La politica, le previsioni per l’autunno e la “sindrome di Don Abbondio”

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Questi ultimi giorni che precedono il “chiuso per ferie” agostano, tipico e mai rinnegato dagli italiani, metterà in stand by il Paese per quanto possa competere alle attività produttive in generale, escluse quelle che, in questo periodo, operano al massimo regime, come quella delle vacanze e quante girino intorno a essa. La politica, dopo le dichiarazioni solenni fatte dai rappresentanti del popolo di voler rinunciare alle ferie, si troverà senza lo staff di quanti la assistono nella sua materialità, dovendosi così “rassegnare”  a una pausa forzata. Nonostante l’approdo della nave Italia nel porto del relax sia ormai sempre più vicino, la foga con cui procede la discussione di argomenti particolarmente importanti per la ripresa autunnale non si attenua. Venendo quindi a quanto sta più a cuore agli italiani, le ipotesi accennate dovrebbero ben deporre affinché ciò si avveri ma, in maniera molto realistica, si fa presto a accorgersi che si è arrivati a un punto vicino a quello di non ritorno. Quanto duole e preoccupa ancora di più è la gestione formale di tentativi reiterati di continuo con l’intento di dare un contenuto concreto a formule magiche ancorché vuote. Peggio ancora, si prova così a immettere nel circuito mediatico notizie distorte con formule accattivanti. Questo comportamento, peculiare tra i governanti e oramai ben inserito nei canali di diffusione economico finanziaria di alto livello, in effetti é un vero e proprio tentativo di far credere agli italiani e a quanti operano con essi che, sotto il profilo della produzione, quindi economico, va tutto bene. Aggiungendo che l’esecutivo è al sicuro dai pur frequenti assalti alla baionetta provenienti da ogni dove. Peggio accade per quanto riguarda le prospettive economiche. Anche istituti della portata di quello Centrale di Emissione, meglio conosciuta come Banca d’ Italia, non esita a emettere comunicati all’ apparenza semplici e lineari, in realtà veri e propri enigmi della Sfinge. Così ,mese dopo mese, il Paese sta subendo l’invasione prima dalla comunicazione di previsioni positive, le stesse che, il mese successivo, vengono riproposte con notevoli modifiche, talvolta antitetiche e accompagnate da diversi ” si, ma” e “no pero” . Bastano da soli questi incisi a significare che la loro materiale portata è tutt’altra cosa rispetto a quella che era stata comunicata in precedenza. Vale perciò anche in questo caso quella che potrebbe essere definita la “sindrome di Don Abbondio”, cioè l’adozione di un’ altra lingua o di una forma più elaborata dell’ italiano, per far sì che la presentazione della situazione cambi rispetto alla precedente in maniera  sostanziale. Al contrario di Renzo, che chiede a quel  pasticcione in abiti religioso di spiegarsi più linearmente, altrimenti non gli riesce di stargli dietro, gli attuali interessati si sentono loro stessi in colpa per non essere in grado di interloquire con quei soloni che pontificano da Roma e non solo da li. In momenti storici particolarmente difficili, probabilmente è proprio la conoscenza dettagliata  dei parametri di quanto non funziona che rende meglio approcciabile il problema. Altro aspetto che trae in inganno quanti sono afflitti dagli effetti negativi degli eventi in corso, è quello di dare importanza non dovuta a variazioni percentuali positive, sempre nell’ordine di frazioni di punto. Viceversa, si azzardano a minimizzare con disinvoltura la portata di eventi  negativi che si discostano da quello che dovrebbe essere il loro trend naturale con variazioni percentuali anche a doppia cifra. Il risultato di attivitá di tal genere, oltre a essere discutibile nel suo intero impianto, è da classificare certamente come una di quelle azioni improntate a uno stile tutt’altro che democratico, con una buona impronta populista e demagogica. Al momento il Governo è impegnato in operazioni internazionali con prospettive che potrebbero  stravolgere completamente il modo attuale di colmare le lacune energetiche dello Stivale, specie quelle di gas naturale. L’ italianissimo Piano Mattei, che dovrebbe portare sempre più non solo l’ Italia, ma anche l’ Europa intera a una riduzione  significativa della dipendenza per gli idrocarburi dall’ est del pianeta. Anche in questo caso le notizie che vengono date non comprendono la precisazione che non sarà passare da una dipendenza geopolitica a un’ altra che costituirà la vera soluzione del problema. Solo accelerando il viaggio che porterà l’ Italia alla transizione all’ Energia da fonti rinnovabili, gli italiani e non solo loro potranno permettersi di abbassare la guardia. Ciò puntualizzato, avanti a briglia sciolta, perché, come dice la gente dei campi, nel vento di agosto si può sentire il profumo dell’ autunno. Solo per colore, dopo quella stagione arriva l’ inverno.