Rinascita Artistica del Mezzogiorno. Un nome particolarmente ambizioso, almeno quanto il sogno di trasformare gli straordinari spazi di Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri, nel museo più grande del mondo. Rinascita Artistica del Mezzogiorno. Un nome particolarmente ambizioso, almeno quanto il sogno di trasformare gli straordinari spazi di Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri, nel museo più grande del mondo. Un progetto avveniristico, portato avanti dalla neonata associazione Ram, che aspira a svuotare i saturi depositi dei siti museali di Napoli, un tesoro finora relegato alla polvere che potrebbe per la prima volta vedere la luce, riordinato tra i saloni e i corridoi del settecentesco edificio monumentale. “La nostra terra è ricca di opere d’arte che giacciono non esposte da decenni nei depositi dei nostri musei” spiega Dario Marco Lepore, presidente e ideatore dell’associazione Ram. “Arte negata che attende solo la nostra voce, il nostro consenso per poter emergere. Creare a Palazzo Fuga il museo più grande del mondo è il modo migliore di onorare la nostra storia e con l’arte, favorendo turismo, occupazione e indotto. Palazzo Fuga potrebbe essere una occasione unica di rilancio della nostra economia”. Sulla scia dei musei più influenti del mondo. “Se nel 1957 – continua Lepore – Bruno Molajoli si dedicò alla creazione del nuovo museo nella Reggia di Capodimonte e disse: realizzeremo a Capodimonte la nostra Versailles. Di riflesso, 58 anni dopo, con il mutare delle esigenze e per la cronica carenza degli spazi aspiriamo ad emularlo: realizzeremo a Napoli il nostro Louvre”. Con una potenziale superficie espositiva di 103 mila metri quadri, una imponente facciata di 400 metri di lunghezza e 450 sale, l’Albergo dei Poveri non temerebbe confronti con il Louvre – le sue dimensioni superano, infatti, il sito francese del quaranta per cento. Con i conseguenti tornaconti economici: i visitatori del gioiello parigino ogni anno spendono oltre cento milioni di euro per biglietti. A piazza Carlo III confluirebbe tutto l’immenso patrimonio al momento celato al pubblico. “Le ricchezze che non esponiamo sono di gran lunga superiori a ciò che è sotto gli occhi di tutti. Penso al tesoro di San Gennaro che possiede oltre 20 mila reperti dal 1300 a giorni nostri di qualità straordinaria ma può permettersi di svelare solo 600 oggetti a rotazione. E ancora, la vera Pompei vive nei depositi: dei 1500 affreschi staccati da Carlo e Ferdinando di Borbone solo 300 sono accolti nelle sale del museo archologico. Destino condiviso dalle sculture farnesi, dalle collezioni borboniche, dalle opere custodite nei depositi dei musei di Capodimonte”. Il progetto sarà presentato domani, domenica 17 maggio, alle 18 all’Arenile di Bagnoli. Intervengono, Mario Raffa, docente di Ingegneria economico gestionale alla Federico II; Carmine Piscopo, assessore alle Politiche urbane, urbanistica e Beni comuni; Andrea Tasciotti, ambasciatore per The Word Academy of Human Sciences. Sarà proiettata una intervista in esclusiva a Massimo Bray, già Ministro per i Beni Culturali, strenuo sostenitore dell’iniziativa. Cruciale per il museo più grande del mondo sarebbe la vocazione universale: “Includere – precisa Lepore – collezioni varie tipologie di opere d’arte, proprio come ipotizzava Carlo III di Borbone, nella prima sede della Reggia di Portici, aveva concepito in un unico luogo l’esposizione delle collezioni archeologiche, la pinacoteca e le arti minori”. Riducendo in una prima fase i costi. “Vorremmo partire con una opera di musealizzazione progressiva – conclude Lepore -, ovvero iniziare a disporre le opere negli spazi già restaurati del Palazzo con bassi costi di adeguamento, richiedendo alle autorità competenti il vincolo di destinazione d’uso dell’intera struttura, fondamentale per garantire il successo al progetto, generando turismo e indotto”. Per seguire lo sviluppo dell’avventura targata Ram basta collegarsi alla pagina ufficiale su Facebook: Vogliamo che Palazzo Fuga diventi il Palazzo della Cultura e del Turismo.