L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e la linea del Governo

in foto Enrico Giovannini

Centri Studi del Legislativo, Governo, Ministeri e ASviS, – direttore scientifico, prof. Enrico Giovannini – lavorano sull’Agenda 2030 – L’ultimo articolo del vertice ONU sullo sviluppo di “la Repubblica” del 19 agosto, alla Presidente Meloni. 

Tutti i destinatari della Comunicazione economica e politica sono a conoscenza e consapevoli dei recenti progressi generati dalla collaborazione esplicita, concertata trasparentemente e lealmente, quindi da preferire, ma anche quella implicita, non proprio secondaria, che si è creata, automaticamente nel percorrere la traccia di procedure anche se appena iniziate, ad esempio, quelle riguardanti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) programmate e/o iniziate sotto la presidenza Draghi e continuate poi, sotto la presidenza Meloni.

La conferma, la non messa in discussione, delle procedure appena modificate, con atti legislativi, vedi gli ITS Academy, ad esempio, che non sono state portate a termine negli anni passati con le “riformine” che si potevano mettere a punto con inveterate norme amministrative. In parantesi, nella fattispecie, in Italia c’era bisogno della professionalizzazione dell’istruzione, uscire dalla creazione del pacchetto di competenze ed abilità, di derivazione gentiliana, per intenderci, riservato ai “figli” della borghesia ed a coloro che comunque, borghesi o meno, possono potevano e possono attendere tempi di transizione scuola-lavoro non proprio brevi.  

L’Agenda 2030 è molto importante per non essere al centro delle attenzioni – pilotata da una buona comunicazione economica che è già diuturnamente “sul pezzo” – dei Centri Studi del Legislativo, e poi, gli Uffici pubblici del Governo, Ministeri, ISTAT, CNEL, Banca d’Italia, delle Regioni, degli Enti locali, partiti e sindacati, e non certo l’ultima, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS). Quest’ultima, nata il 3 febbraio del 2016, proprio per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.Il pluralismo che caratterizza l’Alleanza garantisce, grazie alla disponibilità al confronto tra esperienze e punti di vista diversi, un elevato livello di competenze a disposizione del Paese”.

Ho avuto esperienza personale, quando ho fatto parte del Consiglio di Presidenza dell’ISTAT, circa la mobilitazione, in chiave ampiamente collaborativa, degli uffici pubblici sopra citati per l’Agenda ONU 2030, su tematiche che interessarono vastamente il Paese, anche se di minore portata, pure temporale, di ciò che è necessario mobilitare adesso per l’Agenda 2030.

Primo evento: il Millenium bug (qui) l’efficiente Presidenza di Alberto Zuliani l’ISTAT L’istat ebbe un rilevante impegno rispondendo alle sollecitazioni del Governo e della Funzione pubblica operando un’ampia mobilitazione preventiva alle preoccupazioni internazionali “Il Millennium bug, noto anche come Y2K bug, fu un difetto informatico (bug) che si manifestò al cambio di data tra il 31 dicembre 1999 e il 1º gennaio 2000 in alcuni sistemi di elaborazione dati. 

Anticipato con molto allarmismo da parte dell’opinione pubblica, il problema si rivelò in realtà di facile gestione, grazie alle misure di precauzione adottate negli anni precedenti.

Secondo evento: l’introduzione dell’Euro. Partecipai a Roma alle riunioni ristrette delle delegazioni ISTAT. Banca d’Italia. Ministeri del Bilancio, Finanze e Banca Mondiale ed a Napoli, all’incontro Eurostat, nello storico Hotel Parker’s del corso Vittorio Emanuele, per terminare la procedura. 

