La ripresa economica che sarebbe dovuta arrivare, in Italia e nel resto del mondo

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Per l’ umanità, al momento, sono in atto diversi stati d’allarme, tutti di valenza fortemente negativa. Oltre a quelli preesistenti la pandemia, quello Covid, anche se l’informazione l’ha rimosso dalle notizie di apertura, continua a mietere vittime, con l’augurio che le new entry vaiolo delle scimmie e febbre West Nile non ne aggiungano altri. Del resto, nel corso della storia, le epidemie sono esplose fin dai primordi e hanno convissuto da sempre con l’evoluzione dell’umanità. Alcuni secoli or sono, una scuola di pensiero il cui esponente più significativo è Robert Malthus, arrivò a definire tale andamento come un naturale strumento di regolazione della crescita demografica del pianeta. Quella scuola aveva teorizzato che l’aumento della popolazione seguisse una progressione geometrica mentre le risorse alimentari fossero regolate da una progressione aritmetica. Se non fossero intervenute epidemie, catastrofi naturali e guerre, a un certo punto la situazione sarebbe esplosa. Attualmente a esse si é aggiunto qualcosa di diverso, definibile potenzialmente catastrofico, non di origine naturale ma ingenerato da un insavio comportamento umano. Si tratta dei danni causati alla centrale nucleare ucraina dal fuoco russo, che se non si riuscirà a riparare in tempo, avranno un effetto al cui confronto ciò che accadde a Cernobyl non molti anni addietro sembrerà un episodio dei giochi di guerra che fanno gli appassionati al computer. Si è presentato da qualche tempo il Golem Gas che, sciocco qual è e agli ordini di un padrone senza scrupoli e famelico, terrorizza l’ Europa e buona parte dell’Occidente. Giovedì, alla borsa di Amsterdam, il suo prezzo ha raggiunto dimensioni tali da passare dallo stato di forte minaccia a quello concreto di malessere mortale. Pronta è stata la risposta delle associazioni di categoria: se a livello politico non sarà trovata ad horas una soluzione di contenimento di tale cancro, inizierà, a stretto giro, qualcosa di molto simile alla strage degli innocenti. Dovrebbero essere infatti circa 120.000 le aziende che, di propria iniziativa e non, saranno costrette a fermare la produzione se non a chiudere definitivamente i battenti. Intanto oltreoceano è attesa per venerdì l’annuncio della FED sull’aumento dei tassi e non sarà una notizia piacevole in un momento in cui l’ inflazione viaggia con un tasso di crescita a doppia cifra e la prospettiva che quel sistema economico possa andare in recessione è qualcosa più che un’ ipotesi. In questo fine settimana si incontreranno a Jackson Hole nel Wyoming, USA, i rappresentanti della finanza mondiale per ipotizzare le prossime strategie, anche a tal riguardo. Le stesse saranno sicuramente condizionate dall’ accennata comunicazione del presidente dell’ istituto di emissione degli USA. Intanto una scure sul collo dell’economia europea è gia pronta a abbattersi per fine mese: il fermo per tre giorni del gasdotto Nordstream annunciato già dalla scorsa settimana da Gazprom. La motivazione ufficiale addotta dal Cremlino è la necessità di sottoporre quell’ opera a interventi di manutenzione ormai improrogabili. Sia la Germania, punto di arrivo in Europa di quel gasdotto, che gli altri paesi del vecchio continente, sono fortemente allarmati per tale interruzione annunciata come tecnico. La maggior parte di essi, dati i precedenti, dubita addirittura sulla riapertura di quella importante condotta. La situazione è oltremodo pericolosa e in Italia il Governo Draghi, seppur dimissionario, sta lavorando alacremente su ipotesi di intervento, sempre restando nei limiti della propria attività. Nel frattempo i candidati a far parte del prossimo esecutivo si autopropagandando facendo “ammuina”, termine napoletano per definire spreco di energie fisiche e mentali che non portano gli autori a nessun risultato concreto. Sembra di assistere a episodi che si realizzano frequentemente nelle osterie di campagna, soprattutto in questo periodo dell’anno. Sullo spiazzo antistante, seduti a un tavolo, quattro villani giocano a carte; alle loro spalle diversi loro omologhi osservano e commentano lo svolgimento della partita. Alla fine, insieme ai vincitori veri e propri, sostengono di aver sconfitto gli avversari anche i loro supporter. Con una differenza sostanziale rispetto a quanto si sta verificando a Roma: quei giocatori en plein air, sia i reali che i loro supporter, fanno tutto quanto illustrato in totale buona fede.