La mia esperienza universitaria a Salerno alla Facoltà di Lettere negli anni di Biagio De Giovanni

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in foto Biagio De Giovanni

di Claudio Quintano*

Dedico questo articoletto al prof. Biagio de Giovanni in occasione del suo novantesimo compleanno

 Com’è noto nel passato per aprire le porte alla carriera universitaria,  i Maestri “consigliavano” ai propri assistenti, di farsi le ossa,  con esperienza di pieno insegnamento da incaricati.
Ero incardinato come assistente, alla Facoltà di economia della Università Federico II di Napoli. Dopo un anno di insegnamento di “Matematica per economisti” alla Facoltà di scienze Politiche di Sassari, dal 1973/74 insegnai statistica, nel suo primo anno di istituzione, nel corso di laurea di Sociologia, afferente all’omologo Istituto nascente all’Università di Salerno.
Tale laurea, ospitata, a quell’epoca, provvisoriamente, in un edificio abitativo di via Irno, a ridosso della linea ferroviaria, era un po’ il fiore all’occhiello della nuova Facoltà di Lettere e filosofia di Salerno, ma già un paio di anni prima era stato creato a Salerno un Consorzio pubblico-privato, che insieme al Magistero dell’Università di Salerno, (quindi prima della costituzione della Facoltà di lettere, rinnovata nell’ ordinamento e subito dopo la statizzazione del Magistero, di piazza 24 maggio) ospitò una sede distaccata della Scuola, a fini speciali, “Vittorio Valletta” della Fiat, fondata nel 1959 dal professore Federico Maria Pacces, nato a Napoli nei primi anni del secolo XX, operante nella Facoltà di Economia di Torino, struttura che nominò anche i docenti salernitani.
Antesignana della laurea triennale del nuovo ordinamento che sarebbe stato introdotto nel sistema universitario italiano , il  percorso poteva essere completato per conseguire, all’Università di Torino, la laurea quadriennale di economia e commercio.
Il Presidente del Consorzio universitario era il prof. Vincenzo Buonocore, il futuro Rettore dell’Università di Salerno) e parlamentare, allora ordinario di diritto commerciale alla Facoltà di Economia e Commercio di Napoli, che fruì dell’appoggio scientifico ed organizzativo di studiosi di prim’ordine napoletani come l’economista Augusto Graziani, e del giurista Ernesto Cesaro.
Chiamato a curare l’area di Statistica di questa struttura didattica salernitana  mi fu reso possibile candidarmi con maggiori probabilità di successo per essere impegnato sull’insegnamento di statistica al corso di laurea di Sociologia, peraltro con la qualifica di già incaricato proveniente nelle due Università precedenti.
I professori ordinari della facoltà di Lettere gemmata dal Magistero di Salerno che furono incardinati dal 1970: Gerardo Marenghi, Letteratura greca, Preside, fino al pensionamento; Nicola Cilento, dal 1970 al 1980, Storia medievale Magnifico Rettore tra il 1976 e il 1980; per inciso, più tardi, fui con lui al Suor Orsola quando insegnai “Modelli Statistici per l’analisi e la valutazione dei processi educativi al corso di laurea di Scienze dell’Educazione; Biagio de Giovanni, Filosofia morale, dal 1970 al 1978, poi a Napoli l’Orientale; Tullio De Mauro, Linguistica, dal 1970 al 1976, poi all’Università di Roma “La Sapienza” quindi  Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Amato II (aprile 2000 – giugno 2001).
 Essi decisero di ampliare al massimo la partecipazione della docenza non di ruolo e quindi tutta la componente dei docenti del Dipartimento di Sociologia, che insieme ad una componente di studenti, partecipò ai Consigli di facoltà allargati.
Ciò costituiva il riflesso di una più generale apertura accademica che concesse agli stabilizzati, con diritto di voto in Facoltà su molte materie di decisioni, tutti gli incaricati dopo uno o due anni di servizio, a seconda dei casi.