L’Agenda 2030, invece è stata al centro di molteplici luoghi di attenzione e decisione. Spigolando sui punti nodali delle procedure mi soffermo sugli Enti ed Uffici che hanno prodotto anche documenti di cui riporto il link potendo così farne la raccolta documentale: 

1) – Camera dei deputati. Il documento prodotto dal Centro studi della Camera, dal titolo “L’agenda globale per lo  sviluppo sostenibile  (quipubblicato il primo giugno 2023, pone l’accento sullo stato d’attuazione degli SDGs nel nostro Paese.

Lo studio, suddiviso in quattro capitoli, sottolinea l’importanza del piano Onu per l’Italia e per l’Europa, evidenzia l’attività Ue in materia di sviluppo sostenibile, descrive la governance e gli strumenti adottati e illustra i progressi registrati dal nostro Continente dal 2015, anno in cui l’Agenda 2030 viene sottoscritta da 193 Paesi del mondo. Particolarmente attuale è l’ultimo capitolo della ricerca che, oltre a mostrare l’andamento dell’Italia sul tema, elenca quali misure sono presenti nel Pnrr a sostegno degli SDGs.

Nel lavoro della Camera, inoltre, viene citata più volte 

2)  – l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in quanto organizzazione “particolarmente attiva” sia sulla diffusione dei temi legati alla sostenibilità e sia sulle attività di monitoraggio, grazie anche al suo Rapporto L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che descrive l’evoluzione degli SDGs nel Paese.

SDGs: le misure del Pnrr

Riprendendo la Pubblicazione del 

3)  – Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), (qui) il Centro studi della Camera offre nello studio una panoramica sul contributo dato dal Pnrr al raggiungimento dell’Agenda 2030. Per dare evidenza ai risultati, e per consentire il monitoraggio delle misure del Pnrr, 

4)  – l’Istat e la Ragioneria generale dello Stato hanno messo a punto un cruscotto informativo (qui) per la “navigazione” tra le diverse missioni del Piano. Le risorse previste dal Pnrr (indicate in miliardi di euro) sono indirizzate agli obiettivi dell’Agenda 2030: al Goal 9 su “Imprese, innovazione e infrastruttureè assegnata la fetta più importante del Pnrr che conta in totale 66,5 miliardi di euro.

Per fare qualche esempio articolato, ma sintetico, per altri Goals, soccorre il dr Ivan Manzo del Segretariato e della redazione ASviS e anche referente del Gruppo di Lavoro sugli SDGs 6-14-15 (acqua, ecosistemi marini e terrestri). 

“Sul Goal 3 “Salute e benessere” la relazione scrive che “il Piano prevede: la riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti, compresa la prevenzione della istituzionalizzazione; il finanziamento di interventi per il sostegno alle persone vulnerabili; misure che potenziano i servizi socio-assistenziali domiciliari”. Per quanto riguarda, invece, il Goal 5 viene evidenziato che la “Parità di genere” è una delle priorità trasversali del Pnrr, per cui ogni misura deve concorrere alla realizzazione di tale Obiettivo. In merito al Goal 7 “Energia pulita e accessibile” sono previsti ingenti investimenti per l’efficienza energetica, le smart grid e la promozione di impianti di energie rinnovabili. Inoltre, in maniera trasversale, tutte le componenti del Piano dovranno garantire il rispetto del principio del non arrecare danno significativo all’ambiente, che, tra l’altro, vieta ogni finanziamento di attività legate ai combustibili fossili. In relazione al Goal 10 “Contrasto alle disuguaglianze” viene evidenziato che “nel nostro Paese sono particolarmente accentuate le diseguaglianze territoriali, su cui il PNRR agisce in maniera trasversale”; mentre per il Goal 13 “Lotta al cambiamento climatico” si legge che i diversi investimenti presenti nel Piano devono tutti concorrere al taglio delle emissioni climalteranti”

Infine, il documento della Camera cita un’altra pubblicazione 

5)  – dell’ASviS: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Legge di bilancio 2023 e lo sviluppo sostenibile (qui) di ben 234 pagine, presentato, sempre 

