Roma, 22 mar. (AdnKronos) – Fra gli appelli per la revoca del patrocinio della presidenza del Consiglio al World Congress of Families, revoca formalmente eseguita oggi, c’è anche quello di circa 246 professori, ricercatori, docenti universitari di università italiane ed europee in materie giuridiche che lanciano l’allarme per l’evento in programma a Verona da 29 al 31 marzo.
“Il forum riunirà leader -si legge nell’appello in possesso dell’Adnkronos- che, lungi dall’essere semplicemente interessati alla protezione della famiglia in senso tradizionale, mirano alla revoca di alcuni diritti e conquiste del costituzionalismo democratico occidentale, quali: il diritto all’autodeterminazione delle donne, incluso il diritto all’aborto e l’istituto del divorzio, l’autonomia del ruolo della donna nella società, e in particolare il diritto della donna a svolgere una professione(male cui si attribuisce la recente crisi demografica), il diritto all’integrità fisica delle persone omosessuali”.
Quanto a quest’ultimo diritto, nell’appello, fra l’altro, si segnala, che “tra gli speaker spiccano: Theresa Okafor, attivista nigeriana impegnata a introdurre il reato di sodomia, punendo sia le relazioni tra persone dello stesso sesso che la frequentazione di locali o altri raduni per omosessuali; Lucy Akello, promotrice della legge ugandese volta a introdurre l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali”.
E quindi i firmatari si dicono “allarmati e sconcertati dall’orientamento profondamente reazionario di cui questo Congresso è espressione” ricordano che “come il diritto all’integrità fisica delle minoranze sessuali, il diritto all’autodeterminazione della donna, includente il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, il divorzio e il diritto allo svolgimento di un’attività professionale (al di fuori dei compiti di cura della prole, sfera nella quale il Congresso si propone di relegare la donna madre), sono conquiste cardine e irrinunciabili che il governo ha il dovere di tutelare”.