Roma, 16 ott. (AdnKronos) – Dopo 48 anni di assenza l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia torna negli States nel segno dell’eccellenza italiana. Antonio Pappano dirigerà l’Orchestra ceciliana in una tournèe che partirà il 20 ottobre prossimo alle 20 dalla Carnegie Hall di New York, per arrivare il 22 alla Symphony Hall di Chicago, il 23 alla Kodak Hall di Rochester e il 25 ottobre al Kennedy Center di Washington. In programma il repertorio italiano di Verdi e Respighi, accanto al sinfonismo di Mahler e Prokof’ev e alla genialità contemporanea di Salvatore Sciarrino. E porta con sé un made in Italy che da sempre fa scuola, quello dei ‘Tre Tesori’ (parafrasando i ‘Tre Tenori’) rappresentati da tre gioielli della liuteria cremonese: un violino Stradivari detto ‘Il toscano’ del 1690 di proprietà dell’Accademia, un altro violino Nicolò Amati del 1651, concesso dalla Fondazione Pro Canale e un violoncello Guarneri del Gesù in prestito da Tarisio.
“Questa tournèe è l’occasione per dire in modo semplice che Santa Cecilia è la riprova che gran parte delle cose che si dicono sulle Fondazioni lirico sinfoniche sono smentite dai fatti”, afferma il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il Mibact partecipa attivamente alla tournèe con un contributo di 340mila euro per i costi del viaggio e del trasferimento degli strumenti negli Usa, mentre il ‘tour sponsor’ dell’Accademia sarà l’Enel. “La storia di Santa Cecilia – aggiunge Franceschini – dimostra che è possibile investire in qualità, internazionalizzazione e rapporto con i privati”.
Il ministro ricorda che “siamo alla vigilia dell’approvazione della nuova legge sullo spettacolo dal vivo e delle norme che aiutano le fondazioni virtuose, con 20 milioni di euro per lo scorso anno e 15 per gli anni successivi, distribuiti alle 14 fondazioni con criteri proporzionali sulla base della raccolta di fondi privati: chi raccoglie di più avrà anche più risorse dal pubblico. Raccogliere donazioni da aziende o da cittadini è un’attività importante per migliorare i bilanci e per avere più risorse. In fondo sia sul patrimonio, sia sulle attività culturali di grande qualità, come quella di Santa Cecilia, è giusto che i privati, le aziende soprattutto, contribuiscano aiutando anche l’internazionalizzazione. Nei criteri di assegnazione di queste risorse – precisa Franceschini – abbiamo tenuto presente che raccogliere fondi privati a Milano non è come raccoglierli a Bari o a Palermo. Però non è un buon motivo per non darsi da fare il più possibile”.
“In America portiamo l’eccellenza del nostro Stradivari (realizzato dal liutaio cremonese nel 1690 per il Gran Principe Ferdinando di Toscana e suonato nella tournèe Usa dal primo violino dell’Orchestra, Roberto Gonzales-Monjas, ndr) accanto a un Guarneri del Gesù e un violoncello Amati”, spiega il presidente sovrintendente di Santa Cecilia, Michele Dall’Ongaro, sottolineando l’importanza del contributo Mibact e il rapporto con il ‘tour sponsor’ Enel per ‘I Tre Tesori’.
“Non andavamo negli Stati Uniti da 48 anni – aggiunge – e adesso portiamo lì un pezzo d’Italia che si impegna, lavora e ci mette la faccia, grazie a un’orchestra e un coro che vantano elementi selezionati attraverso rigidi e difficili concorsi. E grazie anche a Pappano. Sono circa dodici anni che i bilanci dell’Accademia vanno bene, di pari passo con il progresso e la crescita artistica dell’istituzione, impressa da Pappano che per fortuna resterà con noi fino al 2021”.
Il programma dei concerti prevede la sinfonia dell”Aida’ di Verdi (quella scritta nel 1871 in alternativa al delicato e soffuso preludio, con dentro i temi dell’opera) accanto al concerto n. 3 per pianoforte di Prokof’ev e ai poemi sinfonici ‘Pini di Roma’ e ‘Fontane di Roma’ di Respighi (“scritti tra il 1916 e il 1924 proprio per l’Orchestra di Santa Cecilia”, ha ricordato Pappano). E poi ancora ‘La nuova Euridice secondo Rilke’ di Salvatore Sciarrino e la Sinfonia n. 6 di Gustav Mahler. I concerti segneranno il ritorno della pianista argentina Marta Argerich dopo nove anni di assenza alla Carnegie Hall. Alla Kodak Hall di Rochester, al pianoforte per Prokof’ev siederà invece Beatrice Rana.
“Ci sentiamo ambasciatori del made in Italy”, dice Pappano emozionato per il suo ritorno in America dove ha trascorso parte della giovinezza. “Quando a New York chiedi della Carnegie Hall ti rispondono che è quel posto dove per entrare devi avere studiato e faticato. L’orchestra è molto sotto pressione – dice – ma ha anche tanta voglia e c’è un forte spirito di squadra. Saremo lì con repertorio e con musica contemporanea (Sciarrino, ndr) sperando di suonare talmente bene da riuscire a sedurre il pubblico americano”. “La nostra partnership con Santa Cecilia per la tournèe negli Usa è motivo di orgoglio”, dice Carlo Tamburi, direttore country Italia Enel, auspicando che “la Juniorchestra (l’orchestra dei giovani di Santa Cecilia, ndr) sia sempre al centro dell’attenzione perché rappresenta il futuro dell’istituzione”.
La serata di gala che si terrà il 19 ottobre alla Carnegie Hall, infine, servirà a promuovere la nascita di un gruppo di sostenitori negli Usa di Santa Cecilia. E’ già attivo un fondo dove i donatori americani possono contribuire al sostegno della fondazione lirica, usufruendo dei benefici fiscali previsti dalla legislazione degli Stati Uniti.