La lettera agli stakeholder su sostenibilità e ambiente

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Milano, 3 ott. (AdnKronos) – Una lettera agli stakholder per spiegare come il gruppo Cap abbia intrapreso un percorso verso una nuova politica di sostenibilità. A firmarla il presidente Alessandro Russo e il direttore generale Michele Falcone. Di seguito il testo integrale contenuto nel bilancio 2016 sulla sostenibilità. ”I bilanci dell’anno 2016 danno conto, per molti versi, di una transizione in corso. In questi anni l’elaborazione dei temi legati alla sostenibilità ha permesso a Gruppo CAP la presa di coscienza che la leadership e l’impegno del management sono fattori critici di successo per un efficace governo della CSR. Non solo per quanto riguarda i processi decisionali, ma anche per la capacità di motivare i lavoratori nel praticare la responsabilità sociale e integrarla nella cultura aziendale. D’altra parte il fiorire di iniziative e di azioni, frutto dello sviluppo spesso spontaneo di una sempre più marcata coscienza sociale e ambientale, ha reso evidente la necessità di un ripensamento in chiave strategica delle scelte di sostenibilità del Gruppo, fino all’urgenza dell’elaborazione di una policy in grado di traguardare la piena integrazione tra sostenibilità e pianificazione industriale”.

”Da questa maturazione è emersa l’esigenza di tracciare una nuova linea di partenza e cominciare a disegnare la nuova strada di sostenibilità del Gruppo. La scelta di affrontare un assessment secondo la norma ISO 26000, standard internazionale nato per aiutare le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile, nasce proprio da questo sentire – comune tra il management di Gruppo CAP – che occorreva dare ordine a quanto si stava facendo e che nell’ordinare era anche necessario comprendere meglio la propria posizione nel mercato di riferimento delle utility. Insomma, ci è sembrato chiaro che per Gruppo CAP che negli ultimi anni ha assunto un rilievo nazionale e internazionale nel proprio settore, fosse indispensabile una migliore comprensione di come l’azienda interpretasse la sostenibilità e come la interpretassero le altre protagoniste del mercato”.

”Ne è nato un complesso lavoro di studio e di esame, condotto da certificatori esterni e indipendenti, che ha rivelato quanto già avevamo intuito. “Dall’analisi condotta emerge come lo sviluppo di un modello strutturato per l’individuazione e la gestione degli aspetti specifici di responsabilità sociale rilevanti e connessi alle attività ed alla strategia di Gruppo CAP – che permetta di stabilire le priorità delle azioni nell’affrontare tali aspetti specifici – sia una delle aree di miglioramento ove indirizzare azioni mirate per rafforzare l’impegno di Gruppo CAP sui temi della sostenibilità.” Un fronte, quello dell’elaborazione strategica, su cui abbiamo concentrato le forze nel corso del 2016 e che ha portato a fine anno alla costituzione di un ufficio CSR e all’avvio dell’elaborazione di una politica per la sostenibilità che si fondasse sui pilastri indicati nella norma ISO 26000 e che facesse scorta dei risultati dell’assessment che indicano, e di questo siamo orgogliosi, un posizionamento significativo del Gruppo rispetto al mercato di riferimento italiano e straniero”.

”L’elaborazione di una policy di sostenibilità capace di integrarsi nel modello di business aziendale, d’altro canto, ha richiesto anche uno sforzo di individuazione di punti di riferimento valoriali e concettuali che fossero materiali per gli stakeholder e che al contempo potessero fecondare il lavoro quotidiano in azienda e lo sviluppo strategico del business. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) approvati dalle Nazioni Unite alla fine del 2015 sono apparsi, da subito, come strumento capace di fare reagire il business aziendale con istanze pragmaticamente orientate a migliorare le condizioni di vita della popolazione mondiale: obiettivi concreti che i Paesi, e per la prima volta anche le imprese, si impegnano a raggiungere nel 2030”.

”Gli SDGs, 17 in tutto, e in particolare il sesto che riguarda in modo diretto la nostra azienda, sono diventati una guida per lo sviluppo di un business sostenibile, capace di essere funzionale al nostro essere industria pubblica che fa della condivisione del valore prodotto con il territorio uno dei suoi principi. Già da questo bilancio abbiamo cercato di dare conto del nesso tra azioni intraprese e SDGs, con l’impegno di fare di questo approccio la guida strategica dell’elaborazione delle politiche di CSR del prossimo anno. Troverete, dunque, in ogni capitolo il riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile che le attività aziendali contribuiscono a raggiungere”

”Un lavoro di rendicontazione prezioso perché ci consente di mettere a fuoco il contributo che questa azienda pubblica dà al suo territorio e al Paese. Il valore netto generato nel 2016 è stato di 232.049.455,45 Euro, che per il 12% è stato reinvestito, mentre il restante valore (88%) è stato distribuito agli stakeholder: ai fornitori (58,46%), dipendenti (21,63%), pubblica amministrazione (15,95%), finanziatori (3,89%) e territorio (0,09%). Una ricchezza che si traduce in posti di lavoro, in opere pubbliche, in azioni sociali, come il bonus idrico che ha permesso, con l’aiuto di ATO Città Metropolitana, di destinare 2 milioni di euro agli utenti con situazioni economiche e sociali di difficoltà. Per dare un’idea degli investimenti generati sul territorio della Città Metropolitana va considerato che gli investimenti di Gruppo CAP sono passati in pochi anni dai 60 milioni di euro del 2012 agli 80 milioni del 2016Oggi si attestano su un valore di 42 euro per abitante all’anno, contro la media di 33 euro del Nord Italia segnalata recentemente dal Blue Book 2017”.