6)dall’ASviS a Roma, il 21 aprile 2022 Conferenza-stampa-sul-rapporto-ASviS-su-PNRR-e-legge-di-bilancio (qui)  che valuta l’impatto del PNRR e della Legge di bilancio 2023 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile. “Secondo tale Rapporto, l’attuazione del PNRR, nonostante i molteplici segnali di avanzamento, e la definizione del RepowerEU, richiedono decisioni urgenti per accelerare la transizione verso un modello di sviluppo”, scrive il Centro studi della Camera. “Anche la legge di bilancio 2023, secondo l’ASviS, è in chiaro-scuro: contribuisce ad affrontare alcune delle debolezze che caratterizzano la delicata situazione del Paese in campo ambientale, sociale ed economico, ma restano dei problemi sia sul piano contenutistico e debolezze dal punto di vista delle risorse finanziarie assegnate. Dal punto di vista prettamente statistico, il 47% delle misure del PNRR monitorate presenta un contributo insufficiente per l’attuazione dell’Agenda 2030. Nel caso della legge di bilancio tale percentuale scende al 27%”.

Tra le molto importanti collaborazioni, realizzate tra le Amministrazioni pubbliche economiche, si cita il cruscotto 

7) – Istat-Ragioneria Generale dello Stato “PNRR, ecco con gli Indicatori di Sostenibilità” (qui) che consente l’allineamento degli indicatori per la misurazione del Bes (Benessere equo e sostenibile) con quelli SDGs (i Sustainable Development Goals dell’Agenda
2030 delle Nazioni Unite) da ora, quindi, è integrato anche con le sei missioni previste dal PNRR 

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Infine, passando all’ultimo articolo de “la Repubblica” del vertice ONU sullo sviluppo“, del 19 agosto alla Presidente dei Consiglio Giorgia Meloni, il direttore del Comitato scientifico dell’ASviS, prof. Enrico Giovannini, riepiloga i tratti salienti della situazione “Agenda 2030”, alla luce dei principali Obiettivi ONU e conclude

“Molti si domandano quale posizione esprimerà Giorgia Meloni prendendo per la prima volta la parola nel più alto consesso delle Nazioni Unite, visto anche il ruolo di presidenza delle G7 che in Italia svolge confermerà gli impegni che con la dichiarazione finale di G7 a guida giapponese a recentemente assunto sulle tematiche della lotta alla crisi climatica e l’attuazione della gente 2030 magari approvando prima del vertice la nuova strategia oppure avrà una posizione meno decisa in linea con la posizione espressa dal governo sul fronte interno si impegnerà ad alzare con la prossima legge di bilancio il livello dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano, oggi vicino allo 03% del reddito Nazionale Lordo a fronte di un impegno di politiche necessarie per tagliare il 50% le emissioni dei gas climatico entro il 2030 e raggiungere le naturalità carbonica entro il 2050 intervenendo in modo deciso sulla mobilità e il riscaldamento delle case sosterrà l’approvazione di una legge Nazionale sul clima Come già fatto dagli altri grandi paesi europei appartenenti ai G7 Manca un mese al vertice e credo che nelle prossime settimane la politica italiana dovrebbe discutere seriamente di questi temi di queste posizioni verrà espressa a New York da Giorgia Meloni Soprattutto visto il ruolo italiano e G7”

