucolico, tali e tante sono le efferatezze che l’Ucraina e gli ucraini stanno subendo e il resto del mondo lo può constatare più o meno in tempo reale. Non è certo edificante così aver conferma che da quando gli ominidi si azzuffavano a mani nude o al più brandendo un osso di un animale appena mangiato, a oggi poco o niente è cambiato nell’ animo umano. Qualcosa del genere l’aveva magistralmente rappresentata, agli inizi degli anni ’70, il regista Stanley Kubrick nel film 2001 Odissea nello Spazio. Oggi l’umanità intera si trova a combattete una guerra i cui connotati sono prevalentemente economici.
Il riferimento alla diffusione mondiale, anche se con gradazioni diverse degli effetti di quanto ha origine in una sola regione, per quanto estesa, dell’Europa agli estremi confini a est con la Russia, non è una svista né tantomeno una forzatura. Partendo dalla disponibilità per arrivare alle condizioni di vendita degli idrocarburi praticate, l’equilibrio del mercato degli stessi è stato letteralmente sconvolto dalle decisioni del Cremlino. Non è esagerato definire in tal modo l’effetto dirompente di quel comportamento tutt’ora in atto. Solo per colore vale la pena ricordare che, tra gli idrocarburi, il solo a poter essere movimentato alla rinfusa, cioè senza specifiche procedure, è il carbone. Per il petrolio e il gas, ancor più se liquefatto, sono necessarie attrezzature particolari che richiedono tempi non brevi e investimenti rilevanti per poter entrare in funzione. Cosa diversa è disattivarli, basta una sequenza immediata, cioè chiudere qualche rubinetto e il gioco è fatto. Nel caso si tratti di fermare l’attività di un elettrodotto, occorre ancora meno tempo: basta abbassare un interruttore e è black out. Da tener presente che esistono anche elettrodotti sottomarini, quindi quanto appena espresso non conosce particolari limitazioni territoriali. Se la problematica degli effetti collaterali della guerra si limitasse a quella accennata, la portata degli eventi conseguenti, per quanto eccezionale, ricadrebbe ancora tra quelle umanamente affrontabili. È un altro aspetto quello che fa accomunare le conseguenze di quanto sta accadendo alle punizioni divine, le stesse che si possono riscontrare nei testi di diverse religioni: la fame soprattutto, seguita a ruota dalle malattie che la stessa porta con se.
Sembra la trama di un film di fantascienza del tipo The Day After, invece è la tragica realtà, che accanto alle tante vittime che la guerra continuerà a fare direttamente, altrettante ne farà la scarsità di cibo disponibile su tutta la superficie del pianeta, per buona parte originata dall’invasione dell’Ucraina, accompagnata dalle malattie da essa provocate. Sarebbe questa l’età dell’acquario, quella che gli astrologi definiscono come uno speciale new deal dell’umanità? Se è così e quest’ultima l’avesse potuto sapere per tempo, certamente se ne sarebbe tenuta a distanza di sicurezza commentando il gesto con un inappellabile “no grazie”. Nelle masserie, per rafforzare il concetto, gli agricoltori affermano, riferendosi a due generici collaboratori, tra l’altro omonimi, non particolarmente perspicaci, “se debbo cambiare Ciccio con Ciccio, preferisco tenermi il mio Ciccio”. E per oggi questo è quanto: domani è un altro giorno, si vedrà, sempreché la notte porti consiglio. Da un pò di tempo sembra voler offrire sempre meno questo servizio, uno dei tanti nel suo nutrito carnet.