”Nel corso dell’anno, gli 80 milioni di euro investiti hanno garantito duemila posti di lavoro sul territorio, tra diretti e indiretti. Una crescita del valore reinvestito che è stata accompagnata da un programmatico e pervicace slancio verso l’innovazione tecnologica sia dal lato della gestione che da quello della sperimentazione. Una ricetta per il costante impegno nell’innovazione, quella di Gruppo CAP, che è composta dai numerosi progetti di conoscenza, di ricerca e di sviluppo, realizzati facendo uso delle migliori tecnologie disponibili, collaborando con le università e i centri di ricerca e minimizzando l’impatto ambientale e i rischi per la sicurezza e la salute dei propri lavoratori”.

”Due su tutti valgono la pena di essere citati per l’importanza e la risonanza non solo nazionale: il Water Safety Plan e il Biometano. Tutela dell’ambiente e valorizzazione della biodiversità come parte strutturale del business Ed è facile allora comprendere come la tutela e la valorizzazione dell’ambiente siano talmente connessi al nostro core business da esserne parte integrante. Gli stessi depuratori rappresentano degli efficaci baluardi posti a difesa dei corsi d’acqua e dei mari. D’altro canto come ogni attività industriale anche quella di Gruppo CAP si misura con l’imperativo di una gestione corretta e sostenibile delle risorse”.

”E il ruolo di azienda pubblica che gestisce a favore della collettività un bene comune e prezioso come l’acqua, ci assegna un dovere irrinunciabile nella promozione della sostenibilità dei consumi e degli usi della risorsa. Da questo approccio è nata CAP 21, la risposta aziendale ai temi posti dalla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici COP 21: 21 impegni di sostenibilità di cui Gruppo CAP ha deciso di farsi carico per raccogliere la sfida del clima che cambia e per rendere trasparenti e tangibili i risultati che si possono raggiungere in termini di sostenibilità ambientale”.

”È in questo solco che l’azienda ha ottenuto la certificazione del proprio Sistema di Gestione Ambientale in conformità allo standard ISO 14001 per il Servizio Idrico, ha adottato la metodologia LCA per identificare e valutare l’impatto ambientale delle proprie attività in termini di emissioni di gas serra (Carbon Footprint). Inoltre nel maggio del 2016 abbiamo sottoscritto un accordo volontario di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per aderire al Programma Nazionale per l’Impronta Ambientale volto a promuovere iniziative per la valorizzazione della sostenibilità nel ciclo idrico integrato. E per rimanere ai numeri, nel 2016 le emissioni complessive di GHG del Gruppo CAP – dirette, indirette e altre emissioni indirette – sono state pari a circa 91.698 tonnellate di anidride carbonica equivalente (CO2e)”.

”La forza e l’energia di tutti i nostri stakeholder Uno sforzo notevolissimo, come comprenderete bene, che non sarebbe possibile senza l’impegno dei nostri lavoratori che rappresentano l’asset più importante per il Gruppo, una fonte di energia essenziale che unisce al proprio lavoro quotidiano una spinta propositiva e innovativa e, soprattutto, attenta al valore della sostenibilità. Lavorare per Gruppo CAP significa infatti, per qualsiasi dipendente, condividere i valori del Gruppo e agire di conseguenza”.

”Ed è proprio grazie a oltre 800 dipendenti e collaboratori dell’azienda, che hanno proposto idee innovative in chiave di sostenibilità e creduto nei valori e nell’etica aziendale, che Gruppo CAP è riuscito a vincere il premio “Top Utility Assoluto”, il riconoscimento più illustre nel settore delle utility, assegnato a inizio 2017 da Althesys. Un’energia, quella dei lavoratori di CAP, che fa il pari solo alla forza delle relazioni con tutti gli stakeholder. I comuni, i clienti, i cittadinisoci, le scuole, le università e i centri di ricerca, le istituzioni, le altre aziende idriche, l’ampio mondo del terzo settore, i fornitori. Soggetti che generano valore, non solo economico, per l’azienda e a cui ci vogliamo rivolgere per condividere le nostre attività e la strategia in un’ottica di trasparenza ma anche di scambio e partecipazione”.

”Un anno, dunque, il 2016 che, come si diceva in principio, rappresenta un momento di crescita e di sviluppo. Un anno di maturità in cui alla forza del fare abbiamo cercato di unire la visione di lungo periodo, consapevoli che un’azienda come la nostra che ha l’onore di gestire la risorsa più preziosa che c’è sul pianeta, ha anche una responsabilità un po’ speciale nel cercare di preservarla”.