La porta della libertà passa dall’autenticità della missione di un diplomatico

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La vita consolare fu la beffa piu’ astratta con la quale si è evoluto il pensiero diplomatico nel tempo. È stato un modo di dipingere una rappresentanza autorevole quando in realtà essa era dedita ad un ruolo troppo discreto per essere quello che si prefiggeva di essere. Il risultato che oltretutto vediamo d’avanti ai nostri occhi è che quando serve oggi un rappresentante diplomatico che sappia porre fine ad una guerra così insulsa come il conflitto russo ucraino, questo ruolo viene affidato a uomini che in passato sono stati accusati di essere dittatori o quanto altro, Come se non esistessero chirurghi in un paese e si vanno a cercare tra i macellai delle metropoli vicine. Il diplomatico che può salvare il mondo esiste ed esattamente come avveniva nell’Impero romano o nella Germania di Hitler, era uno stratega capace di mettere la pace e il dialogo al di sopra di tutte le risorse, e salvare la faccia ad un potenziale carnefice, anche se questo modus rischiava di dare forza nel futuro ad uno come Hitler , che forse amava la morte al di fuori del concetto dell’atto eroico. Quella economia che nacque alla fine dell’ottocento come preciso concetto di libertà , abile a stabilire tra gli uomini un nuovo contratto basato sulla moneta e implementato dall’investimento sulle risorse per migliorare la vita dell’uomo sulla terra, è stato surclassato dal principio primo del ruolo economico che una nazione può avere nei confronti degli altri stati, e per questo rappresentato da società evolute o istituti finanziari di dubbio spettro. Si sapeva che questa sarebbe stata la contesa ultima dell’umanità, perché se la prima guerra mondiale è servita a cancellare gli imperi, e se la seconda guerra invece è servita a cancellare il concetto di nazione in supremazia rispetto alle altre, un possibile terzo conflitto sarà solo un conflitto di metodo, ovvero tra il potere delle multinazionali è quello del principio primo sulla democrazia indiretta che oggi sventola in occidente, ma che non ha saputo creare strumenti di pace reali e di dialogo continuativo. Il diplomatico oggi non se la sente di opporsi a questi schemi anche se ha una mentalità molto più condivisibile, oggi il diplomatico non è uno stratega al pari di un capo di stato ma è un operatore sanitario di una iniquità politica che non riesce ad essere efficiente perché distrutto da quella stessa democrazia indiretta, che la doveva eliminare. Ma la diplomazia è un concetto troppo nobile per poterlo eliminare e forse ha bisogno solo di molto coraggio in una società ove gli eroi non sono capiti  e i carnefici veri non sono puniti. Non sono le ideologie che hanno distrutto il mondo, neanche se tiriamo in causa il comunismo e il nazismo, sono gli uomini che hanno adoperato queste ideologie  come credo universale per soggiogare i popoli  ed acquisire poteri inimmaginabili.