La logica dei chiodi che soffoca il cambiamento

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Immagino un Paese in cui la maggior parte delle aziende considera la globalizzazione come un’opportunità per accedere ad aree di eccellenza in varie parti del mondo piuttosto che preoccuparsi principalmente del basso costo del lavoro – ieri in Cina, domani in Vietnam. C’è molto da imparare da un’azienda come la Whirlpool allorché decise di localizzare il suo stabilimento di produzione in Germania, nonostante il costo del lavoro fosse più alto lì che negli Stati Uniti.

Sogno un Paese che non sia più governato dal culto dell’imprenditore “fatto da sé”, una persona con capacità pratiche ma poca educazione formale, circondata da manager e dipendenti altrettanto pratici. ll successo imprenditoriale si basa sulle intuizioni, gli esperimenti, le osservazioni e le interazioni con gli altri.

Il culto della ‘pratica’ ha fatto sì che si sia innalzata una barriera apparentemente insormontabile per quanto riguarda il reclutamento di laureati e di persone di talento e altamente istruite. La persona pratica deve fare i conti con una nuova generazione di imprenditori incubata nei laboratori scientifici. Questi imprenditori estraggono da idee creative nate nelle aule universitarie e nei centri di ricerca valori sociali, per il bene di tutti, oltre che far leva su un potenziale di successi economici.

Immagino un paese dove le imprese non agiscono più con la mentalità di chi, avendo solo un martello, tratta tutti i problemi come se fossero dei chiodi. Il ritmo dell’imprenditorialità è notevolmente rallentato dai chiodi degli accordi “mordi e fuggi” che agiscono da metronomo nelle decisioni di investimento. Vorrei vedere più imprese imprenditoriali che fanno respiri profondi, consapevoli che il valore dell’azienda è determinato dalla performance a lungo termine. È la visione a breve termine che soffoca tanti progetti innovativi, scoraggia la leadership per il cambiamento, calpesta gli investimenti nel capitale umano e, non da ultimo, incoraggia la ginnastica finanziaria a scapito del nucleo industriale dell’azienda e del suo buon governo.

Sogno un Paese in cui il governo adotti politiche che attraggano persone creative e promuovano la circolazione dell’intelligenza e del know-how in ambienti senza confini per i nuovi talenti di tutto il mondo.

piero.formica@gmail.com