Pubblichiamo uno stralcio, con rimando alla relazione integrale che potete trovare in coda all’articolo, dell’intervento del professore Rocco Giordano al convegno dal titolo “Il mondo che verrà”, organizzato a Messina il 19 gennaio.
di Rocco Giordano
Negli ultimi anni si sta determinando un “conflitto” tra flussi di traffico e luoghi di generazione e destinazione degli spostamenti passeggeri e merci che la logistica non riesce ancora a governare, ma più ancora non lo fanno le politiche di intervento che investono i diversi settori economici ignorando il ruolo rilevante che ricopre questo settore.
Non è pensabile individuare politiche di intervento corrette, se non si ha contezza di quello che sta accadendo nella globalizzazione degli scambi merci e passeggeri a livello mondiale.
A scala mondiale i forti cambiamenti nelle economie di sviluppo hanno riposizionato sul piano geo-economico e geo-politico i diversi continenti che possiamo così schematizzare:
– America del Nord – Area a forte valenza di innovazione e ricerca con produzione ad alto valore aggiunto e mercati ad alti consumi;
– Europa del Nord – Area di produzione a valore aggiunto e mercati di consumo;
– Area Euro asiatica data dai Paesi dell’Est-Emirati Arabi – Area con forte presenza di giacimenti di petrolio e metano;
– Continente africano – Area con i più grandi giacimenti minerari di materie prime;
– Far East – Area di produzione a basso costo del lavoro con forti surplus finanziari;
– l’Italia si colloca nella nuova geografia dello sviluppo come area di produzione con strutture di PMI e area di consumi con forti vantaggi per il posizionamento geografico rispetto al mercato degli scambi.
Dalle consultazioni poste ai tavoli di lavoro per le valutazioni degli effetti e delle verifiche del nuovo contesto delineato e dei possibili scenari che si possono definire nei prossimi anni sulla evoluzione dei traffici del settore dei trasporti e logistica a scala internazionale e a scala mondiale, abbiamo potuto verificare che i risultati dati dalle applicazioni di alcuni modelli econometrici dell’anno 2008, verificati nell’anno 2017 per definire scenari al 2020-2030, sono risultati rispetto ai dati statisticamente rilevati, completamente irrealistici!