La prudenza non è mai troppa

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Il secondo giorno del fine settimana in corso, il 2 novembre, sta trascorrendo come per tradizione. Umore sotto tono quand0o non proprio triste traspare dal viso di chi è uscito di casa il più delle volte proprio per andare in visita a chi a casa non torna più.È il Giorno dei Morti o Commemorazione dei Defunti che definir la si voglia. La religione cattolica ha dedicato questa giornata al ricordo di quanti non sono più tra gli altri ancora in vita all’incirca fin dall’anno mille, quando a un frate dell’Europa del Nord venne in mente l’idea. Insieme a questo stato d’ animo definibile quasi di circostanza e qualcosa in più, alla tensione diffusa con diversi livelli di intensità a seconda dei rapporti che un paese intrattiene già da tempo direttamente con un altro coinvolto in uno dei conflitti che bruciano in varie parti del mondo, alcuni fenomeni già programmati dal (supremo) Ordine Naturale delle Cose non cambiano né tempi, né luoghi di dove andranno a riversare la loro forza. Seguendo questo itinerario della mente, si arriva diritti a quella che. seppure ultima di una serie, per sua natura, non scomparirà mai dal pianeta, le catastrofi naturali.L’ ultima, chiamata con il suo nome, è la città di Valencia, ubicata nella vicina Spagna, che cerca di far sentire a un mondo ormai sempre più distratto da liti mastodontiche, originate quasi sempre da vicende pretestuose e senza alcuna logica che possa essere definita tale, almeno da persone assennate. Succede che, e è ancora in vita qualcuno di chi era presente, che, nel 1957, nella stessa zona interessata ora, ebbe il triste privilegio di assistere a uno spettacolo analogo con conseguenze simili. La domanda che sta giá circolando è come mai da allora a oggi i responsabili del controllo di quella regione non siano intervenuti per tempo. Si apre a questo punto la rassegna di quanti, pur potendo, non hanno fatto quanto era di loro spettanza. Si accende a questo punto una spia rossa talmente visibile da poterla definire un faro per la navigazione: in quell’anno l’Europa Unita era un’entità ancora astratta a cui mancava tutto, compresa la stessa organizzazione, pertanto è impensabile che sarebbe potuta essere di aiuto. Quanto è accaduto ora e sta ancora accadendo no. L’intero grande problema a suo tempo sarebbe dovuto essere preso in carica dalla UE.Non chiamata ma motu proprio, accanto alla struttura nazionale in carica, facente capo ai vertici di Madrid. Le regole di questi passaggi sono esposti chiaramente nel lavoro portato a termine dal Professor Draghi, commissionatogli dalla Commissione Europea. A questo punto, dal chiacchiericcio alla presunzione di suggerire alla Commissione il passo sarebbe breve. É da evitare, facendo di tutto perchè a Bruxelles prendano subito in considerazione quanto suggerisce a tal riguardo lo
stesso Professore nella sua ricerca.Ultima considerazione: bisogna far presto per passare dalle parole ai fatti. Valga solo come esorcismo: un’ altra sciagura del tipo di quella prima descritta potrebbe già essere dietro l’angolo, ma non si sa dove e quando fará la sua comparsa.Sarebbe importante per tutti che la sua ricerca fosse iniziata ieri.
Non potendosi ciò avverare, andrebbe bene anche oggi, solo che è prefestivo. Quindi?Intelligenti pauca, cioè chi vuol capire, capisca.