La situazione Covid in Africa

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In foto Inmi Patterson

In un articolo di Chiara Gentili sul quotidiano on line “Sicurezza Internazionale” si rende noto che il governo della Tanzania  ha convocato l’Ambasciatore Americano in carica, Inmi Patterson, per chiarimenti su alcune informazioni pubblicate sul sito web e sulle piattaforme social della missione riguardanti la situazione coronavirus nel Paese africano. L’ambasciatore è stato convocato nell’ufficio Affari esteri di Dar es Salaam, martedì 26 maggio, dove ha incontrato il segretario permanente, il colonnello Wilbert Ibuge. Oggetto della discussione sono stati diversi avvisi di viaggio che la missione ha pubblicato sul suo sito web nel mese di maggio, relativi alla gestione della pandemia di Covid-19 da parte del governo della Tanzania. “Mercoledì 13 maggio 2020 e lunedì 25 maggio 2020, sulla pagina Twitter dell’Ambasciata, sono stati pubblicati alcuni messaggi che sembravano tutti destinati ad avvisare i cittadini statunitensi in Tanzania e quelli che intendono visitare il Paese che Dar es Salaam non è una città sicura a causa della presenza di un gran numero di pazienti affetti da Covid-19 “, recita parte della dichiarazione emessa dal Ministero degli Affari Esteri tanzaniano. Secondo il segretario permanente Ibuge, alcuni degli avvertimenti affermavano anche che la maggior parte degli ospedali di Dar es Salaam era stata sopraffatta dalla quantità di pazienti positivi al virus, qualcosa che, a detta del governo, non è affatto vero e che rischia di causare disagio ai tanzaniani e ai cittadini stranieri.       La dichiarazione del Ministero ha aggiunto che il colonnello ha informato l’ambasciatore degli Stati Uniti dell’importanza di fornire informazioni certificate. Non è la prima volta che il Ministero degli Affari Esteri della Tanzania convoca il capo missione degli Stati Uniti per avvisi simili. Nel giugno 2019, l’ambasciatore era stato convocato dal governo dopo che gli USA avevano emesso un falso allarme di attacco terroristico. Rispetto alla situazione coronavirus, la Tanzania ha registrato attualmente 509 casi ufficiali, di cui 21 vittime. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite , tutti i Paesi africani risultano contagiati, ma la maggior parte di loro ha registrato meno di 1.000 casi. Le vittime, in tutta l’Africa, sono attualmente circa 3.500. Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha sottolineato nella sua dichiarazione, il 20 maggio, che “i Paesi africani dovrebbero avere un accesso rapido, equo ed economico a qualsiasi vaccino e trattamento, che dovranno essere considerati beni pubblici globali”. Tra le sue raccomandazioni, il Segretario generale ha esortato “un’azione internazionale per rafforzare i sistemi sanitari dell’Africa, mantenere le forniture alimentari, evitare una crisi finanziaria”. È anche necessario, ha aggiunto, “sostenere l’istruzione, proteggere i posti di lavoro, mantenere a galla le famiglie e le imprese e attutire la perdita delle entrate e dei proventi delle esportazioni”. Guterres ha anche affermato di volersi impegnare nel garantire la sospensione del debito per i Paesi africani che in questo momento non sono in grado di soddisfare i pagamenti. Al di là dei numeri ufficiali, il rapporto delle Nazioni Unite sottolinea che il basso numero di casi in Africa potrebbe essere collegato alle limitate capacità di test e analisi. Dal canto suo, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sostiene che la pandemia “potrebbe uccidere tra le 83.000 e 190.000 persone in 47 Paesi africani nel giro di un anno”. Il tutto potrebbe altresì dipendere dalla risposta messa in atto dai governi, specifica l’OMS. L’organizzazione ha anche avvertito che “gli impatti socioeconomici potrebbero farsi sentire per diversi anni”.