La mente empatica per una nuova cultura dell’imprenditorialismo

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im foto Konrad Lorenz

La mente empatica abbraccia la cultura dell’imprenditorialismo arricchendola di comportamenti antitetici all’utilitarismo, quando esso si afferma come un valore in sé per sopravanzare gli altri con qualunque mezzo. Tra Gli otto peccati capitali della nostra civiltà Konrad Lorenz (1903-1989) annoverava il voler soddisfare immediatamente ogni nuovo desiderio con il denaro ottenuto il più in fretta possibile, anche a scapito dei consimili. L’etologo austriaco vedeva il peccato gemello nei produttori che incrementano nei consumatori i bisogni dei loro prodotti, così alimentando un’interazione troppo intensa e troppo esclusiva tra crescita della produzione e crescita dei consumi (Lorenz, 1973). Già negli anni Cinquanta del Novecento, il giornalista americano Vance Packard (1914-1996) faceva vedere che, dietro la quinta della scena dove i produttori recitano la commedia sul mercato, a muovere le file sono I persuasori occulti. Del resto, basti dare uno sguardo ai muri esterni delle botteghe nella Pompei del tempo che fu per cogliere questa tendenza culturale tuttora predominante. È contro questo zeitgeist, lo spirito del tempo, che la mente empatica combatte.

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