L’arrampicata sulla collina dell’evoluzione

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in foto lo Stabilimento automobilistico BMW che utilizza la tecnologia della robotica industriale a Lipsia , in Germania (fonte Wikipedia)

Tradizioni, credenze, norme, valori e artefatti: questi sono i semi della cultura che coltiva la mente. Quando la cultura ambisce ad essere motore dell’evoluzione, essa va attorno a nuove esperienze, corre “tutto l’orbe delle scienze”, come direbbe il filosofo Giambattista Vico (1668-1744). Egli raccomandava ai giovani di mettere a confronto tutte le idee “perché la varietà delle dottrine aiuta alle scoperte e consiglia la buona scelta” (Tommaseo, 1985). Una siffatta impennata evolutiva vede partecipi le startup ad alta tecnologia.

‘High-tech’ è un’espressione che Wikipedia afferma sia stata usata per la prima volta in un articolo comparso nel 1958 sul New York Times in cui si parlava di “energia atomica” per l’Europa. Il termine ‘startup’ nel senso di ‘impresa in erba’ risalirebbe al 1976 e viene attribuito al Forbes magazine (Rogers and Larsen, 1984). Estesa alla creatività imprenditoriale, alla radice di questo linguaggio c’è la cultura che mette davanti ai nostri occhi una catena di colline della conoscenza, di credenze e pratiche da scalare con un forte senso di autostima che può sembrare altezzosa, arrogante. ‘High’ pare avere origine dalla parola lituana kaukara che vuol dire ‘collina’. L’arrampicatore (‘upstart’) si prefigge di arrivare velocemente in cima alla collina, segno che la sua creatura (‘startup’) è in rapido sviluppo. Se la prestazione esige l’impiego di dosi intense di ricerca e sviluppo, attraverso la tecnologia ci giungono le parole (‘logos’) degli scalatori che discorrono dei progressi da compiere per cambiare l’ambiente circostante. Arti e artigianato (‘techne’) ne sono coinvolti.

piero.formica@gmail.com