L’ambasciatore uzbeko in visita all’Unsic

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In foto l'ambasciatore Otabek Akbarov nel corso dell’intervento

Negli ultimi anni nel nostro Paese sono state realizzate molteplici riforme che hanno contribuito a determinare cambiamenti nettamente positivi”. Così S.E.
Otabek Akbarov, dallo scorso anno ambasciatore dell’Uzbekistan a Roma dopo aver ricoperto lo stesso ruolo in Gran Bretagna, Irlanda e Norvegia, si è espresso in apertura dell’incontro con i vertici e con una rappresentanza di imprenditori dell’Unsic presso la sede nazionale del sindacato datoriale a Roma. L’iniziativa è stata promossa a margine della visita in Italia (Roma, Pesaro, Ferrara e Bologna) di una delegazione della regione uzbeka di Syrdarya e di un protocollo d’intesa firmato lo scorso 25 aprile a Namangan, in Uzbekistan, tra Ulugbek Yunusov, governatore dell’omonima regione e Salvatore Mamone, vicepresidente dell’Unsic. Coordinatore dei lavori il dottor Salvo Cacciola, con molteplici esperienze nel Paese asiatico.

“L’Uzbekistan è ormai pienamente inserito negli scenari internazionali come terra di grandi opportunità, principalmente economiche e culturali – ha proseguito l’ambasciatore, che ha anche anticipato la visita del presidente della Repubblica dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyayevche, il prossimo anno in Italia. “C’è tanto interesse da parte delle aziende italiane per i nostri territori, non soltanto da parte delle imprese più grandi, ma anche dalla piccola e media impresa. In questo contesto siamo ben lieti di presentare le nostre opportunità anche allo straordinario patrimonio delle 170mila aziende che gravitano nel mondo dell’Unsic – ha concluso l’ambasciatore. Il vicepresidente dell’Unsic, Salvatore Mamone, dopo i saluti di benvenuto ha sottolineato le enormi potenzialità economiche e culturali offerte dalla Repubblica dell’Uzbekistan, già parte dell’Unione Sovietica, che con 27,4 milioni di abitanti è lo Stato più popoloso dell’Asia centrale. Caratteristica della popolazione uzbeka è l’alto grado di alfabetizzazione: la maggior parte delle persone ha un livello di istruzione di almeno undici anni e la percentuale di alfabetizzazione della popolazione è del 97 per cento. L’economia dell’Uzbekistan è stata a lungo caratterizzata dalla produzione del cotone grezzo (oltre il 40 per cento del valore di tutta la produzione agricola), di cui il Paese asiatico resta il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti. Negli ultimi anni i governi hanno investito nella diversificazione agricola (frutta, riso), nella modernizzazione della zootecnia, in nuove infrastrutture, calamitando investimenti esteri su larga scala soprattutto nel settore tessile e automobilistico. L’esportazione di gas naturale, oro e cotone fornisce una quota significativa delle entrate in valuta estera. La miniera d’oro di Muruntau, nel deserto di Kyzylkum, è ritenuta la più grande a cielo aperto del mondo. Proprio sui dati economici del Paese si è soffermato il vicegovernatore della regione Syrdarya, Jakhongir Ibragimov, evidenziando i benefici delle riforme avvenute nel settore economico parallele ai vantaggi fiscali e finanziari ai potenziali investitori stranieri. Non a caso il Paese nel 2018 ha registrato una crescita del Pil del 5,2 per cento, a cui hanno partecipato principalmente il settore dei servizi (2,5 per cento), dell’industria (1,4), delle costruzioni (0,5) e dell’agricoltura (0,2). I conti pubblici sono in ordine, con un avanzo dello 0,4 per cento e un debito pubblico che rappresenta appena il 23,7 per cento del Pil. Dario Barducci, vicepresidente della Camera di commercio Italia Uzbekistan (Ciuz), che fa parte di Unioncamere, ha illustrato la storia della sua organizzazione, nata nel 2002 per creare un ponte di relazioni tra i due Paesi. Oggi ha una sessantina di associati attivi e promuove missioni e fiere per individuare partner nell’import e nell’export. Il dato più significativo fornito dal Barducci è il raddoppio del valore delle nostre esportazioni nel Paese asiatico, passate da 170 a 320 milioni di euro tra il 2017 e il 2018. Inoltre il vicepresidente della Ciuz ha raccontato la positiva esperienza del Politecnico di Torino, che da anni ha attivato facoltà a Tashkent ed attualmente conta 1.400 studenti. Il presidente della Camera di commercio della regione Syrdarya, Toshmatov Abrorjon Ergashaliyevich, ha illustrato le opportunità riservate agli imprenditori che investono nel territorio, che vanno dall’esenzione delle tasse ai prestiti da parte delle banche. L’avvocatessa Eugenia Podmareva s’è soffermata sull’importanza dei servizi legali globali e ha esposto le caratteristiche dell’azienda di cui fa parte, la EY, con 150 uffici in tutto il mondo, compreso l’Uzbekistan, dove lavorano una settantina di persone. Andando più nel dettaglio, ha ricordato che nel Paese asiatico è possibile registrare una società in trenta minuti e usufruire di incentivi per investimenti che coprono dai tre ai sette anni a seconda del loro ammontare. Ha infine evidenziato i notevoli passi avanti compiuti sul fronte della valuta e delle semplificazioni burocratiche.

Per il “fronte italiano” sono intervenuti l’imprenditore Giuseppe Combi di Nettuno, che ha raccontato l’esperienza dei propri vigneti e delle originali tecniche di produzione applicate all’uva cosiddetta “cacchione”, l’ex parlamentare Renzo Carella di Carpineto Romano e l’imprenditore messinese Antonello Crisafulli, del settore agrumi e olivi. Ha visitato il Paese asiatico ben 28 volte Vittorio Giorgi, console onorario dell’Uzbekistan per Campania e Molise. Ne ha illustrato le bellezze storiche e architettoniche, informando i presenti degli accordi di collaborazione attivati attraverso il ministero del Turismo uzbeko per formare figure professionali nel settore e per favorire intescambi tra scuole, in particolare nel settore della formazione alberghiera. Ha infine menzionato il kurash, lo sport nazionale uzbeko, che lui stesso sta promuovendo anche in Italia .L’avvocato Andrea Azzone, docente presso l’Università di Bari, ha richiamato l’importanza della cultura per cementare rapporti di interscambio tra i popoli. Infine Nairi Chirinian, tour operator di origine armena, la quale ha vissuto per quasi due decenni in Uzbekistan, ha messo in risalto la straordinaria componente umana dello Stato asiatico, frutto di una storia importante che ha lasciato preziose testimonianze. La Chirinian è amministratore unico di un’agenzia di viaggi, Uratu Travel, con 75 destinazioni nel mondo dove l’Uzbekistan occupa una posizione privilegiata. Ultimo intervento è stato quello del vicegovernatore Karimov Anvar, che ha illustrato tutti i dati economici riguardanti la regione Syrdarya. A chiusura dell’evento, dopo l’offerta di doni da parte della delegazione uzbeka, è stato offerto un ricco buffet a base di prodotti italiani e asiatici.