In quel periodo l’istituto di Sociologia fu sede di dibattiti, accompagnati da un grande equilibrio,  dai docenti, e tra questi si distinse il prof. Biagio de Giovanni, che erano primariamente impegnati dagli studenti e ispirati dalle turbolenze politiche e giudiziarie, che visse in quegli anni  Salerno, anche a seguito dell’uccisione di uno studente di destra da parte di un anarchico.
Spesso le attività didattiche furono oggetto di contestazioni e di blocchi ispirate anche dal fenomeno del terrorismo che dilagava in quel momento in tutta Italia.
I colleghi di materie sociologiche provenivano da primarie scuole in campo nazionale che poi via via si trasferirono, a Napoli o comunque alle altre sedi di origine, a parte il collega, di origine romana, sociologo, Massimo Corsale che diventò ordinario ma restò a Salerno.
Era arrivato nel 1972, quasi sempre direttore dell’Istituto e poi dei Dipartimenti pre e post legge Gelmini. con   le denominazioni successive, operò efficientemente per l’Università e la città, nonostante, molto apprezzato in campo nazionale e solo dopo venti anni, si trasferì a Roma “La Sapienza”.
Degna di nota la presenza di Annabella Rossi di Antropologia culturale, prima allieva  del prof. Ernesto de Martino dal 1973 al 1978, di Bianca Beccalli, di Storia della Sociologia, dal 1973 al 1978, poi a Milano – Statale. Il prof. Michele Salvati, il di lei marito   veniva spesso da noi a Salerno ed era piacevolmente atteso per sentirlo discettare con vere e proprie lezioni di economia, in particolare sull’economia marxiana.
La “Rivista di studi salernitani”, dal 1968 al 1971, vide lo storico del Cristianesimo Gabriele de Rosa (1917-2009) come animatore principale della cultura nella città, e con  lui Carlo Salinari, Fulvio Tessitore, Roberto Mazzetti e Biagio Vincenti; nel Comitato di redazione figuravano, tra gli altri, Antonio Cestaro, Luigi Kalby e Michele Cataudella.
Questi erano i nomi che risuonavano   della città quando incominciai a frequentarla, impegnata e scossa da una gran voglia di crearsi una propria Universitas Studiorum.
L’elenco era da allungare, come si è detto, con il salernitano prof. Vincenzo Buonocore, ordinario a Napoli, futuro parlamentare e Rettore dell’Università di Salerno.    
Ho associato agli stimoli di impegno culturale  anche piacevoli ricordi di frequentazione come quello quello dell’estate del 1975, quando riuscii a far visita a Bianca, ospitata dal famosissimo sociologo, Alessandro Pizzorno, nella cornice incantevole del Nuffield College a Oxford, come parentesi di un soggiorno, alla London School of Economics più lungo che organizzai a Londra con la mia famiglia.
Nel tempo ci fu un ricambio dei docenti, anche nell’Istituto di Sociologia, con l’emergere di giovani che confermarono la buona tradizione della struttura mentre i miei colleghi si affermarono in altre Università e tra questi ne cito alcuni, ordinati per Università di destinazione:
Roma La Sapienza:
– Simonetta Piccone Stella, Sociologia, a Salerno dal 1973 al 1983
– Carlo Alberto Donolo, Sociologia politica, a Salerno dal 1973 al 1983
– Rita Di Leo, Sociologia economica, a Salerno dal 1973 al 1976;
– Federico II:
– Enrico Pugliese, Sociologia rurale, a Salerno dal 1976 al 1985
– Luigi Cortesi, Storia contemporanea, dal 1973 al 1978, a Salerno
– Riccardo Scartezzini, Sociologia industriale, a Salerno dal 1973 al 1976
– Mauro Calise, Scienza politica, a Salerno dal 1973 al 1990;
Infine  Paolo Apolito,  Antropologia culturale, a Salerno dal 1982 andò poi a Roma “Tor Vergata” e Gioacchino Greco, Sociologia dei gruppi, a Salerno dal 1983, andò poi nella sua Palermo.

*già Rettore dell’Università di Napoli “Parthenope” (2010-2016)