L’assemblea dei Giovani imprenditori di Confindustria Benevento – durante la fase privata della quale è avvenuto l’avvicendamento alla presidenza tra l’uscente Pasquale Lampugnani e l’entrante Pio Guadagno (vedi all’interno) – è stata un’esperienza molto istruttiva nell’osservazione dei rapporti tra il mondo delle imprese e quello delle istituzioni. A cinquanta giorni dalla bomba d’acqua che ha provocato nella provincia più danni al mondo produttivo di quanto non abbia fatto nel 1980 il terribile terremoto irpino, gli industriali e gli agricoltori sanniti hanno giocato d’attacco nei confronti del loro interlocutore regionale chiedendo con forza risorse e rispetto dei tempi, prima che diventi tutto inutile. Il presidente dell’Associazione locale Biagio Mataluni e il numero uno della Federazione regionale Costanzo Jannotti Pecci, il primo con accenti accessi, il secondo con più diplomazia, hanno notificato al commissario per l’alluvione Giuseppe Grimaldi e all’assessore Amedeo Lepore che i giorni del confronto sono finiti e occorre passare ai fatti. Due filmati trasmessi in sala a sapiente distanza – l’uno realizzato qualche mese fa per enfatizzare i successi dell’economia del luogo, l’altro girato nei giorni del cataclisma – hanno mostrato come meglio non si sarebbe potuto in quale stato di difficoltà si trovi oggi la gran parte dell’apparato economico colpito proprio mentre tentava di venir fuori dalla crisi. Chiamati a rispondere, più per la pretesa inazione del livello burocratico che per loro dirette mancanze, i rappresentanti delle istituzioni hanno reagito con un certo orgoglio evitando tuttavia di mandare all’aria un rapporto che nonostante l’evidente tensione si percepisce come costruttivo. L’impegno di tutti è andare dritti verso le soluzioni. Le quali possono essere diverse e qualcuna è stata pure suggerita da una parte all’altra con tanto di offerta a intensificare la collaborazione. Insomma, si è instaurato un rapporto franco al cui interno si sono usate parole forti e per questo chiare evitando sia la commedia degli inganni che facili e spesso strumentali risentimenti. Imprese e istituzioni giocano entrambe un ruolo centrale nella definizione del futuro di questa terra (di tutta la terra, in verità) e devono imparare a sommare intenzioni ed energie senza sgambettarsi a vicenda per ragioni di principio che, in sé importanti, scolorano di fronte alla massa dei problemi che si devono fronteggiare.