L’Arciduca deve morire, una spy story di Maurizio Scateni ambientata ai tempi della Belle Époque

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di Fiorella Franchini

Letteratura di spionaggio e romanzo storico, con “L’Arciduca deve morire”, edito da Kairòs, Maurizio Scateni, fonde due generi molto popolari, mescolando elementi narrativi e contenuti diversi e suggestivi. Siamo nel 1913, alla vigilia di un periodo di forte tensione internazionale dovuto alla guerra dei Paesi balcanici contro l’Impero ottomano. Al barone Alessandro Luparelli, napoletano, ispirato alla figura del bisnonno dell’autore, Ariele Luparelli, viene affidato dal ministro degli Esteri del Regno d’Italia Antonino di San Giuliano, il compito di trovare le prove di una cospirazione che porterebbe a una guerra con l’Austria e di smascherare le vere intenzioni del capo di Stato Maggiore dell’esercito austro-ungarico, il generale von Hoetzendorf. Supportato dalla moglie Amalia e dal fidato maggiordomo Camillo Vinci, il nobile partenopeo partirà alla ricerca d’indizi e conferme che lo condurranno alla scoperta di un complotto e di un contro-complotto per assassinare un’importante personalità della famiglia reale austriaca. Un romanzo complesso per l’ambientazione storica estremamente articolata e per la ricchezza narrativa. E’ il tempo in cui si profilano le guerre d’indipendenza, la politica di Bismarck, i movimenti anarchici, la guerra russo-giapponese, il progresso tecnologico, la guerra anglo-boera. Sebbene Vienna e Roma siano alleate, restano forti gli intenti egemonici della prima e le difficoltà post-unitarie dell’Italia che, tuttavia, vuole proiettarsi nel contesto europeo come grande potenza. Un thriller politico basato su approfonditi studi storici, sulle personalità e sugli equilibri internazionali del periodo, in cui si alternano personaggi di fantasia e figure reali, fra cui un giovane Winston Churchill. Attraverso i ricordi dei protagonisti e gli aneddoti, Scateni narra gli avvenimenti dalla presa di Roma allo scoppio della Prima Guerra mondiale, disegnando un affresco affascinate della Belle Époque. Un accurato lavoro di ricerca e di sintesi dell’autore che si trasforma in una trama avvincente e ricca di occasioni di approfondimento culturale. Fra patti segreti, armi terribili, quadri d’inestimabile valore, inganni, fughe precipitose, pedinamenti, doppiogiochisti e feste in costume, la difficile missione condurrà Luparelli a Vienna, a Praga, a Londra e infine a Napoli, dove si compirà la soluzione dell’enigma. Un ritmo incalzante, talvolta sospeso da interessanti digressioni su tematiche di storia dell’arte, di costume, di tecniche militari. La particolare complicità con la moglie Amalia, antesignana di un’indipendenza femminile ancora di là da compiersi, e la sincera amicizia con Camillo Vinci rendono il protagonista un eroe estremamente moderno. Non un campione trionfante, invincibile, tutto azione e cinismo, ma un paladino meditativo, fortemente idealista nella sua razionalità, che percepisce tutta la meschinità, la tristezza della sua attività, sebbene esercitata per un buon fine, un eroe deluso e disgustato, profondamente legato ai suoi valori d’integrità morale e di rispetto per la vita. Un’umanità che, come un ordito nascosto, attraversa le pagine, invitando il lettore a una riflessione personale sull’opportunismo della politica, l’indifferenza del potere verso i popoli, l’impietosa concezione della guerra come igiene del mondo, principi tragicamente ancora attuali che, tuttavia, convivono con il senso del dovere e il coraggio di tanti campioni ignoti, che combattono ogni giorno i mali del mondo.