Dal 18 al 19 settembre, le Nazioni Unite terranno l’incontro quadriennale di alto livello finalizzato a valutare lo stato di attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 e che si basa su 17 obiettivi e 169 target di carattere economico, sociale, ambientale e istituzionale che ogni Stato si è impegnato a conseguire entro la fine di questa decade. L’Agenda 2030 rappresenta il punto più alto nella storia delle relazioni internazionali in termini di condivisione del “futuro che vogliamo”, un futuro fatto di qualità ambientale, basse diseguaglianze, rispetto dei diritti, efficienza delle istituzioni, sviluppo economico e sociale, all’insegna del motto “nessuno sia lasciato indietro”. L’incontro si svolge per la prima volta a livello di Capi di Stato e di Governo, in un momento molto difficile a causa delle tensioni internazionali . I leader mondiali dovranno innanzitutto sul Ra prendere posizione sul Rapporto sullo stato dell’Agenda 2030 che l’Onu ha pubblicato a luglio, il quale da un lato mostra la serietà con cui molti Paesi hanno preso gli impegni sottoscritti e i passi vanti compiuti da diversi punti di vista . ma dall’ altro segnala i danni devastanti che la pandemia, la crisi climatica , la guerra in Ucraina e le sue ripercussioni sui mercati dell’energia e del cibo , le migrazioni di massa legate alle condizioni del clima ed alle guerre, hanno , ma specialmente in Africa creato e creano in tanti Paesi ma specialmente in Africa . Il Rapporto indica che, a metà dei quindi anni presi a riferimento dall’Agenda 2030 per il 50% del target il progresso è insufficiente o a rischio, mentre per il 30% di essi (specialmente quelli relativi alla povertà, alla fame, e alla crisi climatica) la situazione è stagnante o e addirittura peggiorata rispetto a sette anni fa. Di fronte a tale quadro desolante il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres segnala che stiamo lasciando indietro più del 50 % del mondo se non agiamo ora. L’Agenda potrebbe divenire l epitaffio del mondo che avrebbe potuto essere. L’Italia arriva a questo appuntamento in condizioni decisamente insoddisfacenti come segnalato dagli indicatori pubblicati dall’ ISTAT e dall’Asvis. Rispetto al 2015 L’ Italia presenta peggioramenti nel campo della povertà, della diseguaglianze, nella gestione dei sistemi idrici,  della condizione degli ecosistemi e delle città. Miglioramenti, ma decisamente insufficienti, si registrano per la salute, le diseguaglianze di genere, l’innovazione e l’economia circolare mentre ora altri sette obiettivi di istruzione, lotta al cambiamento climatico aiuta lo sviluppo, ecc. la situazione è stagnante Inoltre sono mesi che il governo ritarda l’approvazione della nuova strategia nazionale di sviluppo sostenibile mentre piani fondamentali per la questione climatica appaiono ancora abbozzati E decisamente poco ambiziosi L’Italia si è a seduta o ha votato contro importanti provvedimenti legati al Green Deal europeo mentre il negazionismo climatico ha raggiunto livelli mai visti su alcuni mezzi di comunicazione trovando sponde significative anche tra alcuni membri del governo per questo a livello internazionale molti si domandano quale posizione esprimerà Giorgia Meloni prendendo per la prima volta la parola nel più alto consenso delle Nazioni Unite visto anche il ruolo di presidenza delle G7 che in Italia svolge confermerà gli impegni che con la dichiarazione finale di G7 a guida giapponese a recentemente assunto sulle tematiche della lotta alla crisi climatica e l’attuazione della gente 2030 magari approvando prima del vertice la nuova strategia oppure avrà una posizione meno decisa in linea con la posizione espressa dal governo sul fronte interno si impegnerà ad alzare con la prossima legge di bilancio il livello dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano oggi vicino allo 03% del reddito Nazionale Lordo a fronte di un impegno di politiche necessarie per tagliare il 50% le emissioni dei gas climatico entro il 2030 e raggiungere le naturalità carbonica entro il 2050 intervenendo in modo deciso sulla mobilità e il riscaldamento delle case sosterrà l’approvazione di una legge Nazionale sul clima Come già fatto dagli altri grandi paesi europei appartenenti ai C7 Manca un mese al vertice e credo che nelle prossime settimane la politica italiana dovrebbe discutere seriamente di questi temi di queste posizioni verrà espressa a New York da Giorgia Meloni Soprattutto visto il ruolo italiano e G7.