La perfezione di Verdi
Luoghi emotivi al Massimo

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“Il Trovatore” è il titolo operistico che inaugura gli appuntamenti della stagione 2014- 2015 al Teatro di San Carlo di Napoli. Il capolavoro di Giuseppe Verdi viene proposto in un nuovo “Il Trovatore” è il titolo operistico che inaugura gli appuntamenti della stagione 2014- 2015 al Teatro di San Carlo di Napoli. Il capolavoro di Giuseppe Verdi viene proposto in un nuovo allestimento del Lirico napoletano, per la regia di Michal Znaniecki con le scene di Luigi Scoglio e i costumi di Giusi Giustino. Sarà in scena dal 12 dicembre, serata inaugurale, fino al 20 dicembre, per otto rappresentazioni, complessivamente. Alla guida dell’Orchestra del Teatro di San Carlo, il maestro Nicola Luisotti. Le coreografie sono firmate da Sandhja Nagaraja. La partecipazione esclusiva dell’artista israeliana Michal Rovner che propone una sua opera unica, un “paesaggio emotivo”, a dare una lettura straordinaria e di suggestiva valenza comunicativa allo spettacolo quanto alla messa in scena. Riproposto a Napoli dopo circa dieci anni, “Il Trovatore”, un dramma in quattro parti e otto quadri messo in musica da Giuseppe Verdi su un libretto firmato da Salvatore Cammarano, è tratto dal testo di Antonio Garcia Gutierrez, “El trovador”, rappresentato a Madrid nel 1836. La prima rappresentazione, dopo alcune modifiche del testo originale alcune operate dallo stesso compositore, fu un grande successo. Come ebbe a commentare Julian Buddencon nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico”. Non si può non concordare: nell’immaginario collettivo infatti l’opera si identifica con il concetto stesso di “dramma” anche a causa della ambientazione originale, cupa e minacciosa fin dalle note del primo atto che introducono emotivamente da subito l’atmosfera della tragedia. La prima rappresentazione assoluta, nel gennaio del 1853 al Teatro Apollo di Roma fu un grande successo. Giova qui ricordare che l’opera, insieme con “Rigoletto” e “La traviata”, fa parte della cosidetta “triologia popolare” del Maestro di Busseto. L’opera possiede grande forza evocativa dal punto di vista musicale, tende a trascinare l’immaginario dell’ascoltatore con la sua scrittura musicale di grande potenza, avvincente e all’interno della quale non c’è tempo per la ricerca di sottili sfumature pur tuttavia senza mancare di dettaglio ed estrema attenzione e precisione. Puntuale nel descrivere stati d’animo dei protagonisti e sottolineare il dramma interiore. I solisti di canto protagonisti di questa produzione, che si alterneranno in due compagini: Juan Jesùs Rodrigues e George Petean, “il Conte di Luna”, Kianna Harotourian e Anna Pirozzi, “Leonora”, Ekaterina Semenchuk e Enkeleida Shkosa, “Azucena”, Marco Berti e Alfred Kim, “Manrico”, Carlo Cigni, “Ferrando”, Elena Borin, “Ines”, Enrico Cossutta, Ruiz”, Giacomo Mercaldo e Bruno Iacullo, uno zingaro, Nino Mennella e Giuseppe Valentino, un messo.