La riviera romagnola e la lezione che sta impartendo. Ma da oltreoceano arrivano notizie molto più inquietanti

La settimana che si è chiusa con ieri è stata piena di eventi di ogni genere, tutti comunque di portata non limitata al solo ambito territoriale dove si sono verificato. Due di essi appaiono particolarmente meritevoli di essere oggetto di approfondimento non solo per la loro valenza immediata, quanto per i segnali che mandano in loco e ovunque. È opportuno iniziare dai fatti italiani che, nonostante la realizzazione di tutto ciò che sarebbe servito a contenere i danni, e alla creazione di ricchezza, hanno rovesciato acqua particolarmente fredda su chi si stava prodigando al fine di bilanciare la negatività di recente sofferta. È evidente che l’introduzione appena tracciata è da riferire alla riviera romagnola.Come è apparso immediatamente, la popolazione di quelle zone, dopo i nubifragi di metà mese, non hanno perso un attimo prima di iniziare a lavorare per la ripresa. Hanno messo mano mentre il tempo continuava a fare scempio di vite, sia umane che di animali, nonchè delle loro cose. Tutto ciò è accaduto anche perchè, dal primo giorno di questo mese, gli abitanti del luogo aspettavano, come e più delle ultime estati scorse, l’arrivo consueto di turisti di ogni genere e specie provenienti da tutta Europa e anche da più lontano. Solo per memoria, l’attività turistica di quel litorale di recente aveva assistito a una forte contrazione delle presenze causata dalle limitazioni che l’ epidemia di Covid aveva indotto le autorità per tanto competenti a adottare. Le prime stime indicano un calo di presenze al debutto della stagione estiva in ragione del 75% circa. Dunque al danno si aggiunge la beffa. Quella gente avrebbe voluto non gravare troppo nè sulle casse del Paese nè su quelle della EU, confermando così la propria coscienza civile, espressa soprattutto dalla volontà di fare, sempre e in ogni caso. Nonostante ciò, alcuni di quegli operatori, intervistati anche dalla TV di Stato, hanno dichiarato che, nonostante la partenza sia da considerare falsa, alla fine la stagione estiva darà buoni risultati, sempreché non succeda ancora ciò che anche in tempi normali (di benessare), non dovrebbe succedere. Bell’ esempio di sano entusiasmo tricolore, valido tanto nelle diverse forme di imprenditoria, quanto nell’ agire comune e non c’ è da aggiungere altro.
Tra tante cose di rilievo accaduto fino a sabato nel resto del mondo una, seppure riguardante tutt’altro che non guerre o calamità naturali ha catturato l’attenzione di chi ne rivolge un minimo a ciò che accade al di là dei confini, in particolare oltreoceano. Quanto è stato concluso nella giornata di venerdì a Washington, in Campidoglio, è una manifestazione di amor patrio che comunque non toglie peso alla identità di ciascuno degli schieramenti politici. Al contrario consolida un pragmatismo non comune usato con convinzione per il bene della patria, quando se ne avverta la necessità. Così il Presidente Biden ha evitato, a un passo dal limite del campo che affaccia sull’orrido in cui sarebbe finita l’ America, che ciò avvenisse. L’ha fatto come prevede la Costituzione di quel paese. Tutto ciò avendo chiesto ai parlamentari tutti di votare l’autorizzazione al governo per aumentare il limite della quantità di debito che quell’amministrazione avrebbe potuto contrarre. Fin qui non ci sarebbe niente di straordinario perché negli Usa la quantità di debito ritenuta sostenibile è fissata con una legge, come è accaduto nel passato e anche lo scorso venerdì. Si aggiunga il detto: “Paese che vai, usanze che trovi” e il gioco è fatto. Se si vuole andare ancora un passo avanti si può aggiungere: “contenti loro (gli americani), contenti tutti”. Chi osserva da altre parti del pianeta non sarà risparmiato da tarli che si innescheranno con buona probabilità nella loro mente riguardo alla solidità economica di quel paese. Gli osservatori italiani aggiungeranno che Biden, senza colpo ferire, è riuscito a mettere la maggioranza e l’opposizione di quel governo in condizioni di votare insieme una legge salva America. È bene non ipotizzare nemmeno per un attimo quanto sarebbe successo se non fosse stata varata.Vale solo la pena di ricordare che questo default sarebbe stato il primo in assoluto nella storia del Nuovo Continente. È noto che c’è per ogni situazione una prima volta, ma è doveroso precisare che se è vero come é vero che il buon giorno si veda dal mattino, è facilmente riscontrabile anche tra le caratteristiche di tipo diverso degli abitanti di quella “terra assai lontana”. Gli stessi sono per lo più discendenti di emigrati europei che, dopo la guerra tra gli stati del nord e quelli del sud di quel contininente, aggiunsero alla bandiera una scritta in latino che dava l’idea precisa di quelli che sarebbero stati i loro obiettivi da subito. “E pluribus unum”, che liberamente tradotto nel linguaggio attuale, significa: da molte etnie diverse, alla fine sono venuti fuori gli americani di oggi. Nulla accade per caso e quanto esposto ne vuole essere la conferma, presumibilmente inconfutabile.