La rivincita del Sud: in Calabria e Campania i maggiori aumenti di nuove partite Iva

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Regioni del Sud come Calabria e Campania hanno un nuovo primato. Quello relativo all’apertura di nuove partite Iva. A dirlo è l’Osservatorio del Dipartimento delle Finanze che ha ufficializzato i dati Regioni del Sud come Calabria e Campania hanno un nuovo primato. Quello relativo all’apertura di nuove partite Iva. A dirlo è l’Osservatorio del Dipartimento delle Finanze che ha ufficializzato i dati relativi allo scorso mese di luglio. In questo mese sono state aperte 42.180 partite Iva con un aumento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dell’1,1%. Guardando alla ripartizione territoriale, il Nord rimane in testa. Il 42, 1% delle aperture sono avvenute al Settentrione, contro il 23,2% del Centro e il 34,7% di Sud e Isole. Ma i dati a sorpresa arrivano dalle Regioni. I risultati più positivi si registrano in Calabria (+13,5%) e Campania (+10,5%). Le flessioni più rilevanti, invece, si hanno in Val d’Aosta (-24,7%) e nelle Province Autonome di Bolzano (-19%) e Trento (-8%). Un’altra novità riguarda le società di capitali. È qui che si osservano gli aumenti più forti (+16,7%), mentre le altre forme giuridiche rilevano un calo che riguarda sia le società di persone (-7,9%) che le persone fisiche (-2,3%). Però, nel complesso, quest’ultima categoria rimane in testa con il 70% di nuovi avviamenti. Seguono le società di capitali con il 23% e quelle di persone con il 6%. In base alla classificazione per settore produttivo il commercio si conferma primo con il 24% del totale di nuove partite Iva. Subito dopo troviamo le attività professionali con il 12,8% e le costruzioni con il 9,2%. Gli aumenti più consistenti si registrano nei settori della sanità (+44,1%), delle comunicazioni (+5,4%) e della ristorazione (+4,9%). In calo le attività finanziarie (-26%), artistiche (-9,4%) e il comparto agricolo (-7,9%). Relativamente alle persone fisiche, il 50,1% delle partite Iva sono avviate da giovani fino a 35 anni. Per la fascia d’età compresa tra i 36 e i 50 anni, si arriva al 33,6%. Rispetto al luglio dell’anno scorso, tutte le classi d’età registrano cali, che risultano più consistenti per quelle più elevate. Infine, il 26,4% (pari a 11.148 soggetti) ha aderito al regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità. Esso limita per cinque anni l’imposta dovuta al 5%, esonerando i contribuenti interessati dal pagamento di Iva e Irap.